Narrativa straniera Classici Storia di Ochikubo
 

Storia di Ochikubo Storia di Ochikubo

Storia di Ochikubo

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Al pari di tante altre opere della narrativa giapponese classica, tuttora ignota è l'identità dell'autore di "Storia di Ochikubo". Di certo, a giudicare per lo meno dallo stile e dalla terminologia di molti passi, l'opera fu il frutto della fantasia di uno dei numerosi aristocratici che nel corso della prima metà del periodo Heian (794-1185) produssero letteratura a uso e consumo delle dame di corte di Kyoto. Per molti secoli il romanzo fu attribuito a Minamoto no Shitago (911-983), letterato e poeta il cui nome è legato ad altri due testi del periodo: il "Taketori monogatari" (inizio X secolo) e l'"Utsuho monogatari" (fine X secolo). Il più antico manoscritto dell'"Ochikubo monogatari" esistente è una copia della metà del XV secolo.



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Storia di Ochikubo 2014-10-01 08:01:13 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    01 Ottobre, 2014
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La vendetta si serve su un piatto di riso

Scritto probabilmente tra il 986 ed il 996 , di autore sconosciuto anche se si e' certi fosse un uomo per la terminologia influenzata dal cinese il cui studio era vietato alle donne, questo interessante testo classico giapponese e' giunto a noi per mezzo dell'opera amanuense. La copia manoscritta piu' antica e' custodita in una biblioteca privata e collocabile tra il 1392 ed il 1573.

A meta' strada nell'evoluzione del monogatari in periodo Heian, l'opera si lascia alle spalle i contenuti di mera fantasia per addentrarsi in contesti piu' realistici, anche se non ancora del tutto privi di invenzione. Tralascio il parallelismo con Cenerentola, che sebbene racchiuda alcune affinita'  a me sembra fuori tema, il libro non e' certo strutturato come una favola per bambini. In esso si narra la storia di Ochikubo ( termine che  indica uno sgabuzzino infossato dedicato alla servitu') , figlia di una principessa imperiale defunta anzitempo e vittima delle angherie della matrigna. Il nefasto nome e' una caratteristica importante del periodo storico, dove le donne venivano chiamate con un soprannome e non con il nome proprio. 
Lo stile di scrittura di questi testi e' molto omogeneo a prescindere dall'autore, eppure talmente lontano da qualsiasi altra forma letteraria io abbia mai letto, che e' sempre difficile darne un giudizio. Diciamo che e' abbastanza lineare e piatto, non esteticamente virtuoso, spesso inframezzato da versi che erano un importante mezzo di comunicazione e di distinzione, a quei tempi vergati su carta piu' o meno pregiata e spesso accompagnati da rametti di fiori. Quantifico il voto in maniera acritica, in base al mio gusto perche' questa scrittura mi piace, il suo essere così unica ed esclusiva mi riporta a quei manoscritti su pergamena intoccabili, preziosi, inavvicinabili .
Al di la' quindi della penna e della trama, con tutte le lacune e le perplessita' che puo' contenere un testo tanto antico ed ameno seppur di facile approccio, la bellezza della Storia di Ochikubo sta soprattutto nel suo potere di inserirci alla corte imperiale. Attraverso queste pagine osserviamo un mondo prestigioso ed effimero, estremamente rigido ed elitario dove il rango dettava ogni dettaglio dello stile di vita. 
Le note di supporto aggiungono leggenda alla leggenda e approfondimenti alla realta' , non c'e' miglior modo di avvicinarci a quel paesaggio se non accompagnati da un cortigiano tra mille frivolezze, pettegolezzi, sete pregiate, bauli laccati, specchi intarsiati e pettini antichi, dame di corte, vizi e virtu', diritti e doveri, rituali religiosi e sociali.
Poi c'e' la vendetta, che  servita su un piatto di riso lascia ancora piu' leggeri.
Buona lettura.

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