Narrativa straniera Racconti di viaggio E venne chiamata due cuori
 

E venne chiamata due cuori E venne chiamata due cuori

E venne chiamata due cuori

Letteratura straniera

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E venne chiamata Due Cuori è il racconto romanzato della straordinaria avventura umana e spirituale di una donna. L'autrice compie un meraviglioso viaggio di scoperta in compagnia di una tribù di aborigeni australiani. Con loro, la "Vera Gente" come si definiscono, inizia una sorta di lungo vagabondaggio che mette a dura prova il fisico e la forza di volontà: 1400 miglia nell'Outback australiano, a piedi nudi, cibandosi di quanto la natura offre, vermi compresi, sotto un sole implacabile. Ma, privata anche del più piccolo agio cui la civiltà ci ha abituati, condividendo la vita quotidiana degli aborigeni, imparando i loro segreti per sopravvivere, Marlo Morgan scopre un altro mondo e un altro modo di essere, in completa armonia con se stessa e con gli altri, e comprende il vero significato della parola esistere.



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E venne chiamata due cuori 2017-11-10 21:19:45 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    10 Novembre, 2017
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NON MI CONVINCE PER NULLA

Premetto che non è il genere di lettura che amo anzi solitamente non mi avvicino a libri di questo tipo ma essendo un regalo ho voluto fare lo sforzo di aprirmi a questo romanzo spirituale.
Si tratta proprio di un romanzo e non di un racconto tratto da una storia vera come dice l'introduzione; mi è sempre piaciuto informarmi su chi leggo come autore e cosa sto leggendo come tematiche o semplicemente come apprezzamento dei lettori e mi sono informata su Marlo Morgan, Così ho scoperto che il suo racconto di un'esperienza unica in realtà è in gran parte (se non completamente) una finzione, lei non è mai stata nell' Outback australiano per mesi con gli aborigeni ma se l'è inventato. Addirittura un gruppo di veri aborigeni australiani si è fermamente opposto alla creazione di un ipotetico film tratto da questo libro. Quindi insomma l'autrice ci sta vendendo come storia vera la sua immaginazione.
Le premesse non sono le migliori infatti ho letto il libro con scetticismo. Peccato perchè avevo deciso di aprire i miei orizzonti ma sono partita con il libro sbagliato!
Il romanzo in sè non è male, l'ho trovato scorrevole anche se molto ripetitivo ma non mi sono sentita coinvolta dalla storia della protagonista. Ho trovato assurde alcune cose scritte, per esempio la telepatia tra gli aborigeni e il sacrificarsi degli animali di loro volontà per diventare cibo. Credo che sia altamente impossibile.
Non mi sento di consigliare la lettura di questo libro.

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E venne chiamata due cuori 2017-07-31 09:46:12 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    31 Luglio, 2017
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Spiritualità spicciola...



Difficilmente scrivo commenti "tranchant" sui libri, anche su quelli che non mi son piaciuti...ma con questo faccio davvero fatica a contenermi.
Una delusione su tutti fronti, ma proprio tutti...
Una sorta di diario di viaggio con l'ambizione di assumere le sembianze di un documentario sugli aborigeni australiani, dal taglio nettamente spirituale.
Trattasi però di una spiritualità da due soldi, così banale da far rimpiangere l'alchimista di Coelho.
E ho detto tutto.
Peccato poi scoprire anche che tutto ciò che hai letto è stato inventato dall'autrice.
"Inventato".
Praticamente una truffa.
Aggiungiamoci anche una scrittura banale e un valore letterario non pervenuto...ed ecco che il quadro è completo.
Tutto il libro gira intorno al pronome "io"...io, io, io, io di là, io di qua, io così, io cosà.
Fastidiosissimo.
Ci sono delle parti a dir poco imbarazzanti per quanto risultino ridicole.
Ma che davvero?...
Telepatia?
Fratture ossee curate con la sola imposizione delle mani e "parlando all'osso"? Animali che si offrono spontaneamente per essere uccisi e sfamare la tribù?
Ma la vera chicca, per me, è la lettera finale a nome di un aborigeno della tribù che le avrebbe fatto dono di questa esperienza illuminante, un certo Burnam Burnam, in cui dichiara di aver letto il libro, e la ringrazia per aver reso onore al loro modo di vivere e alla loro filosofia di vita.
Peccato che per tutte le 220 pagine non abbia fatto altro che ripetere che tale tribù era analfabeta...nessuno sapeva né leggere né scrivere.
Le basi proprio...

