Narrativa straniera Romanzi storici I due Hotel Francfort
 

I due Hotel Francfort I due Hotel Francfort

I due Hotel Francfort

Letteratura straniera

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Julia e Pete Winters sono americani per bene e a Parigi hanno cercato una fuga dalla loro ordinaria vita matrimoniale, Edward e Iris Freleng sono eleganti, ricchi con noncuranza, due bohémien che hanno girato la costa francese sperando fino all'ultimo di non doverla lasciare. Invece il giugno del 1940 li sorprende tutti e quattro bloccati nell'atmosfera precaria del neutrale porto di Lisbona. Dai confini di molte nazioni ormai risuonano i colpi di mortaio, ma loro aspettano senza troppa ansia l'arrivo della nave SS Manhattan che li porterà in salvo a New York. Si conoscono al Café Suiça ed è subito evidente una tensione tra loro: entrambe le coppie nascondono un segreto e sono tormentate dalle convenzioni sociali e sessuali dell'epoca. Come l'Europa fatica a tenere in vita gli ultimi equilibri e affonda nella guerra, così anche la stabilità dei Winters e dei Freleng comincia a cedere.



Recensione della Redazione QLibri

 
I due Hotel Francfort 2015-10-12 16:47:02 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    12 Ottobre, 2015
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Giorni vissuti sul ciglio del burrone

Nel 1940, Lisbona è una porta. Una porta sull'oceano per tutti quei cittadini americani che intendono lasciare l'Europa.
Hitler sta portando la guerra nei diversi punti del continente, e gli Stati Uniti non risparmiano invii di grandi navi verso la capitale portoghese: solo così potranno rimpatriare quanti più cittadini possibile, prima che accada l'irreparabile.
A Lisbona sono appena arrivati Julie e Pete Winters, provenienti da Parigi: nella città francese hanno lasciato la loro casa, la loro vita faticosamente costruita negli anni. Pete è rassegnato al ritorno, e razionalmente non vede alternative; Julie, invece, aveva giurato a se stessa di dimenticare l'America: sarebbe disposta a ricominciare lì dove sono ora, pur di non tornare indietro.
Al bar Suica conoscono un'altra coppia di americani in attesa di rimpatrio: quella formata da Iris ed Edward Freleng. L'incontro avviene per caso, ed è il caso a vederli alloggiati in due hotel diversi ma dal nome praticamente identico (in quel momento nel quale gli alberghi cittadini sono presi d'assalto dagli esuli).
Nei giorni che mancano all'atteso attracco delle navi, le due coppie iniziano a frequentarsi. Ai “bordi” dell'Europa, dove migliaia di vite cambieranno il loro corso, i quattro stranieri paiono vagare come turisti incuranti della catastrofe che verrà. Ma anche quell'incontro è in qualche modo destinato a cambiare le loro vite...

“I due hotel Francfort” è un libro ambizioso, elegante, sorretto da una valida idea di partenza. Che tuttavia finisce per restare incompiuta.
L'autore, David Leavitt, si concentra sul rapporto tra i quattro personaggi, sulla trama psicologica che li lega quanto più essi si frequentano (non risparmiando sorprese al lettore). Finisce però per “mangiarsi” tutto il resto: pochissimi accenni all'atmosfera che precede gli anni più bui della seconda guerra mondiale; mentre del regime instaurato da Salazar in Portogallo si parla in fin dei conti una volta sola (nella parte in cui si ricorda l'ordine del dittatore di portare sempre le scarpe in pubblico, compresi coloro che non possono permettersi di comprarle e perciò rischiano l'arresto). Tanto che il libro lascia l'impressione di poter “reggere” altri contesti storici (quello di un paese dell'epoca coloniale al momento di conseguire l'indipendenza, ad esempio).
Il succo della vicenda è nel pericolo di annientamento morale per i protagonisti, che origina non dalla guerra incombente ma dal loro stesso istinto autodistruttivo. Il lettore appassionato di dinamiche di relazione vedrà svelate solo alla fine tutte le zone d'ombra dell'animo, delle quali parla Leavitt: accadrà quando l'emergere del “background” di alcuni personaggi potrà chiarire il perché di azioni apparentemente controproducenti. Allora sarà il conflitto interiore a precedere quello mondiale...

“Un'allegria artefatta ci accompagnava in quelle serate, la finzione di essere solo due coppie in giro per la città e non quello che eravamo veramente, cioè una piccola compagnia di commedia dell'arte di tre componenti, che eseguiva la sua pantomima per il pubblico inconsapevole di una sola persona... Si, sono sicuro che se ci aveste visti in quelle sere, avreste pensato che eravamo grandi amici, che mangiavano aragosta e bevevano vinho verde e parlavano di... di cosa?”

