Narrativa italiana Romanzi Splendi più che puoi
 

Splendi più che puoi Splendi più che puoi

Splendi più che puoi

Letteratura italiana

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L'amore non chiede il permesso. Arriva all'improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma quando per la prima volta ha incontrato Marco, che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è meraviglioso, perfetto. Fino a quando Marco non la ricopre di attenzioni troppo insistenti. Marco ha continui sbalzi d'umore e non riesce a trattenere la sua gelosia. Emma non riconosce più l'uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Ma quando diventa madre, il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Perché il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, in fondo sa come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.



Recensione della Redazione QLibri

 
Splendi più che puoi 2016-04-03 10:32:26 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    03 Aprile, 2016
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Emma.

Quando dopo dieci anni la storia e convivenza con Tommaso giungono alla loro conclusione, per Emma si apre una voragine, un vuoto immenso difficile da arginare. Quei vent’anni che la separano dal medico per cui ha messo in discussione tutto, dai genitori agli studi, si riversano su di lei come una spada di Damocle e la pura e semplice realtà dei fatti pronunciata dal compagno “non ti amo più”, sono troppo da sopportare.
Così, quando incontra Marco, Emma crede di aver trovato l’uomo giusto. E’ disillusa, affranta, provata da quella relazione su cui ha tanto investito e che ora e le si riversa contro. Il nuovo pretendente è un collezionista d’arte (o almeno così sostiene), la riempie di attenzioni, fiori, gesti galanti. La sorprende in tutto, compreso nella volontà di sposarla in segreto il giorno prima della Pasqua dopo appena sei mesi di frequentazione. La ragazza, ingenua e illusa dai falsi modi del contendente, decide di buttarsi; coniugarsi e metter su famiglia è sempre stato il suo sogno, ed ora che ha trovato la persona giusta perché tirarsi indietro?
Una mattina come tante e si riscopre sposata a quell’individuo che sin da poche ore dopo la celebrazione si rende conto non conoscere. Basti pensare al passatismo dello stesso di fronte alla comunicazione del loro connubio alle due rispettive famiglie. Per Emma quel distacco, quell’indifferenza dei parenti del marito e di questo, è stranissima, così come lo sono le parole della di lui madre «non ho paura di te, ho paura per te».