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E venne chiamata due cuori 2013-07-25 05:06:39 paola melegari
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    25 Luglio, 2013
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COSE' LA CIVILTA'?

La possibile verità o falsità del racconto non dovrebbero spostare l'attenzione dal messaggio che questo romanzo autobiografico ci invia.

L'autrice, medico americano, viene condotta da una tribù aborigena in un viaggio attraverso l'entroterra australiano. Conosce così le loro usanze, abitudini, ma soprattutto la loro filosofia di vita, così integrata nel Tutto, così rispettosa del creato , degli altri esseri umani e viventi in genere.

Questa esperienza deve essere una testimonianza, un allarme per il mondo occidentale, che è intimato a maggiore attenzione nei confronti dell'ambiente, rischio la nostra autodistruzione.

L'opinabilità della parola civiltà : chi è più civile? Un popolo che rispetta ogni creatura o cosa, o chi sfrutta e consuma senza pensare al domani.
E' più evoluto chi studia ed esperimenta inventando farmaci e cure o chi cerca in sè la cura alle malattie, sfruttando la propria mente e le proprie capacità?

Consiglio la lettura di questo libro, che vede in sè la raccolta di base di molte filosofie conosciute.
L'ho riletto dopo tanti anni, e l'ho trovato sempre molto interessante.
paola

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il mondo alla fine del mondo
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E venne chiamata due cuori 2013-06-29 22:14:29 Dalila
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Opinione inserita da Dalila    30 Giugno, 2013

Da evitare

Purtroppo questo libro, ben lungi dall'essere tratto da una storia vera come viene affermato dalla Morgan, non è altro che un'opera di finzione "new age" - scritta oltretutto in uno stile più che mediocre. Ci sono interi siti internet che screditano in maniera definitiva il racconto.
Basta condurre una breve ricerca per scoprire che :
1) Marlo Morgan non ha mai avuto contatti con gli aborigeni australiani;
2) nel romanzo sono presenti varie inconsistenze che dimostrano quanto l'autrice sia poco affidabile e quanto abbia lavorato di fantasia nel costruire la storia:
3) l'autrice attribuisce agli aborigeni australiani degli usi e dei costumi che sono, in realtà, tipici dei nativi del nord America, oltre a distorcere enormemente la loro cultura.
http://marlomorgan.wordpress.com/helping-yourself-fabrication-of-aboriginal-culture/ (Ecco un sito che vale la pena visitare in merito a questo argomento...)
Tanto per fare un esempio sulle numerose inconsistenze della storia : com'è possibile che una persona, una professionista affermata (o almeno questo afferma di essere l'autrice), possa sparire per ben tre mesi senza che nessuno faccia una piega?
Non è un po' troppo improbabile che nessuno l'abbia cercata, che non sia stata allertata la polizia, e che i suoi amici e parenti non si siano preoccupati dopo aver passato un tempo così lungo senza avere sue notizie? Mi dispiace, ma una cosa del genere è troppo poco realistica per convincermi.
Se l'autrice fosse stata onesta e avesse ammesso di aver inventato tutto, questo libro avrebbe potuto essere apprezzato comunque come innocuo racconto new age (anche se la qualità della scrittura rimane quella che è). Non avrebbe offeso gli aborigeni australiani, che si sono sentiti insultati dalla maniera in cui Morgan ha manipolato la loro immagine, e non avrebbe meschinamente ingannato il lettore.
Alcuni "insegnamenti" che propone il romanzo sono, a mio avviso, veritieri e profondi; altri invece non sono altro che le solite banalità che chiunque altro avrebbe potuto scrivere. Il romanzo propone una visione molto critica della società occidentale, ma lo fa utilizzando il trito e ritrito mito del "buon selvaggio" e riciclando ideologie di stampo orientalista. (La Morgan attribuisce addirittura agli aborigeni poteri sovrumani...)
Del resto sembra che la Morgan non abbia neanche devoluto parte degli incassi ottenuti con le vendite del romanzo alle comunità aborigene, come aveva detto di volere fare. Evidentemente non è certo il loro bene ciò che le interessa, né è così interessata alla spiritualità come dice di essere.
In definitiva, sconsiglio questo libro, ma se volete leggerlo tenete a mente che
1) non è altro che un'enorme bugia;
2) francamente, uno scolaro delle medie avrebbe potuto scriverlo meglio.
Che frode!

