Narrativa italiana Romanzi Se il sole muore
 

Se il sole muore Se il sole muore

Se il sole muore

Letteratura italiana

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"E' il resoconto, minuzioso e crudele, d'un viaggio, d'un periodo trascorso fra gli astronauti americani, assistendo al loro lavoro, ai loro esperimenti, all'insorgere delle speranze, al cadere delle illusioni. Un libro che narra fatti realmente accaduti, ma che appaiono incredibili." (Il Mondo) Un libro coraggiosamente autobiografico: il diario di una donna moderna lanciata alla scoperta del nostro futuro, l'avventura del viaggio alla Luna e agli altri pianeti, il trionfo di una società tecnologica che con le cosmonavi e i calcolatori elettronici cambia perfino la morale e i sentimenti.



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Se il sole muore 2020-06-15 09:11:34 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    15 Giugno, 2020
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on air

Se il sole potesse morire, cosa ci sentiremmo autorizzati a spegnere per sempre, sul nostro pianeta, per poter partire verso una terra promessa?

Erano gli anni Sessanta quelli della conquista della Luna, la grande avventura verso l’era spaziale che imbottiva gli Stati Uniti – e pure il resto del mondo – con la pianificazione di viaggi galattici, ottimismo e budget più stellari delle stelle stesse ad appoggiare l’impresa. L’esplosione della tecnologia avveniva in un’epoca ben diversa da quella attuale, densa di concretezza e per nulla virtuale.
Oriana Fallaci sa essere nel posto giusto al momento sbagliato, o nel posto sbagliato al momento giusto e a volte, con questo sistema, si percepisce meglio la cronaca rispetto a quando tutto è giustamente allineato.
Questo volume è il racconto di quei tempi, attraverso il resoconto della scrittrice che per un anno visse negli Usa a stretto contatto con gli uomini della Nasa, i loro progetti, i loro sogni, i loro estesi orizzonti.
Benché il taglio di fondo sia giornalistico, la tecnica usata del monologo col padre scettico dona al testo un’aura molto intima e per nulla scientifica. Per il lettore è un approccio molto più simile a quello del romanzo, che non della saggistica.
Superba la prima parte che narra di una donna confusa e perplessa, combattuta tra magia della Luna e attrazione verso l’ignoto contro l’etica di casa nostra. Sono i tempi in cui dalla piccola provincia erbosa toscana, in cui si paga per salvare querce secolari, Fallaci viene catapultata in un mondo di deforestazione e cemento, di erba sintetica e fiori di plastica, perché il progresso ha il suo prezzo e la natura paga sempre per prima. Sono mesi di interviste per approfondire la conoscenza di ciò che gravita attorno al sistema e per presentarci gli uomini più celebrati del momento, gli astronauti.

Un lungo libro carico di riflessioni che porterà l’autrice a cambiare il suo punto di vista. Ad osservare e ponderare il peso della vita, della morte e l’ambizione di vivere il più a lungo possibile attraverso il lancio di un razzo che ci avrebbe dovuto aprire velocemente la strada verso l’Universo. E verso la salvezza, se il sole morisse.

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Se il sole muore 2015-09-24 08:03:02 BeaBonheur
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BeaBonheur Opinione inserita da BeaBonheur    24 Settembre, 2015
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IL PIU GRANDE SOGNO DELL'UOMO

" [...] sono certo che un giorno tra milioni e milioni di corpi celesti, ritroveremo anche l'uomo"

Questa è la storia di un viaggio ma anche di un sogno. Un'indagine nell'uomo e nell'infinito.
"Se il sole muore" cerca di ricostruire le ragioni umane che hanno spinto e spingono l'uomo a superare sé stesso e sfidare l'universo immettendosi nel più grande viaggio mai intrapreso: la scoperta nello spazio.
Protagonista è l'uomo incarnato e rappresentato da questi eroi primordiali che sono stati gli astronauti, filtrati ed osservati attraverso l'occhio clinico della Fallaci, il quale si orienta verso una ragione principale ed inevitabile : cosa spinge l'uomo a superare le frontiera del conoscibile? Perchè andare nello spazio? Quali paure accompagnano i nostri eroi contemporanei?
Questa non è altro che un'analisi antropologica sull'uomo incapace di arrendersi sfidando le leggi di Dio e della storia per raggiungere l'inconoscibile.
Lo Spazio diventa nell'immaginario comune il nostro futuro possibile, da all'umanità nuove speranze di rinascita, rende possibile sognare e vedere i propri sogni avverati. Per la prima volta nella storia, l'essere umano entra in un sogno divenuto realtà per l'intera umanità..e se il sole muore, abbiamo sempre la Luna in cui vivere.

