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Il seggio vacante Il seggio vacante

Il seggio vacante

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A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il seggio vacante 2012-12-20 16:47:30 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    20 Dicembre, 2012
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Il seggio vacante

“Il seggio vacante” è un romanzo di gran contenuto, destinato a scuotere le coscienze e a stimolare riflessioni sulla società attuale.
Poco importa l'ambientazione inglese, in fin dei conti lo spaccato sociale rappresentato ben si adatta a qualsiasi contesto nazionale.
I mali di una piccola comunità, assurgono a simbolo di un mondo malato, corroso da avidità e mosso da una ricerca spasmodica all'interesse personale, frustrato nei sentimenti e negli affetti familiari.
Un intreccio di famiglie alla deriva, focolari domestici in cui i legami si sciolgono come neve al sole, in cui il ruolo di genitori si frantuma contro il muro dell'incomprensione, della freddezza e dei rancori; veramente dolorosa la rappresentazione della lotta tra genitori e figli, colta in maniera cruda e dura, destinata a lasciare sul campo solamente feriti insanabili.
Sembra un mondo dove la luce è tramontata per cedere il posto all'oscurità morale e civile; ogni singolo personaggio non è esente dalla corruzione della propria anima, sia per fame di denaro sia per fame di successo, sia per deviazioni personali, sia per noia.
L'implosione di questa società non si limita allo scontro generazionale, ma provoca anche una spaccatura sempre più profonda tra classi sociali, dettata da mancanza di solidarietà, avversione all'integrazione, insensibilità alle problematiche che affliggono i soggetti più deboli.
La Rowling ci parla di una società flagellata su più fronti, dal personale al sociale, attraversando i campi familiari, lavorativi, scolastici, politici.
Queste pagine ci rendono una visione impietosa di uomini che non sanno più interagire, né con se stessi né con il prossimo né con i figli; aumenta la capacità di nutrire odio, invidie e insoddisfazioni a scapito di sentimenti positivi e costruttivi.

E' una lettura graffiante, nei contenuti e nei toni; l'incipit in sordina sfocia, strada facendo, in un fiume impetuoso, coinvolgendo il pubblico con forza, tra commozione, dolore e paura per una società che è mutata e sta percorrendo sentieri pericolosi.
L'estremo pessimismo che percorre il romanzo è dettato dal bisogno dell'autrice di evidenziare ed estremizzare gli aspetti peggiori della società contemporanea, senza alcun tentativo di giustificare gli uomini per i loro comportamenti; il messaggio arriva forte al pubblico, inchiodandolo alla visione straziante del mondo cui vive.
Coraggiosa ed audace la scelta narrativa della Rowling, poiché il suo microcosmo sociale sarà destinato a dividere la critica; qualcuno la potrebbe tacciare di avere accorpato un insieme inverosimile di circostanze, proponendo un messaggio esageratamente negativo e privo di speranza.
Al contrario, riteniamo che romanzi come questo siano ottimi spunti per riflettere sui disagi e le problematiche del vivere attuale, rompendo il guscio dell'individualismo per ritrovare una comunione sostanziale con chi ci circonda.

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Il seggio vacante 2018-12-04 16:26:37 Gabriele_Romanutti
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Gabriele_Romanutti Opinione inserita da Gabriele_Romanutti    04 Dicembre, 2018
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Un realismo graffiante