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E venne chiamata due cuori 2013-06-29 12:03:54 eli.n88
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eli.n88 Opinione inserita da eli.n88    29 Giugno, 2013
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Da assaporare!!

L'ho letto in breve tempo. E' stata tutta un'emozione leggerlo, appena aprivo il libro mi sembrava di entrare nel viaggio assieme alla protagonista. Una donna abituata agli agi che la nostra società mette a disposizione viene catapultata in un mondo che non conosceva per niente, che la spaventava un po'... eppure non è riuscita a fermarsi, a rifiutarsi di intraprendere quest'avventura. Qualcosa la guidava sempre avanti, senza paura. Ha iniziato a fidarsi delle parole degli aborigeni Australiani che spesso le insegnavano a comunicare con ciò che ci circonda. Il loro mondo non conosce rabbia, paura, invidia, delusione... Non hanno niente eppure il sorriso e la fiducia nel Tutto non li abbandona mai.
Un libro da assaporare fino in fondo.

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Lo consiglio a tutti... Come dice l'autrice può essere interpretato come un racconto, un romanzo, una storia di fantasia..
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E venne chiamata due cuori 2012-08-03 17:00:53 LittleDorrit
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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    03 Agosto, 2012
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Viaggio ai confini del mondo civilizzato.

Due cuori pulsanti.
L' Australia con i suoi luoghi selvaggi e paradisi reconditi e l'America degli agi e delle comodità.
Due culture a confronto.
La vita serena e armoniosa dei nativi contro quella pressante e spedita delle società capitaliste.
Tutto questo é nel romanzo autobiografico dell'autrice Marlo Morgan che racconta la sua avventura in terra australiana.
Invitata a ricevere un premio e poi a partecipare ad un programma sanitario, la protagonista si calerà totalmente nella vita aborigena. Sarà protagonista di una vera avventura esistenziale, un viaggio ai confini di se stessi per poi tornare alle origini. Le pagine del libro, che scorrono velocemente grazie alla semplicità del linguaggio e allo stile sintetico della narrazione, ci fanno vivere le sofferenze fisiche, lo smarrimento dato da un ambiente ostile e lontano dal proprio modo di essere e il senso di panismo provato dalla protagonista. Qui si abbandona il superfluo per l'essenziale rinascendo liberi.
Un libro particolare dedicato a: chi si trova ad un bivio della propria vita e aspetta la svolta;
a chi si sente arrivato ma non ha capito l'importanza di ció che lo circonda;
a chi vuole liberarsi di inutili fardelli psichici e calarsi in nuove realtà..
Insomma....un libro per viaggiatori mentali e non.

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Esperienze di viaggio
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E venne chiamata due cuori 2012-04-25 08:57:25 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    25 Aprile, 2012
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Alla scoperta di sè stessi.

"E venne chiamata due cuori" è un testo che mi è stato imposto durante il mio percorso di studi, alcuni anni fa, e come tutte le imposizioni devo dire che non sono riuscita ad apprezzarlo e a goderne pienamente. Per questo motivo ho, recentemente, deciso di darmi una seconda possibilità e di riprenderlo in mano, unicamente per mio piacere personale e devo dire che contrariamente al primo approccio ho apprezzato la lettura, come MAI mi sarei aspettata.

