Il pontile sul lago Il pontile sul lago

Il pontile sul lago

Letteratura italiana

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Orta, vista lago: quattro amici si ritrovano al bar per commentare gli avvenimenti del paese. Un giorno, però, Gennaro Vattuone, professore di latino in pensione, non si presenta all’appuntamento. Il suo cadavere è rinvenuto poche ore dopo, a casa, dal figlio Fabio Massimo, notaio. Sconvolto, l’uomo chiama a sostegno delle indagini, svolte localmente, un suo conoscente della Questura di Milano, il vicecommissario Enea Zottìa. Tra i sospettati ci sono anche gli amici del bar. Per Zottìa l’inchiesta si accompagna a un’inattesa quanto tormentata storia d’amore; intanto scopre che la statua della Primavera nel giardino di Vattuone, accanto alla quale la vittima fotografava le sue amanti, è stata ruotata con le spalle al lago, forse un monito? L’assassino potrebbe essere arrivato proprio dal pontile.



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Il pontile sul lago 2013-01-20 15:47:19 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    20 Gennaio, 2013
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IL PONTILE SIL LAGO

Finalmente un thriller con un sapore d’altri tempi. Qui non serve la scientifica per analizzare il Dna o scoprire qualche impronta lasciata sulla scena del delitto. Non ci sono diavolerie elettroniche come telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso l’assassino mentre si avvicinava furtivo alla casa del povero professore, morto sul pontile.
Occorre solamente l’intuito e l’esperienza del vicecommissario Enea Zottìa, che da Milano viene chiamato da un amico ad Orta, un paesino del novarese affacciato sul lago omonimo, per aiutare l’inesperto investigatore della zona.

La tecnica utilizzata dall’autore mi ricorda alcune atmosfere nei libri di Agatha Christie. La scena del delitto e la schiera dei possibili responsabili, sono molto circoscritte e quindi facilmente determinabili.

Leggendolo ho avuto la sensazione di avere in mano poche banconote apparentemente autentiche, ma che in realtà una di essere fosse sicuramente falsa. Inizi a guardarle ed analizzarle attentamente per capire quale siamo i particolari che non ti convincono. Non riesci a capire qual’é quella “marcia”, ma sai che c’è; devi solo guardarle con più attenzione. Poi all’improvviso, quanto meno te lo aspetti, noti il particolare che ti fa aprire gli occhi e ti rende quella banconota diversa da tutte le altre!

Anche il finale l’ho trovato familiare alla “Regina del giallo”, dove tutti i possibili indiziati si trovavano nella stessa stanza e attendono con trepidazione che il vicecommissario pronunci il nome del sospettato. Tutti sanno che nessuno di loro ha un alibi per il giorno della morte del professore, ma neppure un movente evidente. Quindi è tutto ancora avvolto nel mistero più profondo. A questo punto l’autore ha dato il meglio di sè, rendendo questo momento particolarmente avvincente, dando sfogo ad una tecnica molto interessante. Non ha semplicemente fatto pronunciare al vicecommissario il nome del principale indiziato, ma ha iniziato a far uscire dalla stanza uno a uno tutti i “sospetti” ad eccezione di uno. Quindi per conoscere questo famigerato nome, si deve attendere con pazienza l’uscita di tutte gli altri protagonisti: Ad ogni uscita, il cerchio dei sospettati si stringe, fino ad arrivare per esclusione ad un unico nome. Complimenti veramente ingegnoso ed avvincente!

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Il pontile sul lago 2012-06-26 05:40:33 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    26 Giugno, 2012
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"Il pontile sul lago" di M. Polillo - Commento di

Ne “Il pontile sul lago” di Marco Polillo ritroviamo alcuni personaggi già presenti in “Corpo morto”, la precedente avventura tinta di giallo vissuta sulla costiera amalfitana dal vice-commissario Enea Zottia. Infatti, oltre al protagonista, anche in questa storia vi sono la bella Serena (la donna che è tornata dal passato per far breccia nel cuore del vice-commissario alle prese con il suo sfortunato matrimonio) e l’amico notaio, Fabio Massimo Vattuone.

Ed è proprio il padre di quest’ultimo che viene ritrovato cadavere sul pontile della sua bella villa sul lago d’Orta. L’ex professore di greco e di latino è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco e, dinnanzi agli occhi degli investigatori, balza subito un particolare sorprendente: nel giardino è cambiata la posizione di una delle quattro statue, raffiguranti le stagioni, originariamente rivolte verso il lago. In concomitanza dell’omicidio, infatti, la statua della primavera è stata orientata in modo da voltare le spalle al lago. Che significato simbolico ha inteso attribuire l’assassino a questo dettaglio? La domanda se la pone sin dall’inizio Zottia, convinto che la risposta a questo quesito potrà portare a individuare il responsabile dell’omicidio.

Indagando, il vice commissario mette a fuoco – nella vittima - il profilo di un uomo dispotico, donnaiolo, con una strana passione per la fotografia. E con una mania per l’autoscatto: fotografare le sue amanti in prossimità della statua della primavera, riservando a se stesso quella dell’inverno …

Il romanzo è pervaso da un’atmosfera alla Agatha Christie, perché l’assassino va ricercato nella cerchia dei personaggi della storia: i tre amici superstiti di Gennaro, frequentatori del bar in riva al lago, il medico del paese, Tibiletti, e l’avvocato Favinio.

Marco Polillo, per questa nuova avventura di Enea Zottia, offre non soltanto l’occasione per una piacevole lettura, ma anche qualche spunto di riflessione su sentimenti e natura umana. E sceglie per una storia di misfatti e amori un'ambientazione lacustre che evoca un’illustre tradizione della narrativa italiana (Manzoni, Fogazzaro, Piero Chiara, Andrea Vitali …) e che è tanto cara a …

… Bruno Elpis

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Consigliato a chi ha letto...
... i romanzi di Chiara e ama le atmosfere lacustri
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