Narrativa straniera Romanzi storici Il Comandante di Auschwitz
 

Il Comandante di Auschwitz Il Comandante di Auschwitz

Il Comandante di Auschwitz

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Alla fine della seconda guerra mondiale viene creato un pool investigativo per scovare e assicurare alla giustizia internazionale i gerarchi nazisti responsabili delle atrocità dell'Olocausto. Uno dei migliori investigatori del gruppo è Hanns Alexander, ebreo tedesco rifugiatosi in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni delle SS, e in seguito arruolatosi nell’esercito inglese. Il suo nemico numero uno si chiama Rudolph Höss, il terribile comandante di Auschwitz, responsabile del massacro di oltre un milione di persone e freddo esecutore della “soluzione finale” voluta da Hitler. Ma Höss, che dopo la guerra vive sotto falsa identità, è una preda difficile da stanare, e Hanns dovrà giocare d’astuzia e agire con determinazione per riuscire a catturarlo. Questo libro – scritto dal pronipote di Alexander, ignaro dell’avventuroso passato del prozio fino al giorno del suo funerale, nel 2006 – racconta una sconvolgente pagina di storia: le vite parallele di due tedeschi. Un ebreo e un nazista destinati a incrociarsi in circostanze incredibili, fino alla resa dei conti finale.



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Il Comandante di Auschwitz 2019-08-29 08:05:06 Giulian
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Giulian Opinione inserita da Giulian    29 Agosto, 2019
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Orrori su cui meditare

Ricostruzione storica accuratamente documentata della vita di Rudolf Höss, il noto criminale nazista al comando del lager di Auschwitz, e del meno noto Hanns Alexander, ebreo tedesco naturalizzato inglese che ne mise a segno, dopo la caduta del nazismo, la cattura. Si legge come un romanzo, ma la consapevolezza che è vera storia infonde fortissimi sentimenti di orrore e raccapriccio, non solo in relazione alle atrocità avvenute nei campi di concentramento, ma anche per le domande che la doppia personalità di Höss suscita nel lettore: come è possibile conciliare la freddezza inumana con cui il comandante ha diretto, assistendovi personalmente, il massacro di milioni di esseri umani, inclusi bambini, con il calore affettuoso che sapeva manifestare verso i suoi familiari, in particolare verso i figli? E come è possibile mantenere anche a distanza di anni un atteggiamento di totale apatia, avulso da ogni forma di pentimento, verso le proprie colpe? Colpisce che una delle poche forme di disagio espresse da Rudolf Höss ripensando alle gassazioni fosse la puzza nauseante emanata dai forni crematori e che la “soluzione finale” venga esecrata solo perché sarebbe stata la causa della reazione delle potenze contro la Germania, provocando la caduta di Hitler. È inquietante pensare che un uomo comune, non mentalmente malato, amante della campagna e della famiglia, possa divenire e rimanere talmente succube di un sistema ideologico e politico da soffocare ogni senso morale e rieducare la propria coscienza alla sopportazione indolore delle più impressionanti efferatezze.
È un libro memorabile, su cui meditare con attenzione. Mi dispiace che il buon lavoro del traduttore non sia stato supportato da un editing accurato, che avrebbe potuto eliminare qualche refuso e qualche costruzione grammaticale non proprio perfetta, dando maggior valore all’eccellente prosa dell’autore.

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Il Comandante di Auschwitz 2014-02-12 12:00:42 Francesca2213
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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    12 Febbraio, 2014
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Il carnefice e l'odio!

Se vi aspettate un bel romanzo,che vi fa vedere AUSCHWITZ dal punto di vista del carnefice e non da vittima vi sbagliate.Questo libro non è un romanzo.
Questo libro è un vero e proprio libro storico,un grande documento da avere assolutamente per chi come me è molto interessato a questo periodo storico.Dietro ogni singola pagina c'è un lavoro di ricerca enorme.Non c'è niente di inventato,niente di cui tu puoi pensare "Ma sarà vero?" e questo perchè sia nelle note,ma anche nel racconto stesso ci sono siti e posti dove si possono trovare le cose scritte.Per redigere questo libro ci sono voluti molti anni (secondo me) perchè è davvero un capolavoro letterario storico! Esso narra la storia parallela di Hanns,ragazzo costretto a trasferirsi dalla Germania all'Inghilterra perchè il nazismo stava dilagando in tutta l'Europa e quindi lui si sente tradito tanto da iniziare ad odiare il proprio paese di orgine e la storia si Hoss capo che dirige tutto il campo di concentramento di Auschwitz. Narra la storia simile del loro disagio in quel determinato periodo storico,ma anche il loro patriottismo. Quando ho finito di leggere il libro e pensando alla storia di Hoss cioè la condanna e soprattutto l'accusa di aver ucciso milioni di persone mi sono detta come è assurda la vita visto che Hoss era destinato a diventare prete e invece è diventato un assassino!
Un ultima considerazione,grazie all'autore che ha speso parte della sua vita nel raccogliere informazioni e nelle everle condiviso con tutto il mondo

