Narrativa straniera Narrativa per ragazzi Storia del pinguino che tornò a nuotare
 

Storia del pinguino che tornò a nuotare Storia del pinguino che tornò a nuotare

Storia del pinguino che tornò a nuotare

Letteratura straniera

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Per Tom è l'ultimo giorno di vacanza in Uruguay prima di tornare a Buenos Aires, dove insegna inglese, quando sulla spiaggia si imbatte in un pinguino coperto di petrolio. Riesce a salvarlo, ma nel momento in cui tenta di ricondurlo al mare, il pinguino inizia a seguirlo. Tom non se la sente di abbandonarlo e lo porta a Buenos Aires con sé. Così ha inizio la grande amicizia fra Tom e Juan Salvador il pinguino, fatta di corse su una motocicletta per vedere il mare, di cene a base di pesce crudo e partite della squadra di rugby, nella scuola in cui il professore insegna e di cui l'animale diventa la mascotte. Perché Juan Salvador è un pinguino speciale e cambia la vita di tutti quelli che lo conoscono. Soprattutto quella di un ragazzo che ha troppa paura dell'acqua: insieme a lui, forse, anche il pinguino troverà il coraggio di tornare a nuotare.



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Storia del pinguino che tornò a nuotare 2016-10-27 10:29:52 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    27 Ottobre, 2016
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Hasta la vista, amigo mio

Che il titolo originale del libro “ Le lezioni del pinguino “ fosse preferibile e meno patetico di questa versione italiana che scimmiotta i best sellers di Sepùlveda, e’ evidente.

Gia’ dalle prime pagine dovremmo apprendere una lezione: il petrolio riversato selvaggiamente in mare inquina e stermina.
Certo non basta tanta semplicita’ esplicativa ad ovviare al lucro ed al disinteresse.
Tom Michell pero’ ce la racconta ugualmente la sua storia, iniziata negli anni Settanta durante una vacanza dalla scuola a Buoenos Aires dove insegnava. Giorni sereni, passeggiando sulla spiaggia di Punta del Este in Uruguay, sembravano non presagire il dramma naturale in cui di lì a poco sarebbe inciampato. La pulizia in alto mare dei serbatoi di una petroliera e grandi chiazze di carburante sfregiavano l’Atlantico, avvelenando i suoi abitanti. Davanti a Michell un’intera distesa di pinguini ricoperti di petrolio, buttati a riva dalle onde ormai privi di vita dopo una lunga agonia. Tra migliaia di uccelli inermi, qualcosa si mosse. Uno di loro era miracolosamente ancora vivo ed il professore, che della specie non sapeva assolutamente nulla, decise che salvarne uno era meglio di lasciarli morire tutti. Ci provo'.
Questa e’ la storia del pinguino Juan Salvado, di un inglese in Sudamerica, di un collegio argentino e di tanti buoni propositi che anche in abbondanza non sono mai indigesti.
Una narrativa semplice per una storia altrettanto leggera, eppure attraente perche’ realmente accaduta.

La prima meta’ del racconto mi ha francamente un poco annoiata, la scrittura mi pareva acquosa e priva di sostanza, dilatata quanto piu’ possibile con la generosita’ e la consistenza dell’albume montato a neve.
Pero’ alcuni elementi che spronavano a procedere non mancavano : lo spirito ecologista del testo, questa umanita’ disgraziata, la simpatia innata del povero pennuto. E poi diciamolo, per chi al massimo puo’ soccorrere un colombo in piazza, l’idea di salvare un pinguino in riva all’oceano suona piuttosto esotica.
Nella seconda meta’ Michell si fa piu’ interessante, movimenta le pagine raccontando aneddoti curiosi sulla sua esperienza argentina, senza mai dimenticare di aggiornarci su Juan Salvado.

D’intrattenimento, grazioso e di buoni intenti, tutte le creature – noi compresi- dovrebbero poter morire della propria ora invece che di inquinamento.
Hasta la vista Juan !

Buona lettura.

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Storia del pinguino che tornò a nuotare 2016-05-29 10:38:17 evakant
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evakant Opinione inserita da evakant    29 Mag, 2016
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JUAN SALVADO

“Con un amico vicino tutto è di nuovo possibile”

Ma chi l’avrebbe mai detto che questo amico potesse essere un buffo pinguino di Magellano?

Negli anni 70 Tom è un giovane inglese in cerca di avventure nelle selvagge terre sudamericane, con il naturale pragmatismo inglese Tom si mantiene insegnando in college per giovani figli di immigrati inglesi in Argentina e nel tempo libero cerca l’avventura con la sua moto e a bordo di improbabili treni su e giù per il Sudamerica, dalla terra del fuoco alle pampas dei gauchos… il suo destino e la sua storia si intrecciano con le vicissitudini politiche del paese sudamericano e con la vita di un giovane pinguino.

