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Oggetto d'amore Oggetto d'amore

Oggetto d'amore

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La «poetessa della vulnerabilità». Così John Banville ha definito Edna O'Brien. Protagoniste dei suoi romanzi e racconti sono infatti donne che hanno innocenza e sogni da vendere. Donne che all'amore chiedono molto più di quanto sia ragionevole aspettarsi. Che mai hanno in sorte matrimoni lunghi e destini semplici, ma storie d'amore clandestine, speranze deluse, pavimenti coperti di piatti rotti. Donne fragili e vulnerabili, certo, ma che hanno la sete di vita e sesso e libertà scritta negli occhi, nei capelli, in ogni cosa che fanno.



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Oggetto d'amore 2016-06-18 12:31:53 68
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68 Opinione inserita da 68    18 Giugno, 2016
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Specchio di vita e radiografia dei sentimenti

Edna O' Brein ha attraversato più' di mezzo secolo di storia letteraria, partendo dalla " sua " Irlanda, che ha lasciato in giovane età' ma che ha sempre amato profondamente. Ha avuto un vita travagliata ( sia nei rapporti intra-famigliari che coniugali ), e l' elemento autobiografico ne ha segnato profondamente storie e personaggi.
Come leggiamo nella prefazione di John Banville, ha esordito rifacendosi a Joyce, iniziale punto di riferimento letterario per i giovani autori della sua epoca ( anni '60 ), ma i suoi racconti, per la profondità' ed empatia con ambienti e personaggi, possono essere accostati a Chechov.
Questo volume " Oggetto d' amore ", raccoglie i principali racconti scritti in cinquant'anni segnati da importanti accadimenti e cambiamenti storici, letterari e personali.
La materia trattata, e la varietà' dei testi, è' talmente vasta e tortuosa da rendere difficile un sunto o quantomeno la ricerca di un senso comune evitando prolissita' e superficialismi.
I racconti attraversano un vasto arco temporale e si sente. Hanno struttura, linguaggo, tematiche, ambientazioni diverse, e sono narrati in prima ed in terza persona.
Il fulcro è' l' universo femminile, attraverso il quale l' autrice ci parla di un paese e della sua storia, di aspirazione e sentimenti, di religione e tabù', di femminilità' e maschilismo.
Lo fa attraverso sensazioni forti, una scrittura che alterna controllo, pacatezza, oggettive e minuziose descrizioni d' insieme, centellinando luoghi e personaggi, e, di contro, tumulti dell' animo, gesti e pensieri inconsulti, desideri irrefrenabili, voglie inespresse, rimuginii e solitudini estreme.
Ogni racconto è' una porzione di mondo, quel mondo, di una Irlanda che è' patria di contrasti religiosi, povertà' rurale, della brutalita' di padri ed uomini violenti, dediti all' alcool, di matrimoni spezzati, di figli in fuga, di una sessualità' negata e di una femminilità' continuamente violata e sopita, ma è' una terra comunque amata, calda, commovente, con tradizioni secolari, cittadine storiche, paesaggi incontaminati i cui colori e sapori vividi sono racchiusi nella propria memoria.
L' universo femminile e' radiografato e sezionato dalle calde parole delle protagoniste che vivono intensamente e rappresentano complessita' tradotte in pensieri, sentimenti, desideri, aspirazioni, sogni, incubi, violenze, sessualità', tutto ciò' che entra ed esce dal complicato e sensibile animo femminile, lasciandoci una sensazione di stupefacente chiarezza espositiva e lucidità' di pensiero.
Sono donne alla ricerca di se', di un senso, semplicemente dell' amore, in un mondo che non le merita, le maltratta, le respinge o le ricaccia in uno status quo laddove si sperava in una rinascita "..pensai è' proprio una terra vergognosa, una terra assassina e una terra di strane donne sacrificali..." ( Una donna scandalosa ).
Sono figure forti, speranzose oltre l' evidenza, ".....la vita l' aveva trattata in modo indegno ma lei non si lamentava mai e aveva sempre il sorriso pronto..." e che finiscono per rimanere sole, dimenticate, "...le era stato portato via quell' ultimo filo di speranza a cui si era aggrappata per vent' anni, lasciandola senza più' nessuno, senza niente..." ( La bestiola ).
