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«La memoria dell'esule». Così Luciana Stegagno Picchio definiva i cinque volumi dei Cadernos de Lanzarote in un suo saggio sullo scrittore portoghese. Nel 1993, infatti, il futuro Premio Nobel per la Letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo Vangelo secondo Gesù Cristo, si era trasferito alle Canarie, nell'isola di Lanzarote. E per cinque anni - 1993-1997 - scrive una sorta di diario «pubblico» in cui racconta di sé, del suo amore per la moglie Pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni.



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Quaderni di Lanzarote 2010-10-08 10:38:06 NomeUtente
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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    08 Ottobre, 2010
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Saggezza in pillole

Ho comprato questo libro attirato dalla frase riportata in copertina:
«Scrivere un diario è come guardarsi in uno specchio di fiducia, addestrato a trasformare in bellezza il semplice bell'aspetto o, nel peggiore dei casi, a rendere sopportabile la bruttezza massima. Nessuno scrive un diario per dire chi è. In altre parole, un diario è un romanzo con un personaggio solo».

Una bella dichiarazione di intenti che non viene certo smentita dalle pagine di un libro che racchiude i pensieri dello scrittore proposti sotto forma di diario. Ogni pagina è un input che spinge il lettore ad una riflessione ora politica, ora umana, ora sociale.
Per stessa ammissione dell'autore questo diario è un espediente per saltare da un argomento all'altro senza doversi curare di seguire una logica o una trama, un modo scaltro per regalare tante pillole di saggezza ai suoi lettori.
Forse questo libro va considerato come una lettura per chi già conosce Saramago e ne scopre i pensieri e il lato privato, una lettura dove l'autore si propone non solo come scrittore ma come uomo.

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