Tom è in Paraguay e poco prima di partire per il college di Quilmes dove ripartirà l’anno scolastico si imbatte in una baia marina, poco distante dal suo alloggio, invasa dal petrolio: lo spettacolo è agghiacciante, migliaia di pinguini soffocati dal petrolio, adagiati sulla spiaggia, impotenti, soffocati dalla presunzione e dalla ferocia umana, ma in mezzo a quella massa qualcosa, anzi, qualcuna di quelle bestiole si muove ancora. Tom non ci pensa due volte: cerca alla bell’è meglio di catturare il pinguino, stoico, combattente, non ne vuole sapere e lo ferisce ad una mano, riesce a portarlo fortunosamente in casa e inizia la difficile opera di “ripulitura” dal petrolio e dal catrame. Certo l’animale non è per nulla d’accordo all’inizio, ma poi pare capire e apprezzare, Tom riesce anche a farlo mangiare…ma un nuovo dilemma si presenta all’orizzonte: come passare la dogana con un pinguino al seguito?
Tom prova a rilasciare l’animale alla baia, ma l’animale non ne vuole sapere e lo segue, non gli resterà che portarlo in Argentina.

Assisteremo ad un viaggio divertente, rocambolesco, avventuroso, ma Juan Salvador arriverà finalmente al college di Quilmes.
Juan Salvador, come il Gabbiano Jonathan Livingston anche se per tutti al college il pinguino sarà Juan Salvado e non Salvador.

Assisteremo increduli al ruolo di psicologo, confidente, consigliere che il piccolo Juan Salvado avrà per tutti al college, dal personale ai ragazzi più soli e bistrattati.
Un uccello con un caratterino niente male, che vivrà su una terrazza mangiando sardine e nuotando in piscina, coccolato, amato e vezzeggiato da tutti, college e villaggio adiacente compreso.
Tom si interrogherà su come far tornare al suo ambiente naturale il piccolo pinguino, si spingerà molto lontano nelle selvagge terre del sud dell’Argentina, penserà anche allo zoo di Buenos Aires, ma il cuore non riuscirà a lasciarlo in un posto tanto triste e inadatto ad uno spirito irriverente come quelle di Juan Salvado.

Una storia commovente, divertente e piena di sentimenti semplici e genuini, finale non lieto ma che fa riflettere molto sul ruolo dell’uomo, sul suo impatto sull'ambiente, sull'amicizia che può nascere anche nei modi più inaspettati.

E dopo decenni, Juan Salvado ha ancora qualcosa da insegnare all'ormai invecchiato giovane Tom.

Lo stile è fresco, semplice, la storia di Juan Salvado si intreccia con quella della crescita del giovane Tom, e capitolo dopo capitolo gli insegnamenti del pinguino al ragazzo prendono forma proprio nella maturazione dell’autore.

Volevo inoltre spendere due parole sul titolo del romanzo, o meglio, sulla sua traduzione, a mio avviso del tutto inadeguata, per non dire di peggio…
Il titolo originale è più semplice, più adatto e sicuramente più efficace “The Penguin Lessons” che in italiano diventa “Storia del pinguino che tornò a nuotare” un po’ a fare il verso ai titoli di Sepulveda e forse per attirare un pubblico simile… peccato che questo romanzo non abbia nulla a che vedere con le storie proposte da Sepulveda: né per la tipologia di narrazione, né per il tipo di storia, forse solo il fatto che il protagonista è un animale.

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Storia del pinguino che tornò a nuotare 2016-04-18 04:13:49 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    18 Aprile, 2016
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Civiltà capace di tollerar una profanazione simile

