Maigret a Vichy Maigret a Vichy

Maigret a Vichy

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Il commissario si accese la pipa e sfogliò il giornale in cerca della pagina dedicata alla cronaca locale. La vista di una sua foto su due colonne ... gli fece arricciare il naso. Accanto a lui si distingueva in parte la figura della moglie e dietro, più sfumate, due o tre facce anonime. «Per discrezione, avevamo sinora omesso di segnalare ai nostri lettori la presenza a Vichy di una celebrità, il commissario Maigret, il quale si trova qui non per dovere professionale ma per approfittare, come tanti altri illustri personaggi prima di lui, delle proprietà curative delle nostre acque.



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Maigret a Vichy 2013-02-18 14:28:58 *Monica*
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*Monica* Opinione inserita da *Monica*    18 Febbraio, 2013
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MAIGRET A VICHY

Il commissario Maigret trascorre un periodo di vacanza nello stabilimento termale di Vichy, in compagnia della moglie. I coniugi Maigret trascorrono le loro giornate percorrendo ogni giorno i grandi viali del parco, sostando sulla stessa panchina ombreggiata, bevendo l'acqua delle fonti termali e ascoltando la musica del chiosco. La vita in comune alle terme insieme agli altri villeggianti, dà loro modo di individuare un certo numero di persone che entrano a far parte del loro mondo. Una in particolare attira la loro attenzione: la signora in lillà, una donna non più giovanissima con un viso lungo e affilato che indossa sempre qualcosa color viola ed è sempre in completa solitudine. Qualche giorno dopo la donna viene trovata strangolata nella sua casa e Maigret viene coinvolto nelle indagini.

Il libro mi è piaciuto. Belle le ambientazioni e le descrizioni, approfondita l'analisi psicologica dei personaggi. La storia è avvincente e coinvolge il lettore che insieme a Maigret entra nella testa e nell'animo dei personaggi. Una storia triste in cui le parti di colpevole e innocente nel finale non risultano più così ben definite.

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Maigret a Vichy 2012-10-30 15:39:06 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    30 Ottobre, 2012
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Fra un bicchiere e l’altro di acqua termale

Questa volta Pardon, il medico di Maigret, è stato tassativo: quei giramenti di testa, quella stanchezza non sono i sintomi di qualche malattia, ma denotano la necessità di un po’ di riposo in un uomo che di età ha superato la cinquantina. Sono quindi necessarie alcune settimane di ferie e magari un aiutino, quali sono le celebri acque curative di Vichy.
E’ così che il commissario, accompagnato dalla moglie, va a soggiornare nella cittadina termale, adattandosi in modo sorprendente a una vita fatta di lunghe passeggiate, di pranzi sobri e senza vino, e dagli appuntamenti mattutini e pomeridiani allo stabilimento a bere le corroboranti acque.
Maigret sembra perfino cambiato, ha assunto l’aria di un pensionato che si gode un periodo di villeggiatura, fatto di eventi sì ripetitivi e monotoni, ma senz’altro riposanti. Non ha perso, però, l’abitudine di osservare la gente, di indovinare il loro carattere ed è rimasto colpito in modo particolare da una signora di mezza età, sempre sola, per nulla ciarliera, vestita con abiti color lilla e dallo sguardo enigmatico. E quando apprende dal quotidiano locale che è stata trovata strangolata nel suo appartamento la curiosità diventa ancor più professionale e collabora attivamente alle indagini condotte dal commissario capo di Clermont Ferrand, dalla cui giurisdizione Vichy dipende, e che risulta essere Lecoeur, già valido aiutante di Maigret al Quai d’Orsay.
La sua è una partecipazione attiva che si estrinseca in consigli, suggerimenti e approvazioni, insomma è un aiuto non invadente che il collega, peraltro molto bravo, non può che accettare volentieri.
La signora Maigret sta in disparte, ma mostra interesse per il lavoro del marito, lo comprende con una dolcezza premurosa, sempre disponibile ad accontentarlo e del resto lui si assenta solo per poche ore, quante necessarie all’indagine, continuando quella vita quieta, sebbene ripetitiva, che ormai sembra essersi radicata profondamente.
Per quanto ovvio, e non mi dilungo ulteriormente per non togliere il piacere ai lettori, l’azione della polizia giudiziaria si conclude in breve tempo con l’arresto dell’omicida, verso il quale Maigret, per la dinamica del reato e i motivi che l’hanno indotto, ha un sentimento di autentica pietà, al punto che quando moglie gli chiede “Quanti anni credi che…”, risponde “Spero che lo assolvano…”.
Questo, forse, è uno dei bei romanzi con protagonista il celebre commissario, caratterizzato, a differenza di molti altri, non da atmosfere cupe e tenebrose, da piogge incessanti e da nebbie caliginose, bensì dalla splendida luce solare nel cielo terso che sovrasta Vichy, in netto contrasto con il diabolico complotto che è alla base di un omicidio non voluto, ma che il comportamento della vittima stessa ha determinato.
Come al solito lo stile è ineccepibile, così come la capacità di coinvolgere il lettore, che finisce con il vedersi a spasso per i viali della cittadina termale, magari con l’inconscio desiderio di incontrare, fra le tante persone che deambulano oziosamente, Maigret e signora.
Maigret a Vichy è senz’altro da leggere.

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