L'argine L'argine

L'argine

Letteratura italiana

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Aprile 1945. Frazchì è un bambino che vive a Cotignola, nella bassa ravennate, ai piedi dell'argine del fiume Senio dove il fronte della guerra si è bloccato ormai da mesi. Là sua è una corsa contro il tempo: deve portare a ingravidare Ninetta, la capretta di famiglia, prima che la fame prenda il sopravvento e le bombe degli Alleati radano al suolo ciò che resta del paese. Insieme a Ninetta, però, Frazchì deve portare con sé anche il peso di un segreto pericoloso. Marina Girardi e Rocco Lombardi, fondendo due stili opposti, pittorico e vibrante il primo, cupo e graffante il secondo, ci restituiscono la complessità dello sguardo di un bambino che si trova di fronte all'orrore e alla violenza della guerra, ma anche alla straordinaria resistenza di una comunità che - in pieno assedio nazifascista - ha saputo offrire rifugio e salvezza a centinaia di perseguitati.



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L'argine 2016-05-16 07:58:20 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    16 Mag, 2016
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Cotignola

1945. Cotignola. Il piccolo Frazchì viene incaricato dai genitori di attraversare l’argine per far si che la capretta Ninetta, unica ricchezza della famiglia, possa accoppiarsi. Ed è in questo sentiero di minacce fasciste, ebrei nascosti e spie tedesche che il testo si snoda. La voce narrante è l’ormai adulto protagonista di questo viaggio, un uomo già nonno che racconta al nipote di quegli anni bui che sono stati quelli del Secondo Conflitto Mondiale. Il ciglione di cui si parla è quello del fiume Senio, che nasce in Toscana per buttarsi nel Reno passando per la realtà cotignolese.
L'opera può essere analizzata mediante due prospettive; da un lato quella dei capi, del fronte della guerra che non avanza, degli Alleati che non passano, degli aerei che bombardano, della paura indotta e dalla voglia di libertà, dall’altro dal punto di vista della resistenza intesa quale unico mezzo per combattere la violenza, per ribellarsi ad un regime che tutto vuole tranne che tutelare la vita.
Interessante la realtà storica, il periodo narrato va infatti dal novembre 1944 fino all’ultima offensiva del 9 aprile 1945, stallo che si concluse con l’entrata delle truppe britanniche neozelandesi, avvenuta il giorno successivo in una Cotignola spettrale, rasa al suolo, cancellata dai bombardamenti aerei e dalla paura. Indeterminabile il contributo di Vittorio Zanzi, macellaio antifascista che ricopriva il ruolo di commissario prefettizio garantendo asilo ai bisognosi. Basti pensare che ben 41 ebrei ed innumerevoli altri sfollati, rifugiati politici etc sono stati accolti in quei 145 giorni di agonia. Non è dunque solo il racconto della Guerra, delle fucilazioni, dei partigiani, ma anche e proprio quella della voglia di vivere, del rispetto dell’esistenza dell’individuo stesso.
Un graphic novel che si avvalora e caratterizza per la fusione di due stili diversi eppure perfettamente coesistenti tra loro, quello di Marina morbido, dai colori leggeri, fiabeschi, dall’impatto acquerellabile, infantile nella parte riservata alla narrazione presente, e quello di Rocco, duro, marcato, scuro, cupo, ed atto cioè a mostrare al lettore dell’irrompere di quella violenza volta a distruggere la quotidianità, la pace dell’ordinaria esistenza umana. Sogno e realtà.
Un elaborato che avvolge per la semplicità della sua storia, per la verità della stessa e per la cura e la dedizione di illustrazioni magistralmente riuscite.

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