J.k Rowling ci ha abituato alla perfetta e coinvolgente creazione di mondi e di storie. Non serve citare i vari libri di Harry Potter per capire il livello che questa scrittrice ha raggiunto. Utilizza un vastissimo vocabolario, scrive storie che ti avvolgono e convincono, di cui poi riesci difficilmente a fare a meno quando leggi l'ultima parola del libro. Con il Seggio Vacante J.K.Rowling esprime il proprio talento trascinandoci nella vita quotidiana di un paesotto di nome Pagford e delle varie peripezie con la vicina cittadina di Yarvil che saranno il filo conduttore di tutto il libro. In questo romanzo si passa velocemente dalla dolce melodia della solare Pagford con il calore e la rusticità che la contraddistingue alla vita dei suoi abitanti con i loro intrighi e i loro modi d'essere. Grande conoscitrice delle persone, la Rowling ci fa precipitare nell'animo umano mettendo a nudo le sue peculiarità e le costanti vicende reali e mentali che ogni persona vive nella sua vita, con tutto ciò che poi ne consegue. Con una descrizione a volte violenta e senza mezzi termini della società nella quale viviamo, l'autrice ha saputo ricreare nei confini di Pagford le problematiche e le parti più volutamente nascoste di una società intera e farci rendere conto di quanto ciò che descrive possiamo ritrovare quotidianamente nel nostro mondo. Questo libro mette i personaggi di fronte alle conseguenze delle proprie azioni perché prima o poi tutto torna e ognuno deve fare i conti con il proprio passato. Una vicenda struggente e coinvolgente che ti tiene incollato al libro come d'altronde succede sempre con questa autrice, lo abbiamo potuto apprezzare anche nei recenti libri basati sul mondo reale scritti con lo pseudonimo di Robert Galbraith.
Passioni violente, vergogna, disprezzo, amore e cattiveria, intimità e impudicità, invidia e malattia si susseguono in questo romanzo per poi arrivare al culmine nelle ultime pagine che vedono il susseguirsi di diversi colpi di scena che completano tutte le trame e i fili tessuti durante il romanzo. Un epilogo completo e dalle diverse sfaccettature che coronano un romanzo avvincente e interessante, un altra prova della bravura della scrittrice che risulta convincente e talentuosa anche al di fuori delle pagine “fantasy” del mago dagli occhi verdi.

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Il seggio vacante 2017-09-01 15:53:31 GiuliReader
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GiuliReader Opinione inserita da GiuliReader    01 Settembre, 2017
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DANNATAMENTE REALISTICO

J.K. Rowling torna nelle librerie, dopo il colossale successo della saga di Harry Potter, con un romanzo per adulti con un impronta totalmente diversa. Stiamo parlando de Il Seggio Vacante.
Siamo a Pagford, una piccola cittadina inglese immersa nelle colline, sembrerebbe il posto perfetto dove vivere con le sue villette ordinate e i prati perfettamente falciati, ma in realtà, tra i cittadini di questo apparentemente tranquillo paesino si nascondono storie di ipocrisia, rancori, tradimenti, bullismo e sofferenza tutte con un unico filo conduttore ad unirle.

Ai molti fan "Potteriani" questo nuovo lavoro della Rowling non è piaciuto, forse perchè lontano anni luce dagli ambienti fatati di Hogwarts, dato che Il Seggio Vacante è un romanzo che descrive in modo crudo e spietatamente onesto le turbe della società moderna sottolineate ancora di più dal linguaggio tagliente e per niente infiocchettato che l'autrice ha scelto per i dialoghi dei personaggi.
Personalmente l'ho amato proprio per questo: perchè sono storie che sono assolutamente odierne, corrispondenti alla realtà.
Non è il classico romanzo dove i protagonisti hanno una vita meravigliosa circondati da persone altrettanto meravigliose e dove le peripezie finiscono sempre con un lieto fine (non aspettatevi il lieto fine perchè vi dico già che non lo troverete).
La trama è articolata e, di primo acchito, non semplice da seguire dato che la storia viene raccontata attraverso i vari punti di vista dei personaggi (e i personaggi principali sono tanti, forse troppi) perciò è inevitabile trovare qualche difficoltà nel cercare di capire come dipanare la matassa già dalle prime pagine; ed è per questo motivo che a mio parere merita una lettura costante ed attenta.
Nonostante ciò lo stile di lettura rimane quello tipico della Rowling: leggero, scorrevole e coinvolgente.
E' a tutti gli effetti un libro "che prende" e che stimola ad andare avanti con la lettura malgrado qualche lapsus di troppo riguardante la traduzione che purtroppo incespica di frequente nell'ortografia.
Anche il finale meritava forse un pò più di cura da parte dell'autrice che dopo più di 500 pagine sembra avere fretta di concludere; difatti si rimane un pò "appesi" poichè alcuni personaggi vengono lasciati come sospesi nel tempo senza dare modo al lettore di capire, o quantomeno intuire, cosa ne sarà di loro dopo un determinato evento.

