Narrativa italiana Racconti Esercizi di memoria
 

Esercizi di memoria Esercizi di memoria

Esercizi di memoria

Letteratura italiana

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23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la vita unica di Camilleri. "Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre." Questo è Camilleri. Poi a novant'anni arriva il buio. E così come non era terrorizzato dalla pagina bianca, combatte anche l'oscurità della cecità e inizia a dettare. La sua produzione letteraria trova nell'oralità una nuova via per raccontare le sue storie. Ma se forte era la sua disciplina prima, lo è ancora di più oggi che può contare esclusivamente sulla sua memoria. E quindi occorre tenerla in esercizio: osservare nei dettagli i ricordi, rappresentarsi nella mente le scene. Quelli qui pubblicati, come dice lui, sono i compiti per l'estate: 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la sua vita unica e, sullo sfondo, quella de nostro Paese. La memoria qui non p ami appesantita né dalla malinconia né dal rimpianto. Per questo Camilleri ha chiesto a chi parla attraverso i colori, le forme e i volumi di rendere il suo esercizio più godibile, più leggero, più spettacolare.



Recensione della Redazione QLibri

 
Esercizi di memoria 2017-10-05 03:50:57 siti
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siti Opinione inserita da siti    05 Ottobre, 2017
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AUTOBIOGRAFIA EPISODICA

Nell’estate del 2016, in vacanza nel suo monte Amiata, Camilleri quasi novantunenne, cieco, tiene in esercizio la sua memoria e ricorda consegnando sotto dettatura ventitré racconti, squarci di una vita lunga, incredibile e ricca di avvenimenti. L’esercizio di memoria non assume mai il tono memorialistico quanto piuttosto quello della giustapposizione di aneddoti che hanno il dono di immergerci in atmosfere del passato, nella vita culturale italiana e di rimando ci addentrano nella storia del Paese; Camilleri sempre lì, testimone e quasi indiretto protagonista di un segmento temporale scandito da grandi nomi e da grandi eventi che sono già entrati di diritto nella storia politica, sociale e culturale dell’Italia e dell’Europa, lui ancora vivente. Restio alla pubblicazione dei testi partoriti dal ricordo in un volume, lui autore prolifico la vivrebbe come una sovrabbondanza accessoria, si fa convincere dal prodotto editoriale che gli viene proposto. Il volume esce accompagnato da cinque illustrazioni inedite di Alessandro Gottardo, Gipi, Lorenzo Mattotti, Guido Scarabottolo e Olimpia Zagnoli; egli, dopo aver sentito la descrizione delle tavole prodotte, ispirate dai suoi testi, dopo averle minuziosamente ricreate nel suo universo visivo dipinto ormai di nero, recupera i colori, le forme, vede di nuovo e gode dell’arte. Basta questo: l’ennesimo esercizio di una mente eccelsa che non si arrende all’oblio, in nessuna forma.

La lettura è godibilissima, intrisa dello spirito del suo autore, mai una vena malinconica ma sempre una verve ironica e un grande sentimento di riconoscenza rispetto alla sua esperienza di vita; una bella occasione per tutti insomma leggere questa sorta di autobiografia episodica, non è necessario aver letto le sue opere o essere un suo estimatore, la curiosità nel neofita si accenderà automaticamente pur essendo presenti nel testo rari riferimenti alle sue opere o al suo Commissario: regna sovrana una modestia che non si nutre di falsi allori. Belle e sincere e scanzonate le pagine dedicate al serissimo mondo dei Premi Letterari… La goliardia è sempre nell’angolo, alleggerisce fatti di vita anche tragici, molte le pagine con lo sfondo animato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale o dai soprusi dell’epoca fascista, eppure strappa sempre un sorriso. Alcuni aneddoti hanno poi dell’incredibile e ci si ritrova a pensare che la fantasia abbia preso il sopravvento ma non è così: la vita di Camilleri ha il dono della meraviglia, della veridicità, della levità e in alcuni casi anche dell’ubiquità. Semplicemente vera.