Sin da subito le reazioni dell’uomo si dimostrano imprevedibili, i suoi sbalzi d’umore ingestibili e purtroppo anche le mani. E se inizialmente Emma tollera perché non vuol ammettere di aver commesso un errore, non vuol chiedere aiuto, e crede di potercela fare da sola, alla nascita della sua piccola Martina tutto cambia. Adesso deve combattere, deve risvegliarsi da quei giorni, mesi, anni, di tentata comprensione e remissione, deve salvarla. Il coniuge è arrivato a segregarla nella sua residenza della famiglia in San Biagio, e giorno dopo giorno le sue aggressioni verbali e fisiche sono più forti, incontrollabili, impossibili da gestire. E se per vendicarsi di lei e della sua inadeguatezza come donna e come moglie avesse iniziato a rifarsela su Martina? Come avrebbe fatto allora? Un conto era lei, ma la bambina non doveva essere toccata. Il calvario non sembra avere fine, eppure Emma ci riesce, lo attira di fronte ai fratelli, al padre e alla madre obbligandolo a curarsi. Per lei e la figlia un nuovo inizio, purtroppo ancora non rosa. Seguono anni di controversie legali, ma anche di minacce, aggressività, costrizioni, paura. Per la donna è arduo andare avanti, vivere senza il terrore, ricominciare…
Sara Rattaro, vincitrice del premio Bancarella del 2015, torna in libreria con un romanzo dalle tematiche forti. Le violenze domestiche, un amore comandato dall’autorità, dal dover chiedere il permesso per qualsiasi cosa, dal dover sopportare, tollerare e sottomettersi alle percussioni e lesioni di un marito autoritario e paranoico, la voglia di vincere quel dolore, di vedere quella luce in fondo al tunnel, di abbracciare quella speranza che tanto è stata relegata nel profondo, il desiderio di riconquistare la propria indipendenza e la fiducia in se stessi e negli altri, la volontà di proteggere la propria figlia da quell’inferno quotidiano, sono solo alcune di queste.
La storia narrata, è una storia come tante, come molte di quelle che ascoltiamo alla televisione o che leggiamo sul giornale. E’ una realtà in cui è intriso anche un obiettivo, quello di invitare queste anime violate da chi professava di amarle, a ribellarsi alla tirannia, alla prigione in cui si sono ritrovate per errore, consapevolezza, ingenuità, è la preghiera silenziosa a rivolgersi a centri di accoglienza specializzati, a farsi del bene, a riprendersi la propria vita. Perché a volte non vogliamo vedere oltre, vogliamo a tutti i costi trovare il buono in chi abbiamo accanto, concedergli fiducia. E nessuno può essere condannato per questo, è un proposito insito nell’animo umano. Tutti sbagliamo, e certe volte ammettere l’errore e concedersi una seconda possibilità è quanto più difficile ci sia. Della storia di Emma, vicenda ahimé realmente accaduta ad una persona vicina all’autrice, la parte più difficile da affrontare non è nemmeno tanto quella delle violenze, è quella della rinascita, quella del “dopo”; scoglio apparentemente insormontabile.
Fluente, diretto, concreto. Un testo che è capace di coinvolgere chi legge tanto che si conclude in appena 7/8 ore; ma alla sua ultimazione state pur certi che non vi avrà lasciato indifferenti. L’unica pecca, il solo cavillo: il tentato linguaggio giuridico, lo sperato approfondimento legale. Purtroppo su questo fronte qualche lacuna c’è, poteva fare di più per rendere maggiormente solide le sue argomentazioni. Lo so, sono puntigliosa, ma per altrettante sostenibili ragioni. Buono comunque il proposito.