Lo consiglierei? Sì, se si è stanchi del solito lieto fine e si desidera leggere qualcosa di un pò più realistico, conforme a quelle che sono davvero le vere "disavventure" della vita e se non vi turbano parolacce e descrizioni forti.

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Il seggio vacante 2015-07-30 08:09:24 fraghi88
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fraghi88 Opinione inserita da fraghi88    30 Luglio, 2015
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Un buon libro


Il verme dell’invidia, dell’antagonismo e della diversità. Il benestante contro l’emarginato.
Uno sguardo alla sua parte storica e uno alla parte urbanizzata, due facce che nascondono le vere problematiche legate ad una piccola ed amabile cittadina, come Pagford.
A volte l’apparenza può ingannare e la ‘falsa’ tranquillità della società che vi vive, può sfociare improvvisamente in una guerra quotidiana.
Una battaglia psicologica e materiale che da individuale può diventare collettiva.
Sarà la morte del più amato e odiato consigliere cittadino, Fairbrother, a incendiare gli animi di tutti. I più ricchi e i più poveri si batteranno per conquistare il suo amato posto nell’amministrazione locale. Una profonda voragine che scava dentro la malata anima dei suoi abitanti. Pagford non ha più il cuore puro che aveva mostrato in apparenza, ma adesso vedrà la sua serenità sbriciolarsi fra sordide alleanze e perfidi antagonismi.
L’autrice attraverso la sua opera sembra voler rispecchiare l’odierna faccia della crisi economica con quella di una libresca faida sociale. Dal suo fantastico ed eroico Harry Potter passa ad una attuale e valida argomentazione. Chi meglio di un romanzo può raccontare la vera sete di potere che si nasconde nel cuore di ogni uomo?
Dalle pagine si riscatta una crisi interiore che mostra la vera causa di una società dai toni aspri, la stessa in cui viviamo ogni giorno.
Una storia che presenta i suoi personaggi con il chiaro intento di raccontare i ricchi per quello sono e gli emarginati per quello che vorrebbero essere.
In fondo, tutti vorrebbero nella loro vita un ‘seggio vacante’, senza essere completamente consapevoli, che è proprio quel misterioso desiderio di potere a sconvolgerci la coscienza e a renderci sempre meno sensibili ai veri valori della vita.

Francesca Ghiribelli

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Consigliato a chi ama l'autrice di Harry Potter per scoprirne un altro nuovo talento.
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Il seggio vacante 2015-02-12 11:36:13 Erica Gatti
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Erica Gatti Opinione inserita da Erica Gatti    12 Febbraio, 2015
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La Rowling vacante.

Ho ritenuto per me un dovere leggere questo libro, poiché J. K. Rowling ha formato la mia infanzia con i suoi personaggi pieni di sfumature nella celeberrima saga di Harry Potter.
Sapevo benissimo a cosa andavo incontro leggendo Il seggio vacante: un'altra storia, altri personaggi, temi e situazioni ben lontani da quelli che facevano da sfondo alle vicende di Harry. Per un maggiore distacco, non comprai né lessi il libro appena uscito, riducendo così anche le mie aspettative al minimo.