A più di 45 anni di distanza, la più grande avventura dell'uomo, piu dei mari, dei sottomarini, di tutte le Indie e le Americhe, appare connotata da quella sottile ingenuità nutrita allora sulle grandi speranze. Il mondo ha potuto immaginare una nuova vita, ha sognato un nuovo mondo e forse un nuovo uomo, con tanta intensità da credere che ben presto la Vita sarebbe cambiata.
E' buffo, per una che come me è nata negli anni '90 e che ha dato tutto ciò per scontato (l'uomo sulla Luna, i satelliti, le spedizione astrali) accompagnare l'autrice in questo sogno di scoperta primordiale e colmo di fiducia. Sono nata che la Luna era già stata conosciuta dall'uomo e si era ormai sbiadito il sogno di un futuro per l'umanità nello spazio. Ho nutrito profonda tenerezza durante l'indagine sulle coscienze di questo uomo degli anni '50 con la sua incredibile voglia di infinito, comparato con la realtà odierna, in cui... abbiamo ancora dei sogni?
Forse davvero in quel momento ci siamo sentiti infiniti.

Se il sole muore ci da una grande lezione: in qualsiasi realtà o galassia, L'UOMO CE LA FARA'.

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Per chi ama sognare.
Per chi vuole capire l'Uomo.
Per chi non smetterai di credere.
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Se il sole muore 2013-06-14 08:18:55 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    14 Giugno, 2013
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Le stelle negli occhi

“A mio padre che non vuole andar sulla Luna perché sulla Luna non ci sono fiori né pesci né uccelli”. Questo libro è molto più che la cronaca di un viaggio nel mondo degli astronauti, perché c'è dentro la metamorfosi di un'anima: quella della stessa autrice, giovane donna già lontana dai dogmi della Chiesa ma non ancora atea, ironica ma non ancora cinica.
Un anno passato a contatto con i gladiatori dell'era spaziale, “che voglion andar sulla Luna perché il Sole potrebbe morire”, basterà a convertirla, a convincerla che progresso e futuro hanno un prezzo che vale la pena pagare: montagne affettate, fiumi deviati, alberi abbattuti. Ma esplorare sempre nuove frontiere è un imperativo a cui l'umanità non può sottrarsi, perché rompere le catene che ci tengono legati alla Terra è una sfida esaltante che affonda le sue radici nella lotta per la sopravvivenza.
Grazie ad un sapiente uso del flash-back, il ponte tra passato e presente, tra vecchio e nuovo mondo, dà esattamente l'idea di ciò che è stato e che occorre lasciarsi alle spalle per abbracciare la causa di chi guarda ardito al futuro: “Un albero solo non conta. Mettiti in testa che un albero solo non conta e comprenderai che la morte non esiste, papà”.
Il lettore contemporaneo sorride ormai di certe previsioni scientifiche datate 1965, come la convinzione che nel 1990 i razzi sarebbero diventati normali mezzi di trasporto, ma la forza che la Fallaci riesce ad imprimere alle pagine non ne viene intaccata.
Dalla parlata fiorentina che caratterizza l'intera narrazione fa continuamente capolino un'ironia che non risparmia neppure i più autorevoli scienziati e tecnici della NASA, mentre si scopre che gli eroi forse è meglio non guardarli troppo da vicino per non rovinare l'effetto e che la Luna non è affatto bianca e luminosa come appare dal nostro pianeta, ma più nera del nero.
Eppure fuori dall'atmosfera terrestre qualcosa c'è, un mistero di cui ci si innamora e che si lascia con rimpianto. Lo sanno bene quelli che ci sono stati e che dopo, con le stelle negli occhi, continuano per mesi a camminare guardando il cielo con aria assente.
Il lato umano di un mondo automatizzato, è questo che ci fa scoprire la scrittrice, interessata, più che alla spiegazione di certi sistemi automatici, a certe rughe precoci intorno agli occhi di chi sta intervistando: “Era come scoprire, non so, che in cielo vengon le rughe, che anche gli angeli diventano anziani, e dava una sensazione spiacevole, colma di perplessità”.
Ma assistere per la prima volta al lancio in orbita di un razzo metterà anche a lei, per sempre, le stelle negli occhi, rivelandole quanto siano meravigliose le potenzialità dell'uomo, anche quando trasforma il paradiso in inferno: “per un minuto, uno stupendo minuto, m'è sembrato di vedere gli uomini che giocavano a carte con Dio”.

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Se il sole muore 2013-04-27 13:56:26 Zine
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Zine Opinione inserita da Zine    27 Aprile, 2013
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Il futuro è un'avventura

