Narrativa straniera Romanzi storici La misura del mondo
 

La misura del mondo La misura del mondo

La misura del mondo

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La trama e le recensioni di La misura del mondo, romanzo di Daniel Kehlmann edito da Feltrinelli. Nel 1828, Gauss, matematico, fisico, astronomo, al momento direttore dell'osservatorio di Gottinga, dove vive con la seconda moglie Minna e i figli, viene invitato da Alexander von Humboldt, esploratore, geografo e scienziato, a Berlino, dove si svolge un congresso di scienziati tedeschi. L'incontro fra due delle menti più geniali della Germania illuminista fornisce all'autore l'occasione di narrare le incomparabili vite dei due personaggi, dall'infanzia al 1828 passando per il viaggio e il trattato che hanno fondato la geografia e la matematica moderne. Un romanzo intelligente, divertente, ricco di humour; il ritratto irridente ma appassionato e devoto dell'epoca di massimo splendore della cultura tedesca.



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La misura del mondo 2020-10-01 07:37:39 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    01 Ottobre, 2020
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Due percorsi, due geni

Tra il 1850 ed il 1870, in Germania, nascono due individui destinati a rivoluzionare gli studi scientifici del loro tempo e dell’avvenire: il matematico e fisico Carl Wilhelm Gauss e l’esploratore e naturalista Alexander von Humboldt. Mentre il primo, genio precoce dotato di impressionante velocità di ragionamento, introduce concetti geometrici e matematici del tutto innovativi, il secondo, tenace e infinitamente metodico, effettua una lunga spedizione in Sudamerica nel corso della quale cataloga numerose piante e fenomeni naturali e crea una notevole serie di mappe geografiche (senza paura di mettere a repentaglio la propria vita e quella del suo accompagnatore francese, messier Bonpland).
Quando in tarda età i due si incontreranno – in una Germania postnapoleonica in gran fermento e disordine – non sarà solo una suggestione il fatto di aver rincorso, attraverso due percorsi molto diversi tra loro, un obiettivo simile.

L’idea di Daniel Kehlmann è originale: prendere a pretesto l’incontro tra due geni della scienza per mostrare come abbiano avuto in comune soprattutto la straordinaria capacità di razionalizzare il mondo attraverso l’abilità di “misurarlo” (rinnovandone i connotati a beneficio degli studi scientifici successivi).
“La misura del mondo” si mostra dunque come una sorta di biografia romanzata, che presenta al lettore due eminenti personalità anche attraverso le loro singolarità e fissazioni (Gauss, ad esempio, nella spiccata propensione verso l’universo femminile, von Humboldt nella sana rivalità con il fratello maggiore).
Se c’è un appunto da fare è che il libro finisce per sbilanciarsi maggiormente verso la figura di von Humboldt (quest’ultimo ha avuto, per ovvi motivi, un’esperienza di vita più avventurosa di Gauss, e dunque letterariamente più affascinante); uno squilibrio in parte sanato dall’episodio narrato “al presente”, ovvero quello nel quale i due scienziati si incontrano e che è in realtà dedicato ai rapporti tra l’anziano Gauss e suo figlio Eugen.
Tenendo conto, in ogni caso, che l’autore è un divertito sovvertitore dei punti di vista…

“ (…) mentre Humboldt superava la periferia di Berlino e si immaginava Gauss seduto al suo telescopio a osservare i corpi celesti, le cui orbite sapeva riassumere in formule semplici, per la prima volta non avrebbe più saputo dire chi dei due aveva girato mezzo mondo e chi era sempre rimasto a casa.”

Due indicazioni al lettore:
- come già intuibile, la lettura non è assolutamente ostica per chi non si intende di matematica, geografia, astronomia o botanica; semmai l’appassionato di una o più di queste materie troverà nella conoscenza approfondita dei due personaggi un valore aggiunto;
- la costruzione delle figure dei protagonisti è sorretta da un’analisi documentata delle loro biografie (basta ricercarle su Wikipedia, per capire come Daniel Kehlmann si sia interessato soprattutto alle storie personali e alle propensioni caratteriali di Humboldt e Gauss).

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