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Più che altro lo consiglio a coloro che vogliono leggere un documento storico di fondamentale importanza per capire che la storia è fatta anche di persone sconosciute e non dei soli pochi nomi delle persone che conosciamo tutti!
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Il Comandante di Auschwitz 2013-10-31 15:51:31 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    31 Ottobre, 2013
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La preda diventa cacciatore

Rudolph Höss è un ragazzo tedesco, intelligente ma dal carattere chiuso. E' molto legato alla famigla ed ai suoi valori ma, i genitori lo vogliono a tutti i costi che lui prenda i voti e studi per diventare sacerdote cristiano ma, per Rudolph non è quella la via, lui vuole conoscere, sperimentare ed il suo sogno è vivere in una Germania forte e salda, sposasi ed occuparsi di una fattoria, vista la sua grande passione per gli animali. Gli si presenta un'occasione unica: partire per la Turchia in una guerra che a detta di molti durerà pochissimo, una "guerra lampo", che porterà benefici economici alla Germania. Così, falsificando i documenti, il giovanissimo Rudolph parte il fronte dove troverà un mondo terribile e spietato, i cui tempi si dilateranno e lo impegneranno per anni dove però, scoprirà nuovi valori come il cameratismo e la muta obbedienza, valori che scalzeranno gli altri e che saranno il suo nuovo credo.
Con la fine del conflitto, con una sconfitta militare che si trasforma anche in una sconfitta economica e sociale, i giovani ex-militari come Rudolph sono i primi a manifestare il loro malcontento: anni di sforzi e privazioni per ritrovarsi più poveri di prima e con la minaccia comunista alle porte..cosa si può fare? Ed è in questo periodo che Rudolph Höss, sente parlare Himmler e Hitler, due uomini carismatici che, con le parole sanno incanalare l'odio ed il rancore di una Nazione intera.
Rudolph sarà tra i primi ad aderire al nuovo partito nazionalsocialista, guadagnerà presto la fiducia dei suoi vertici per la sua devozione e la sua lealtà e verrà "premiato" come responsabile di un campo di lavoro e detenzione in Polonia, dove riceverà degli ordini tassativi, categorici ma, necessari per imporre sul mondo la razza germanica.

Hanns Alexander è un giovane rampollo tedesco, proviene da una ricca famiglia ebrea, il padre è medico e la madre ha un cognome conosciuto in tutto il mondo per gli ingenti capitali di famiglia. Hanns ha un fratello gemello e passa l'infanzia a combinarne "una in più di Bertoldo".
Ma, qualcosa in Germania dopo la grande Guerra sembra cambiare. Gli ebrei non sono più ben visti e vengono lanciate loro colpe e calunnie che nè Hanns nè la sua famiglia possono capire e non riescono a spiegare. In pochi mesi molti beni degli Alexander vengono confiscati dallo Stato ed il padre finisce su una "lista", sulla quale vengono appuntati dei nomi di persone che, vengono caricati su treni e di cui si perdono le tracce. E' quindi arrivato il momento di partire per gli Alexander, trasferirsi in Inghilterra, una terra che li vedrà per anni stranieri, nella quale dovranno ricominciare tutto da zero. E' questo rancore che porterà Hanns ed il fratello ad arruolarsi nell'esercito britannico, ad "invadere" con esso la loro Germania ed a scoprire fatti agghiaccianti successi nei campi di prigionia, le cui vittime erano per la maggior parte ebrei..come loro.
Hanns diviene così il primo investigatore di un pool che avrà lo scopo di catturare i gerarchi nazisti, artefici dell'olocausto ebraico alla fine della guerra.

Obiettivo primario per Hanns Alexander: catturare il comandante di Auschwitz Rudolph Höss,

Thomas Harding, lo scrittore di questo bellissimo libro è il nipote di Hanns Alexander, il "caccaitore di nazisti".

Questo libro mi ha letteralmente stregato. Un autore che, pur essendo coinvolto in maniera viscerale con la vicenda riesce a mantenere un distacco ed ad esemplificare dei concetti molto razionalmente, non arroccandosi semplicemente sull'idea di "giusto o sbagliato" che offre la storia ma, arrivando addirittura a mettere in discussione l'etica dello zio, che da vittima passa a carnefice.
Attenzione, non è un libro che esalta e giustifica i criminali nazisti, anzi! E' un libro che cerca di entrare nella storia dalla porta principale, i sentimenti e le situazioni di due contemporanei che si ritrovano per nascita e per cultura agli antipodi nel medesimo momento storico, entrambi che agistono secondo i loro valori ed entrambi che saranno "vittime" di un momento storico e "assassini" di molte persone.

Un libro da leggere e da possedere per gli amanti della storia, che magari non porterà nulla di nuovo alle nozioni che già possediamo, ma arricchirà chi vuole vederne il risvolto umano, senza giudizi o critiche che sono fin troppo evidenti ed a volte, permettetemi, banali.

Un bellissimo affresco, corredato di numerose foto d'epoca dei due protagonisti che, aumentano realtà e credibilità dello scrittore, davvero una bella penna!

Buona lettura.

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