Non è un reportage giornalistico, anche se chi lo scrive è una giornalista in missione speciale presso – nientemeno – la NASA. Troppo umano, troppo personale. Allora un diario? In parte. Sicuramente vi è segnato tutto quanto l’autrice ha fatto, pensato, indagato; tutte le persone che ha conosciuto, le conversazioni, le discussioni, perfino le litigate che hanno costellato il suo lungo viaggio in più riprese. Una cronaca di viaggio, quindi? Un viaggio dello spirito, più ancora che fisico. Un viaggio verso il futuro possibile, verso un mondo che sembra non avere più bisogno del passato, un mondo duro e tecnologico che nella sua apparente freddezza nasconde le scintille di un sogno vecchio come l’umanità: superare se stessi, sfidare Dio.
“Se il Sole muore” di Oriana Fallaci è tutto questo e molto più, ma a conti fatti può essere definito una lunga, dettagliata e toccante lettera a suo padre, acceso nemico dell’avventura spaziale che non riesce a capire l’interesse della figlia per quei dannati aggeggi che profanano lo Spazio e per quegli uomini che non sanno comprendere quanto sia bello e giusto rimanere sul Pianeta Terra.
La Fallaci prese tanto sul serio questa diatriba con il padre da partire per gli Stati Uniti ed entrare a stretto contatto con tutto ciò che concerneva la nuova avventura spaziale. Siamo nei primi anni ‘60, l’uomo si prepara ad andare sulla Luna, la tecnologia si evolve a ritmi frenetici, quasi spaventosi. La società americana si è completamente piegata alla nuova era spaziale: niente è più interessante o utile se non correlato alla corsa allo spazio.
L’autrice si trovò catapultata in un mondo in cui i bambini parlavano di propellenti per razzi con la competenza di adulti, lavorare per la NASA era come far parte di una setta religiosa e ogni traccia di bellezza naturale veniva cancellata per far spazio al nuovo, all’artificiale, a ciò che era veloce e comodo. Un trauma, per una donna cresciuta tra le colline del Chianti, che la farà tendere per qualche tempo verso le convinzioni paterne.
Poi, però, la Fallaci fu messa a contatto con quelli che pensava eroi: gli astronauti. E qui inizia la vera e propria comprensione del sogno dello spazio: dal dialogo e dalla vicinanza con persone alla fin fine normali, a volte anche troppo, ma che per questo sapranno essere ancora più preziose, coraggiose, speciali.
Con il suo solito stile ironico, pronta a prendersi gioco di tutto (perché in primo luogo prende in giro se stessa) come a commuoversi e commuoverci con i suoi sogni e il suo senso del bello, del prezioso da riscoprire nell’uomo, la Fallaci compone una sinfonia di accompagnamento verso la Luna, il Futuro, ciò che diverremo (o che si desiderava diventare…purtroppo non stiamo mai al passo con i nostri sogni).
Questa stupenda lettera al padre è scritta in un italiano inframmezzato da pungenti tocchi di toscano, utilizzato senza remore anche nel riportare parole di gente anglofona che con l’Italia non ha nulla a che fare. E’ il carattere che vi si adatta, il carattere baldanzoso e un po’ incosciente di quegli States che ci arrivano tramite la penna della Fallaci, quel Paese che voleva schizzare nel futuro sui razzi figli delle armi che avevano flagellato l’Europa sotto il nazismo. Un orrore trasformato in sogno, trasformato a sua volta in delirio che non può che avverarsi traumaticamente o sfumare in qualcosa di più calmo e razionale.
Sono le persone, vere e senza filtri, che rendono speciale questo testo che sembra una storia di fantasia ma non lo è: Ray Bradbury, lo scrittore che riusciva a guardare al futuro amando perfino la paura che esercitava su di lui; Donald Slayton, costretto da un minuscolo difetto cardiaco a rinunciare alla Luna e accontentarsi con coraggio di un lavoro dietro alla scrivania; Theodore Freeman, un poeta nella tuta d’astronauta, che morì in un incidente aereo senza aver mai potuto volare nello Spazio; Charles Conrad, detto Pete, sempre pronto a scherzare su tutto e a sollevare il morale a chi gli stava attorno; e Oriana stessa, una donna straordinaria capace di calarsi in questo ambiente per lei straniero fino a diventarne parte e comprenderlo, offrendocene poi un ritratto nitido come una fotografia a colori.
Un libro speciale, splendido, forse uno dei migliori che io abbia mai letto.

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Se il sole muore 2010-07-08 12:09:03 gio gio 2
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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    08 Luglio, 2010
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se il sole muore

La Fallaci inizia questo libro scrivendo una dedica ...A mio padre che non vuole andare aulla Luna parche' sulla Luna non ci sono fiori ne pesci ne uccelli.A Teodor Freeman che mori' ucciso da un'oca mentre volava per andar sulla Luna.Ai miei amici asrtonauti che vogliono andar sulla luna perche' il sole potrebbe morire. Spietatamente autobiografico descrive incredibilmente minuzioso le interviste,i rapporti d'amicizia, i dettagli tecnologi degli astronauti che ando' ad intervistare in America,una nuova societa' tecnologica che e' in grado di cambiare la morale di questi personaggi,infatti alcuni di questi divengono arroganti,si sentono potenti,si sentono "padroni" della Luna ed insieme ci pone davanti un altro grande quisito:se il Sole dovesse morire andremo sulla Luna?una scrittura audace,minuziosa,sempre lei, donna moderna e coraggiosa che non si stancava mai di chidersi i perche' ci trasporta in un viaggio sulla luna e sui sentimenti umani quelli che ci fanno sentire legati alla nostra Terra e al nosrto Sole che la riscalda e tiene in vita noi esseri viventi,i nostri alberi,i nostro fiori,..ma....se il nosrto Sole dovesse morire?

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