Tom sta per concludere la sua vacanza.
Deve tornare al college di Buenos Aires, ove insegna.
Nel corso dell’ultima passeggiata sulla spiaggia di Punta del Este, Uruguay, s’imbatte in uno spettacolo di morte: numerosi pinguini, incappati in una macchia di petrolio, giacciono senza vita, soffocati dal catrame. Tutti morti. Tutti morti, tranne uno.
Come salvare l’unico sopravvissuto (“A quei tempi non c’era la possibilità di cercare su Google «come si toglie il catrame da un pinguino»”)?
Comincia così la storia di un’amicizia inconsueta (“Non potevo abbandonarlo e lasciare che se la cavasse da solo dopo che aveva dimostrato tanta riluttanza sulla strada”) e intensa.
Il pinguino ovviamente non parla, ma racconta con gli occhi (“Te l’avevo detto, gli uccelli marini non possono sopravvivere se li lavi con il detersivo”) e capisce tante cose.
E soprattutto ha una capacità che molti uomini non hanno: sa ascoltare. Ben presto diviene l’idolo del college, il confidente di molti, la mascotte della squadra di rugby, l’occasione per risolvere i problemi di un ragazzo emarginato...
Intanto Tom compie un invidiabile, poetico itinerario attraverso i luoghi più belli dell’America Latina e s’interroga su quale sia il futuro più adatto per il suo nuovo, impareggiabile amico.
Lo zoo di Buenos Aires?
Il mare aperto?
Confesso di essere stato fuorviato dal titolo, nel quale si annida un intelligente inganno. O forse no.

La storia è semplice, adorabile, allarga il cuore, lo restringe, lo fa pulsare. Cattura chi abbia desiderio di natura e di buoni sentimenti, chi voglia sognare che siamo ancora in tempo…

Giudizio finale: a tratti ironico (“Mi serviva un pinguino tanto quanto a un pinguino serve una motocicletta”) e malinconico, ecologista, antropomorfico.

Bruno Elpis

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Storia del pinguino che tornò a nuotare 2016-04-01 20:05:31 Fr@
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Fr@ Opinione inserita da Fr@    01 Aprile, 2016
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Un pinguino per cambiare vita.

Recentemente è stata diffusa una notizia che agli amanti degli animali (ma anche ai non amanti) ha scaldato il cuore: i giornali e i siti internet hanno pubblicato la foto del pinguino Dimdim che avvicina il becco al volto di un pescatore settantunenne di Rio de Janeiro che anni prima lo aveva salvato, quasi lo volesse baciare. Ogni anno il pinguino sembra viaggiare per kilometri e kilometri per tornare a trovare il suo salvatore.
Quando lessi questa notizia avevo da poco iniziato la lettura del romanzo “Storia del pinguino che tornò a nuotare” e non potei fare altro che sorridere.
Anche in questo caso al centro del racconto vi è la relazione tra un uomo e un pinguino: la storia vera di un'amicizia che ha dell'impossibile.

Negli ultimi anni i libri che raccontano le relazioni tra uomini e animali sono aumentati; sono racconti spesso molto emozionanti, commoventi, ma, in genere, i protagonisti sono sempre cani e/o gatti. E' raro trovare un romanzo come “Storia del pinguino che tornò a nuotare”.
Chi mai penserebbe ad avere come animale – amico un pinguino?
E' quello che si ripete il professore d'inglese Tom quando, dopo averlo salvato da morte certa, si trova un pinguino nella vasca da bagno. Iniziano così le incredibili avventure di Tom e Juan Salvador (Salvado per gli amici).
Come pulire un pinguino? Che cosa mangia? Quanto e dove deve dormire? Tom deve interrogarsi più volte su come comportarsi con Juan e, mentre fa questo, si interroga anche su questioni “più profonde” come l'amicizia e la relazione con gli altri esseri viventi.

“Storia del pinguino che tornò a nuotare” è un romanzo divertente e commovente.
E' un racconto che emoziona: in alcuni passaggi mi ha ricordato alcuni dei testi di Luis Sepúlveda.
E' un racconto che strappa una risata e poi una lacrima.
E' un racconto unico, con un finale tutt'altro che scontato.
Sicuramente consigliato agli amanti degli animali, lo consiglio anche a chi non ha un buon rapporto con i nostri compagni di vita a quattro zampe o con le ali: forse si affezionerà al pinguino Juan Salvador che non solo cambia la vita dei personaggi del romanzo ma anche quella del lettore.
Quindi, che dire se non “Buona lettura?” :)

“A loro non avrei mai aperto il mio cuore come avevo fatto con Juan Salvado, e lo stesso accadeva a tutti coloro che lo incontravano. Come faceva un pinguino a dare tanta consolazione e tranquillità alle persone con cui entrava in contatto? Perché andavano sulla terrazza e mettevano a nudo la loro anima come se lo conoscessero da una vita, trattandolo come un vero amico su cui si può contare nelle avversità? Era forse una caratteristica di quell'epoca di violenza e disperazione? Sarebbe stato diverso in un periodo di pace e prosperità?
Una cosa era certa: le persone accordavano maggior fiducia a Juan Salvado che ai loro simili. Tale, a quanto sembra, è la natura dei rapporti fra esseri umani e pinguini”.

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Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ama i racconti sugli “amici-animali”, che non per forza devono essere cani e gatti.
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