Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Un delitto da dimenticare
 

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Islanda, fine anni Settanta. Una donna è immersa nelle acque di uno dei laghi di Svartsengi, nei pressi di una centrale geotermica, e trova accidentalmente il cadavere di un uomo. Incidente? Suicidio? L'autopsia rivela che la vittima potrebbe essere caduta da una grande altezza, e anche che potrebbe essere collegata alla vicina base militare americana. Erlendur, giovane detective, e il suo capo Marion Briem decidono di seguire questa pista, scontrandosi però da subito con un muro di ostilità e diffidenza. Perché gli americani si ritengono superiori agli islandesi, da loro considerati poco più che selvaggi, e non intendono accettare intrusioni, nemmeno da parte della polizia. Aiutati solo da Caroline, un sergente di colore che ben conosce la discriminazione razziale, Erlendur e Marion indagano, rovistando nelle pieghe nascoste della base militare. Forse la vittima ha visto qualcosa di troppo e per questo è stata brutalmente uccisa. Ma la verità è molto diversa Erlendur, intanto, sta anche indagando per proprio conto su un cold case di venticinque anni prima: una ragazza svanita nel nulla in uno dei quartieri più poveri e miserabili della Reykjavík del tempo, il cui destino il giovane detective sembra aver preso a cuore spinto dall'ossessione - che non lo abbandonerà più - per i casi irrisolti di persone scomparse.



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Un delitto da dimenticare 2017-01-10 12:42:48 cosimociraci
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Gennaio, 2017
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Omicidi di brughiera

Prima di cominciare vorrei manifestare la difficoltà iniziale nella lettura, dovuta a nomi e termini islandesi che ho faticato a leggere. Primo fra tutti, per esempio "Erano andati a caccia sulla Eyvindarstaðaheiði" e poi ancora "Tuttavia, la Eyvindarstaðaheiði era ancora poco percorribile". Ho rinunciato velocemente a leggerlo accontentandomi di sapere che è una brughiera utilizzata per la pastorizia durante il periodo estivo (Wikipedia docet). Anche i nomi, soprattutto Mensalder ed Erlendur sembrano saltati fuori da un romanzo di Tolkien, all'inizio mi hanno distratto molto portando la mia mente altrove.

Un buon giallo rurale ambientato in Islanda verso fine anni Settanta, che presenta due indagini molto diverse l'una dall'altra. La prima relativa ad una ragazza scomparsa molti anni prima, ed un'altra relativa ad un omicidio attuale di un uomo trovato morto nei pressi di una centrale geotermica.

Il romanzo è un po' parco, essenziale, quasi privo di suspense; ma le indagini, specialmente quella sulla ragazza scomparsa, sono molto intense ed interessanti.
I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Erlendur al quale l'autore dedica un interesse particolare.

Secondo me non è difficile capire com'è politicamente schierato Indridason, visto che gli americani non ne escono fuori bene e per il rotto della cuffia. L'autore descrive bene la diffidenza tra gli americani militari, d'istanza presso l'avamposto Nato durante la Guerra Fredda, e gli islandesi, rimarcando non solo le ostilità nei confronti degli autoctoni, ma anche la discriminazione razziale che gli americani hanno nei confronti dei loro stessi compatrioti.

E' il primo romanzo che leggo di Arnaldur Indridason ma anche il secondo prequel dedicato alla gioventù dell’ispettore Erlendur e non escludo di leggere anche gli altri.

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