Narrativa straniera Romanzi Diario di un procuratore di campagna
 

Diario di un procuratore di campagna Diario di un procuratore di campagna

Diario di un procuratore di campagna

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

Il sostituto procuratore di una cittadina del Delta del Nilo viene svegliato nel cuore della notte per un omicidio. La sola persona a conoscenza dei fatti è Rim, una bellissima adolescente che ben presto scompare senza lasciare tracce. Per dodici giorni, il magistrato e la sua squadra di poliziotti corrotti e inefficienti, insieme allo strano vagabondo ispirato che li segue nelle indagini, si butteranno sul caso con insolito zelo, nella speranza di ritrovare quell'immagine di bellezza. In questa cornice poliziesca prende vita il ritratto comico e crudele di una società provinciale divisa fra rappresentanti delle istituzioni, piccoli poteri locali, e contadini alle prese con la miseria e l'imperscrutabile macchina repressiva dello stato.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Diario di un procuratore di campagna 2015-08-31 09:55:21 enricocaramuscio
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    31 Agosto, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Giallo e denuncia

Tawfîq Al-Hakîm ci porta in viaggio in un Egitto rurale di inizio Novecento ricco del fascino della tradizione ma al contempo pieno di ombre e contraddizioni. Lo fa con grande ironia, con uno stile brillante e spiritoso, alternando frizzanti dialoghi ad argute, e spesso amare, riflessioni. Lo fa giocando tra il giallo e la denuncia, mettendoci al fianco di un sostituto procuratore intelligente e pieno di zelo ma oramai disilluso dal cattivo funzionamento della macchina giuridica e sopraffatto dal lerciume istituzionale. Seguiamo il magistrato in un’indagine per omicidio, a combattere con la corruzione e l’inefficienza della polizia, a scontrarsi con la diffidenza della gente comune e a sobbarcarsi i pesanti oneri di una burocrazia secondo cui l’esigenza di redigere un buon verbale viene prima della ricerca della verità. Al fianco del protagonista, ci inoltriamo poi in una fitta ragnatela di processi minori, di contravvenzioni, contenziosi, ammende e scartoffie. Una carrellata di piccoli casi che rappresentano momenti di forte critica sociale, grazie ai quali l’autore mette in luce l’incolmabile distanza tra popolo e governo, tra chi si barcamena come può per sbarcare il lunario e chi stabilisce regole che non tengono minimamente conto della vita quotidiana, tra chi cerca di far rispettare la legge e chi la legge è costretto a subirla senza capirne le ragioni. Uno Stato che non muove un dito per istruire la povera gente salvo poi punirne l’ignoranza, non rifornisce i villaggi di acqua corrente ma multa chi lava i panni nei canali, emana sentenze in fretta e furia senza neanche ascoltare cosa hanno da dire gli accusati. Un Paese in cui la connivenza tra governo e polizia non è uno scandalo ma la regola, in cui le elezioni sono palesemente truccate, la politica calpesta la giustizia, l’ordine e la morale. Uno Stato che guarda a Ponente, ma dell’Occidente sembra prendere solo il marcio. “…Là, il crimine civilizzato esce sulla sua macchina blindata armato di revolver, mitragliatrici ed esplosivi per dare l’assalto alle più imponenti banche e tesorerie pubbliche, e poi torna nel suo nascondiglio con immense fortune in contanti. Qua, il crimine primitivo esce avvolto nel suo mantello, col randello, la falce o lo schioppo in spalla, per versare il sangue di un povero diavolo e vendicare ciò che le tradizioni e i costumi condannano come un disonore. Là potere e denaro, qua tradizioni e costumi. Ecco la differenza tra il progresso e l’arretratezza, fra ciò che occupa i pensieri dell’uomo civilizzato e ciò che occupa i pensieri dell’uomo primitivo. Il male infatti resta sempre il male. Ma il male prodotto da una grande causa è più degno di stima di quello che nasce da una povera causa da nulla. La civiltà superiore non è quella che elimina il male e cancella la criminalità, ma quella che crea un male superiore e una criminalità superiore.”

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
3.9 (3)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Day
Ci vediamo in agosto
Il segreto della libraia di Parigi
Il club del pranzo della domenica
Il club delle fate dei libri
Il filo della tua storia
Un oceano senza sponde
L'ora di greco
Gli altri
Baumgartner
I lupi nel bosco dell'eterno
L'isola nello spazio
La stagione della migrazione a nord
Fino alla fine
L'ultima cosa bella sulla faccia della terra
Lezioni di chimica