La narrazione, classificabile nella corrente “new age di qualità”, ripropone il tema del viaggio come esperienza catartica e come mezzo per una completa analisi spirituale e umana.
Il racconto autobiografico ha come protagonista Marlo Morgan, una dottoressa e ricercatrice americana residente a Kansas City, che alla vigilia dei 50 anni si rende conto di non avere nulla da perdere e su invito di un amico decide di intraprendere un viaggio in Australia per seguire un progetto di prevenzione medico-sociale.
Questo viaggio non è solo e semplicemente un incotro con una cultura diversa ma è anche un'occasione per fare un bilancio sulla propria vita e per apprezzare pienamente il significato della parola "libertà".
“… per la prima volta nella mia vita di adulta, ero libera di trasferirmi in qualsiasi luogo della terra scegliessi e di fare qualunque cosa desiderassi”.
Marlo Morgan in Australia vive per tre mesi in una comunità di aborigeni e si rende ben presto conto che ogni passo verso la comprensione del gruppo, delle loro abitudini, credenze e affetti è piuttosto un passo di conoscenza verso la vera natura dell'uomo, quella che è stata accantonata dalla cultura occidentale per far posto alla futilità e alla materialità.

L’esperienza forte e coraggiosa di Morgan obbliga tutti quelli che entrano in contatto con questo racconto a ripensare ai concetti di cultura e di progresso, ponendoci degli interrogativi inquietanti sullo sviluppo sostenibile, sui diritti delle generazioni future, sull’equa distribuzione della ricchezza mondiale. Sono gli aborigeni, primitivi e al margine della società, che ci insegnano a vivere “eticamente” e nel rispetto della natura. Ma a questo punto chi è veramente "primitivo"?
“Nascere a mani vuote, morire a mani vuote. Ho contemplato la vita nella sua pienezza, a mani vuote”.

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E venne chiamata due cuori 2012-02-14 17:18:11 charicla
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charicla Opinione inserita da charicla    14 Febbraio, 2012
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Concetto di arcaica libertà

Questo libro è avvincente e molto significativo, perché grazie ai suoi mille aneddoti sulla flora e sulla fauna esprime appieno il concetto più arcaico di libertà. Inoltre la sua lettura, secondo me, è decisiva poiché permette di far comprendere all’intera razza umana tutti gli errori che quotidianamente compie a discapito dell’ intero globo terrestre e di tutte le sue creature vegetali e animali.


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A tutti coloro che amano la lettura introspettiva e che amano la natura
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E venne chiamata due cuori 2011-11-25 10:06:05 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    25 Novembre, 2011
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Un viaggio interiore

Marlo Morgan ha vissuto un’esperienza straordinaria e ha voluto condividerla con i lettori raccontando la sua avventura a dir poco unica.

Il libro narra di una donna, Marlo Morgan, la quale accetta l’invito di una tribù di aborigeni australiani convinta che sia per una cerimonia in suo onore, ma si rivelerà un’avventura senza pari.
La protagonista della storia è un medico specializzato in agopuntura che viene invitata in Australia nell'ambito di un progetto di assistenza sanitaria alle tribù aborigene. Questa occasione farà avviare una seconda iniziativa per l'emancipazione e l'integrazione di un gruppo di aborigeni. Proprio per questo suo impegno sarà chiamata a ricevere un riconoscimento da parte di questa tribù che si autodefinisce la “Vera Gente”.
Tutto ciò la porterà a seguire questi aborigeni in un viaggio di ben quattro mesi attraverso l‘Australia che mette a dura prova la donna poiché è costretta a peregrinare a piedi nudi, cibandosi di vermi, foglie e senza nessuno dei comfort a cui era abituata nella sua vita cittadina.
Saranno tante le scoperte che Marlo Morgan farà nel corso di questi quattro mesi.
Il nome che le darà la tribù sarà “Mutante” proprio perchè si troverà all'inizio di un processo di trasformazione di cui ancora non capisce le ragioni e le conseguenze.
Durante questo viaggio l’autrice apprenderà lezioni profonde sulla vita e sull’esistenza che la porteranno a rivedere le sue opinioni e le sue idee. Successivamente il suo nome verrà cambiato in “Due Cuori” per la sua comprensione e l’appartenenza a due diversi mondi, inoltre, le verrà dato l‘incarico di far conoscere al mondo la verità sulla vita e la spiritualità di quella gente.
La donna, rientrata in America, deciderà di rendere pubblica la sua storia attraverso questo libro.

Consiglio la lettura di questo libro che ha un linguaggio semplice, scorrevole e accattivante. Riesce a coinvolgere positivamente il lettore e a farlo partecipare emotivamente ai fatti che accadono.

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