«Non esiste la coppia perfetta. Nessuno può amarsi per sempre, nutrire infinita fiducia o costruire un rapporto del tutto privo di minacce. Esistono solo impavide persone che nonostante tutto ci provano. A volte ci riescono.»

«Si chiama dolore, ha mille abiti ma un solo odore»

«Tutto questo viene comunemente chiamato guarigione, il nostro ritorno all’equilibrio e alla salute. Raramente però è accompagnato dalla dimenticanza. Ma non importa, perché l’unica cosa davvero importante è ricordarsi di splendere. Anche se il mondo, a volte, te lo impedisce, tu splendi. Splendi più che puoi.»

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a tutte ma soprattutto a quelle donne che vivono queste realtà affinché possano trovare il coraggio di dire basta.
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Splendi più che puoi 2016-11-25 20:39:08 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    25 Novembre, 2016
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Ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece


Oggi, in occasione della "Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne", non ho cambiato la mia foto profilo, niente scarpette rosse, né slogan preconfezionati.
Se proprio devo celebrare una giornata contro un abominio che andrebbe combattuto tutti i giorni, lo faccio a modo mio, nel modo che mi è più rappresentativo...leggendo.
Ed ho scelto di farlo con questo libro.
Un libro sulla violenza domestica.
Un libro sulle donne vittime di amori sbagliati, malati...
La storia è più o meno quella di tutte le donne che hanno la sfortuna di incontrare, innamorarsi e sposare, uomini meno che mediocri, che hanno bisogno di dimostrare tutta la loro forza e il loro potere per colmare la totale mancanza di intelligenza, per cercare certezze della loro presunta virilità.
Di colmare il loro "niente".
È la storia di tutte le donne che vediamo nei Tg, quelle umiliate, picchiate e troppo spesso uccise dalle stesse mani che le accarezzavano...
Ma il fatto che questo fosse "solo" un romanzo, non ha attenuato il mio sdegno, la mia frustrazione, la mia rabbia, tanta...troppa.
Poi scopri che non è "solo' un romanzo...e a quel punto la rabbia cede il posto dapprima ad una sorta di furore (che ho dovuto contenere per non scagliare contro il muro il mio kindle), poi ad un sentimento di scoramento.
Quell'orribile sensazione di impotenza che ti assale, che ti fa venire voglia di farti paladina di tutte queste donne calpestate da ominicchi.
Più sono "piccoli" più picchiano.
Io, questi mezzi uomini, li ammazzerei tutti.
Senza stare ad analizzare i perché ed i per come si diventa dei mostri. Basta!
Nessun perdono.
Nessuna pietà.
E la Rattaro è stata bravissima a raccontarci questa storia, con il suo solito modo di scavare nelle imperfezioni, nel dolore, con una semplicità ed una chiarezza tali da lasciarti senza parole, ma con gli occhi e il cuore gonfi di lacrime.
Le mie sono anche scese.
Semplice nel raccontare ciò che semplice non è affatto.
Emma è l'emblema della donna vittima di un marito psicotico e paranoico che piano piano s'impossessa della sua vita, della sua libertà, della sua dignità: la rinchiude in casa, le fa terra bruciata intorno (famiglia e lavoro), decide quando e cosa deve mangiare, usa la loro figlioletta come minaccia...e poi le botte, tanto c'è sempre un motivo per darle.
Emma ha vissuto l'inferno, ma non vi è morta dentro. Ha potuto raccontarlo.
Purtroppo dalle violenze domestiche non se ne esce semplicemente andando via da casa, il percorso è lungo, faticoso, irto di ostacoli...specie se ci sono dei bambini.
Io auguro a tutte le "Emma" sparse per il mondo di riuscire a trovare la strada della salvezza, che, inevitabilmente, passa dall'imparare a volersi bene.
E dal chiedere aiuto. Sempre. Da subito.

"In astronomia la chiamano "energia oscura".
Ed è la causa primaria dell'espansione accelerata dell'universo.
Qui, sul pianeta Terra, la riconosciamo in ogni donna capace di portarsi in salvo".

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Splendi più che puoi 2016-08-16 16:38:24 Unda Maris86
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Unda Maris86 Opinione inserita da Unda Maris86    16 Agosto, 2016
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Ri-splendere

Ispirato al delicato tema della violenza sulle donne, "Splendi più che puoi" è la storia di un complesso percorso di emancipazione fisica e psicologica dagli abusi commessi quotidianamente da un marito senza scrupoli, insensibile e paranoico. Così, tra le ferite che lacerano il corpo e quelle che provano lo spirito, Emma, la protagonista, dovrà prima studiare attentamente i comportamenti del marito per prevederne ogni possibile mossa e, poi, mettere a punto un vero e proprio piano in fuga per portare in salvo la propria vita e quella di sua figlia di quattro anni. A questo punto, insieme alla battaglia legale volta ad ottenere l'affido esclusivo della piccola, inizia la dura lotta interiore affrontata dalla donna per riconciliarsi con se stessa e tornare ad una vita il più possibile "normale". Prezioso, in questo lungo processo, si rivelerà il contatto con altre donne segnate dallo stesso dramma, tutte, come Emma, al capolinea di storie diventate impossibili. Solo così, un po' per volta, la donna riacquisterà la necessaria fiducia in se stessa e nel proprio valore, tornando con forza a vivere il lavoro e gli affetti più cari.
Nonostante il difficile tema trattato, la narrazione non presenta mai toni cupi o eccessivamente drammatici, prediligendo di gran lunga la visuale introspettivo-psicologica alla descrizione delle violenze, senza rinunciare, per questo, ad un profondo, impeccabile realismo. Da segnalare di certo il pregio di uno stile semplice ed efficace per raccontare una verità complessa, come quella della violenza, dai mille nomi ma spesso senza voce.

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