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TUTTO O NIENTE DI CAMILLERI
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Esercizi di memoria 2018-09-17 12:31:32 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    17 Settembre, 2018
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Prima che la memoria si cancelli

Come assai opportunamente l’autore precisa in una sua introduzione all’opera la stessa è stata concepita come un esercizio per le vacanze trascorse nell’estate del 1916 nella casetta sul Monte Amiata. L’età, che inevitabilmente trasforma e storpia anche la memoria, con l’aggiunta della sopravvenuta cecità, fanno sì che questi ricordi messi giù come racconto costituiscano per Camilleri soprattutto un punto fermo e cioè abbiano lo scopo di evitare le assai probabili future dimenticanze. Al lettore queste prose possono far pensare, giustamente, a una sorta di autobiografia non consequenziale, cioè a un insieme di episodi che possono far sapere qualcosa di più sul trascorso dell’autore. Preciso subito che non si racconta di eventi eclatanti, anzi, tranne pochi casi, di tratta di fatti che sconcertano nella loro banalità e che possono essere riferiti anche a vite di altre persone. Chi si aspettasse un Camilleri segreto, una figura dal passato epico, è meglio che si metta l’animo in pace, perché Camilleri è un comune mortale. Ciò non toglie che, nella sua non certo corta vita che ha attraversato un periodo storico memorabile per l’Italia, ci siano stati episodi che, almeno a puro titolo di curiosità, possono interessare, quali, per esempio, la storia quasi kafkiana delle ceneri di Pirandello, o la vicenda dell’ingegnere che in periodo bellico si diletta a costruire aquiloni con i quali intende bombardare Malta, per non dimenticare poi l’incontro con i briganti della banda del famigerato Salvatore Giuliano, oppure la fallita intervista a Luciano Liggio. L’episodio migliore, però, almeno secondo me, è il colloquio con Eduardo De Filippo sulla sua isola nel golfo di Napoli. Meno interessanti e, a parer mio, addirittura noiose sono le prose ove si racconta di incontri con artisti del mondo delle lettere e dello spettacolo. Forse per l’autore hanno un’importanza tutta particolare che invece non riesce a cogliere chi vive fuori da quel mondo. Nel complesso, benché fra alti e bassi, la lettura è abbastanza interessante, ma non rivela nulla di più di Camilleri di quanto già conosciamo.

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Esercizi di memoria 2018-07-21 17:24:47 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    21 Luglio, 2018
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Fotografie di vita

È difficile trovare una definizione per inquadrare con precisione questo libro. Andrea Camilleri ci regala i propri ricordi, ma non si tratta di un’autobiografia. È una raccolta, sì, ma si fa quasi fatica a chiamare racconti questi brevi capitoli che fotografano alcuni episodi tratti dal vissuto familiare e lavorativo dell’autore siciliano. Ecco, per me, “Esercizi di memoria” è una scatola di cioccolatini, gioiellini di gusto dai ripieni talvolta stravaganti che ti permettono di godere di qualche attimo di mirabile bellezza.

Ventitré capitoli per ventitré momenti di vita. Non i più intensi, i più significativi, i più importanti, ma ventitré frammenti che sembrano scelti quasi a caso pescando tra le infinite memorie di un’esistenza che è stata ricchissima di incontri e amicizie, di esperienze e curiosità, e ha visto l’Italia attraversare alcune tra le fasi più difficili della propria storia: il fascismo, la guerra, il terrorismo.

Tanti i personaggi celebri immortalati in preziosi camei. Eduardo De Filippo, schivo e intuitivo, con la sua paradisiaca isoletta nel golfo di Positano. Monica Vitti, Michelangelo Antonioni e l’idea di un film divertente mai realizzato. O ancora un vicino di casa un po’ bizzarro, avvolto nelle coperte in piena estate, Vincenzo Cardarelli.

Tante anche le vicende personali. La pericolosa caduta giovanile in un pozzo nero di melma, che tanta fortuna gli ha regalato. L’indimenticabile incontro con alcuni briganti della Banda Giuliano o i curiosi aneddoti legati alla vincita di premi letterari. Ma anche la distruzione dei bombardamenti o la paura della censura e del carcere.