Gli anni passano e "...tutti vengono rimpiazzati..", assimilando "... i vecchi conoscenti alla gente nuova...", e forse il mondo è "....una specie di teatro privato dove tutti recitiamo una parte, anche io recito.. " o semplicemente da abbandonare perché' pieno di crudelta' , conservando in se' la speranza "... mi accorsi di non avere perso il desiderio di fuggire ne' la strenua abitudine di sperare..." ( La bambola ).
L' amore potrebbe salvarle, a volte è' idealizzato e utopico "... Sapevo che c'è' qualcosa di triste e di leggermente disgustoso nella fine di un amore che non si è' mai realizzato appieno..." ( Suor Imelda ), a volte è' il semplice amore figliale che può' spremere emotivamente "... erano tutte e due sconvolte dalle emozioni, la loro vita insieme e tutti quegli scambi erano come tanti sentimenti sprecati..." ( Una rosa nel cuore di New York ).
Spesso è' il desiderio di un grande amore "...disse semplicemente il mio nome, Marta, e capii che stava succedendo di nuovo...", incensato, puro, coperto con il profumo dell' amore, struggente, impossibile, agognato e respinto, negato, ma ossessivo, che non può' andarsene "... se lo facessi tutta la nostra felicità' ed il dolore che ha provocato in me non sarebbero serviti a niente, e aggrapparsi al niente è' spaventoso..." ( Oggetto d' amore ) o solo sognato, immaginato "...forse, penso', lui verrà' qui da me, e sarà' come ai vecchi tempi, non sarà' nervoso..." ( Numero dieci ).
C'è' un desiderio di amore folle e disperante per un uomo che ci ha lasciato per una giovane follia, ed allora cerchiamo disperatamente di aggrapparci al senso della vita, inseguendo una improbabile esperienza dei sentimenti, e non ci resta che "...piangere un po', per la bellezza, per la bruttezza, per se stessa, per il figlio in America, per il marito... lasciandosi risucchiare dal vortice stanco ed ipnotico della vita domestica, ma allo stesso tempo ricordando a se stessa che aveva una vita davanti, e tante avventure, che non era finita..." ( La signora Reinhardt ).
La signora Reinhardt ( racconto magnifico, struggente, mirabile descrizione e sunto di una vita di sentimenti feriti ) "...quando amava amava senza riserve, come un cocker...," "...sorridendo di se stessa, piangendo tantissimo e sorridendo tantissimo perché' la vita era così', e poco alla volta ricordo ed oblio si equilibravano, lei doveva fingere, e forse sarebbe diventata la persona che simulava...".
In fondo voleva qualcuno da amare ed "...alla fine che cosa fa una delle tante signore Reinhardt?..." " ...allunghi la mano verso il viso che hai di fronte, che ami, che odi, che temi, che ti ha tradito, che conosci a metà', che desideri toccare ed avere di nuovo con te..."
Le donne di Edna O' Brein sono in perenne viaggio "... si ritrovano sempre a prendere la strada del mare, anche se vorrebbero disperatamente andare per l' altra via..." ( La bocca della caverna ). Conservano un che di infantile, giovanile, una vena di follia "... lei li amava più' o meno nello stesso modo prorompente, spumeggiante e infantile in cui aveva amato a vent' anni...( La vedova ).
Gli uomini, quegli uomini che hanno disperatamente amato, sono inaffidabili, deludenti, parlano d' altro e mai di se', se ne vanno e spesso non ritornano ( Paradiso ), sono violenti, poco gentili " ...il marito infuriava su di lei amandola senza amore... " ( Peccatori ), o distanti "...C'era sempre una distanza a separarli, una parte di lui che era preclusa a lei..." ( Fiore nero ).
Questi racconti sono una meraviglia, vanno letti, assaporati, attraversano vite intere, sanno parlare di sentimenti, incantano per grazia, moderazione, tocco poetico, ma esprimono una stupefacente sensazione di briosita', e di vitalità, sfociano nel paradosso e nella crudeltà' del quotidiano centellinando capacità' descrittiva e profondita' di pensiero, coniugando mirabilmente interiorita' ed esteriorita' in una miscela dal gusto sublime.
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