La prima cosa che ho notato, leggendo questo romanzo, è un posto vacante. E come Barry Fairbrother ha lasciato il suo seggio in pasto a una concorrenza ben poco leale tra le fazioni politiche del suo paese, la Rowling ha lasciato il suo posto andandosi a sedere da qualche altra parte, evidentemente.
Infatti nello stile e nell'impostazione della narrazione ho trovato ben poco di quel modo accattivante che mi aveva entusiasmato nei suoi libri: mi è sembrato che la scrittrice abbia cercato di distanziarsi il più possibile dallo stile che aveva utilizzato nel raccontare Harry Potter, avvicinandosi invece a un modo di narrazione tipico di altri scrittori - è stato fin troppo semplice riconoscere, per me, un'impostazione alla Stephen King nella trattazione dei personaggi, sempre in continuo ripercorrere il proprio passato senza mai dare una spiegazione totale ad alcuni loro pensieri. (Ma mentre ho sempre trovato lo stile di King ammirabile e gestito alla perfezione, qui non ho potuto fare a meno di notare come questa trattazione rendesse la lettura pesante, in un continuo via vai di personaggi che, specialmente all'inizio, non riuscivo bene a identificare.) Forse questa scelta è dovuta alla lontananza dei temi trattati rispetto a quelli del maghetto con gli occhiali, ma ritengo che, nel tentativo di distinguersi dalle vesti che aveva assunto, la Rowling abbia peccato di eccesso nel lato opposto, finendo per non essere più se stessa.
La lettura di questo romanzo mi è durata per mesi, fino a quando in questi ultimi giorni mi sono quasi costretta a terminarlo. Purtroppo non è stato così accattivante come avevo sperato.
A un certo punto, circa a metà libro, ho trovato la narrazione più intrigante: forse perché avevo finalmente fissato bene tutti i personaggi e tutte le loro parentele, forse perché alcune cose avevano iniziato a farsi più chiare, forse perché mi ero abituata (e arresa) allo stile che mi trovavo di fronte, dal primo post sul blog del Consiglio Comunale - non dirò di più per evitare spoiler - ho ritrovato il gusto della lettura e la curiosità di vedere quali conseguenze avrebbe avuto sul carattere dei personaggi, sulle loro vicende, sulle loro presunzioni e (in)sicurezze.
Personaggi che, spezziamo una lancia a favore della scrittrice, sono comunque trattati con una grande prospettiva psicologica e analizzati in ogni punto. Non sembrano per niente stereotipati, ma lasciano la sensazione di essere veri in ogni gesto: ed è questo ciò che ho sempre amato della Rowling e ciò che mi ha fatto in fondo apprezzare comunque la lettura.
Da Simon Price, uomo violento e insano, a Colin Wall, insicuro e malato; da Parminder Jawanda, medico sicuro di sé e pretenzioso, a Samantha Mollison, donna ottemperata dal terrore della sua vecchiaia imminente; da Gaia, ragazzina sicura di sé e a volte spregiudicata, a Robbie, un povero bambino di appena tre anni e mezzo costretto a vivere in un pessimo ambiente familiare... Qui tutti i personaggi - e sono molti, molti più di quelli che ho elencato - vengono delineati con minuzia e profondità tali da riuscire a vederli quasi materializzarsi di fronte a te.
Personaggi che ruotano attorno a una campagna elettorale per riempire il seggio vacante di Barry Fairbrother, per decidere se chiudere un centro di tossicodipendenza e per cercare di ristabilire dei confini del paese fuori o dentro le case popolari dei Fields. Temi scottanti, realtà molto sincere, una serie di comportamenti immorali che viaggiano attorno alla politica: temi veri, esattamente come i personaggi.

In definitiva: ho trovato buona l'idea, ottimi i personaggi, ma non ho trovato la Rowling che, forse, troppo impegnata a far combattere i suoi personaggi per il seggio vacante, si è scordata del posto che doveva ricoprire anche lei.

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Il seggio vacante 2015-01-04 17:31:30 Liponi
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Liponi Opinione inserita da Liponi    04 Gennaio, 2015
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Uno spiraglio di luce dalla tragedia