Ventitré frammenti di memoria, raccontati con una penna frizzante e leggera, capace di avvolgere anche i momenti di commozione con la morbidezza di un sorriso. Neanche la cecità impedisce a questo inarrestabile novantenne di regalarci l’ennesimo gioco acrobatico, un elaborato scorrevolissimo e di piacevole intrattenimento, che mescola ironia e divertimento, storia e curiosità e, soprattutto, l’emozione di una vita vissuta davvero.

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Esercizi di memoria 2017-10-21 16:50:33 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    21 Ottobre, 2017
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Nostalgici ricordi di un mondo scomparso.

Andrea Camilleri ormai non scrive più, ma continua instancabilmente a lavorare, dettando quanto gli preme comunicare; nel volume appena edito da Rizzoli (2017) sono riportati episodi di vita vissuta, incontri con personaggi famosi, esperienze di lavoro e familiari che l’autore classifica come veri e propri “Esercizi di memoria”, una memoria vivida, che scava con arguzia e nostalgia in ricordi, che paiono attuali tanto sono precisi e particolareggiati, di fatti risalenti più o meno alla metà del secolo scorso. Il volume, portato a termine durante le ferie estive del 2016 sul Monte Amiata, inizia con il racconto delle vicissitudini per onorare le ultime volontà di Pirandello, le cui ceneri il commediografo voleva tumulate in contrada Caos, ad Agrigento, di fronte al “grande mare africano” ; altri racconti fanno rivivere episodi dell’intensa vita giovanile di Camilleri e delle sue esperienze come regista teatrale e televisivo: ed ecco sfilare grandi personaggi della letteratura, del teatro e del cinema, da Vincenzo Cardarelli a Eduardo de Filippo (guai a parlargli del fratello Peppino!), dal regista teatrale russo Piotr Sharoff a Michelangelo Antonioni, da Monica Vitti a Vitaliano Brancati, da Mario Luzi a tanti altri citati di sfuggita di cui forse oggi si è persa la memoria. Ma la memoria di Camilleri si fa più intensa e partecipe quando narra in vari episodi esperienze dirette, che hanno lasciato traccia indelebile: la casa di campagna dei nonni, una via di mezzo tra “una villa e una casa colonica”, che Camilleri descrive minuziosamente, percorrendone ogni stanza ed ogni angolo con nostalgia, quasi rivivendo gli attimi felici dell’infanzia e dell’adolescenza, e poi, più in là negli anni, l’ incontro fortuito con un vecchio bandito della banda Giuliano che cita a Camilleri, allora studente universitario, Kant, Schopenhauer e Hegel, i preliminari per un colloquio con il capo mafioso Luciano Liggio, gli incontri con personaggi stravaganti, come il commediografo Serbati Angelo (cui è dedicato un intero capitolo), originale e caparbio, precursore del surrealismo, ignorato dalla critica e poi diment6icaqto da tutti, l’edicolante della stazione di Napoli e la sua fragorosa pernacchia, la bionda cavallerizza del circo Pianella, l’irredentista maltese Borg Pisani … Non manca un capitolo del volume dedicato ai premi letterari vinti da Camilleri, elencati non per vanteria ma spiegandone le motivazioni talora bizzarre. Ed infine una rivelazione: per il commissario Montalbano, protagonista di tanti romanzi di Camilleri, l’autore dichiara di essersi ispirato ad un cugino di suo padre, il commissario Carmelo Camilleri, operante durante la seconda guerra mondiale, un uomo che, come Montalbano, “ per la ricerca della verità mette in gioco tutto sé stesso”. In “Esercizi di memoria” Camilleri, ormai novantenne, mette a nudo aspetti poco noti della sua vita giovanile, e lo fa con piglio altrettanto giovanile, quasi conscio di avere, fortunatamente per lui e per noi, ancora tante cose da raccontare.

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I romanzi ed i racconti di Andrea Camilleri.
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