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I due Hotel Francfort 2017-08-27 06:27:38 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Agosto, 2017
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Inganno e veleno

Il romanzo è ambientato a Lisbona, nell’estate del 1940 e protagonista di questa storia, a quattro facce, è indubbiamente l’inganno. Perché tutti, in questa doppia coppia di “conoscenti per caso” (perché definirli amici direi che è proprio un eufemismo…), fanno il doppio gioco e sono tutti personaggi equivoci e comunque, a mio avviso, estremamente negativi, soprattutto dal punto di vista etico e morale. La brutta “situazione”, così come viene definita nel romanzo, comincia quasi per caso; un caso un po’ pilotato, ma comunque un caso e prosegue, in un modo che è comunque molto poco verosimile. Una coppia è di fatto solo il veleno dell’altra. L’aspetto positivo, non trascurabile, è che il libro è scritto davvero bene e comunque cattura la tua attenzione, fino alla fine. Forse perché vuoi scoprire fino a dove si può spingere la grettezza umana, maschile e femminile. Ce n’è per tutti.

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I due Hotel Francfort 2016-04-05 11:59:30 68
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68 Opinione inserita da 68    05 Aprile, 2016
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Doppia vita e relazioni pericolose

Lisbona, estate del 1940, ad un passo dalla crudelta' e dall' eccidio bellico, e' qui, nella neutralita' del Portogallo, che si narra l' incontro e si sviluppa l' intreccio di due coppie americane, una, composta da Pete e Julia proveniente da Parigi, apparentemente felice e convenzionale nella forma e nei modi, l' altra, da Edward ed Iris, estemporanea e perennemente in viaggio, quanto misteriosa e intrigante.
L'incontro casuale ne segnera' la vicenda, gli intrecci sentimentali, le crisi matrimoniali, i dubbi e i misteri, in attesa di salpare verso l' America al riparo dal terrore della guerra.
Il ritorno di Leavitt, autore sbocciato agli inizi degli anni ottanta ( ne ricordiamo bene " Ballo di famiglia ", " Martin Bauman " La lingua perduta delle gru " ) ne riporta le tematiche principali, ovvero una intensa indagine psicologica dei personaggi, la difficolta' relazionale e di coppia, il mostrarsi al di là' delle convenzioni e delle apparenze, il tormento di una vita vissuta intensamente ma non corrispondente al proprio sentire.
Nei due Hotel Francfort si respira un'atmosfera sospesa, in attesa di una guerra che al momento risparmia la neutralità' portoghese, ma sono gli intrecci dei personaggi a rubare la scena, e ci si interroga sulla verità', quasi si trattasse di un giallo, al di là' di apparenze e convenzioni.
I quattro protagonisti sono profondamente diversi, e perciò' narrativamente bene intrecciati.
Peter, l' io narrante, venditore di auto, di certo non esuberante, razionale, sospettoso e la moglie Julia, ebrea americana preoccupata del proprio passato e dell' incertezza futura, sono una coppia borghese, cordiale, bene assortita, apparentemente serena.
Edward, scrittore estroso, ammagliante, manipolatore, estroverso e Iris, eccentrica, intrigante, distaccata, misteriosa, sono l' esatto opposto, goderecci, instabili, continuamente in viaggio, spasmodicamente smodati.
Inevitabile l' incontro e lo scontro tra le due coppie che si sviluppa tra intrecci insperati e soluzioni a sorpresa.
Lo scorrere della trama ci svela la complessità' dei personaggi, mostrandoci una realtà' ogni volta diversa, in divenire, ridefinita ogni volta, lasciando agli eventi un che di misteriosa presenza..
L' interesse dell' autore è' rapito dalla profondità' delle relazioni umane, oltre le apparenze, in una commistione di ruoli, di sentimenti, spesso confusi, alla ricerca di una stabilità' emotiva e quotidiana che spesso non trovano.
Leavitt e' maestro nel descriverci l' intricato mondo relazionale, i dubbi, le ansie, le paure dei suoi personaggi le sentiamo nostre, utilizzando un linguaggio dosato, centellinato, che alterna stupore emozionale a descrizioni asciutte, misurate.
È' per questo che è' sempre ben riconoscibile, anche se la profondità' del passato e dei primi romanzi rimane unica, ma sono passati tanti anni e i tempi sono cambiati.
Rimane una buona costruzione narrativa e la certezza di una scrittura che non lascia indifferenti offrendo sempre interessanti spunti di riflessione.

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