Di primo acchito, anche per l’aspetto esterno, un libro rilegato con sovraccoperta a colori sgargianti, le numerose pagine scritte a caratteri piuttosto grandi, sembra una prosecuzione per adulti del ciclo di Harry Potter, dove non manca un pizzico di horror (vedi soprattutto la scena iniziale, in cui viene descritta la morte di Barry Fairbrother), ma anche di sesso esplicito (nel ciclo di Harry Potter assente o implicito). Il tocco narrativo è leggero e sciolto: i numerosi personaggi sono ritratti a tutto tondo, ma con tratti rapidi e prevalentemente attraverso i dialoghi. Anche qui, come in Harry Potter, c’è una netta distinzione tra mondo degli adulti e mondo dei ragazzi (qui adolescenti), visti spesso in contrapposizione, salvo qualche rara eccezione (e il morto che lascia vacante il seggio nel Consiglio locale del piccolo centro di Pagford è una di queste); ma pochi sembrano salvarsi, sia tra gli adulti che tra i giovani, da un giudizio morale negativo. Ben presto si delinea la contesa tra gli adulti, gli uni (la maggioranza) favorevoli a passare il quartiere popolare dei Fields, un quartiere degradato che squalifica le linde casette dei quartieri “alti”, al comune vicino, in modo da scaricare ad esso tutte le incombenze legate al disagio degli abitanti, poveri, disoccupati, drogati, alcolizzati. Barry Fairbrother proveniva dai Fields, ma aveva fatto fortuna ed era andato ad abitare in una villetta di Pagford: per questo si batteva per mantenere il legame con il quartiere popolare e per favorire il riscatto dei giovani dalla loro condizione di emarginazione. Quindi, mentre per il presidente del Consiglio Locale, un grasso bottegaio, la morte di Barry è un colpo di fortuna, che gli consente di realizzare il suo sogno di liberare Pagford dal peso dei Fields, per Krystal, una ragazza povera, emarginata, dal temperamento asociale, quella morte significa la perdita di ogni speranza di riscatto. Proprio Kristal, assieme a Sukhvinder, una ragazza vittima del bullismo dei compagni, risultano essere i personaggi più positivi di questo ambiente, dove prevale, sia nei ricchi che nei poveri, l’egoismo e la mancanza di qualunque valore autentico.
Ma Krystal morirà, alla fine, per la disperazione di non essere riuscita a salvarsi e a salvare il fratellino di due anni e Sukhvinder riuscirà a ottenere per lei e per il fratellino un bel funerale, in cui finalmente le due parti del paese si ritrovano, accomunate – e in parte riscattate - dal dolore.
Le cose migliori del romanzo si vedono proprio quando vengono messe alla luce le personalità tormentate di Krystal e Sukhwinder e il loro conflitto con il resto del mondo, sia con gli adulti, sia con i coetanei. Di qui emerge anche un’altra somiglianza con il ciclo di Harry Potter: anche il maghetto era emarginato, soprattutto nell’ambiente familiare, ed incompreso; ma aveva la magia a riscattarlo. Qui, invece, la diseredata Krystal si riscatta solo con la morte.
Di questo romanzo ricordo soprattutto la difficoltà ad appassionarmi alla vicenda, a coinvolgermi. Le prime pagine mi sembravano abbastanza superficiali, soprattutto a confronto con la prosa degli israeliani Yehoshua e Grossman, che sono quelli che ultimamente mi hanno più appassionato. Poi però mi sono lasciato sedurre da questo quadro spietato della società e, soprattutto, del mondo degli adolescenti, con le loro assurde pose, il loro bullismo, le loro sofferenze segrete e la loro volontà di riscatto. Alla fine, una fine tragica, uno spiraglio di luce.

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Il seggio vacante 2014-09-19 08:49:08 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    19 Settembre, 2014
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Il seggio vacante.

"La vecchia città è ancora la stessa, quando scendo dal treno...."
Faccio una premessa, io non ho ancora letto nessun libro della saga di Harry Potter, questo è la mia prima esperienza con la grande scrittrice J.K.Rowling, ho visto tutti i film, ma so anche che i film non sono la stessa cosa rispetto ai libri, mi sono ripromessa che tra le mie prossime letture il maghetto ci sarà e mi trascinerà in una splendida avventura!
Posso certamente dire che leggere questo libro è stato molto, molto affascinante, la Rowling scrive veramente bene, ma non c'è bisogno che questo lo debba dire io, mi ha colpito la bravura di come riesce a far prender vita ai vari personaggi, non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto di quello caratteriale, c'è l'insoddisfatto, il debole, l'ambizioso, il codardo, il disonesto, l'arrivista ecc., c'è chi vive per la sete di potere e che schiaccia senza remore i più deboli che giudica non persone che vivono e soffrono, ma come un peso e un'onta per la splendida e perfetta cittadina di Pagford e dalla quale è necessario allontanarli.
Pagford è una cittadina nella quale i loro abitanti sguazzano costantemente nel pettegolezzo, ci sono alleanze e schieramenti, c'è chi vuole il potere e chi il bene e l'aiuto per i meno fortunati, ma tutti, tutti quanti sono accomunati dalla stessa paura quella che l'altro venga a sapere i piccoli e i grandi segreti che si celano nel vissuto di ogni persona o famiglia, è tutto questo che mi ha fatto trovare eccellente e brillante il libro, che me lo fatto amare, io che abito in un piccolo paesino, ho scorto tante somiglianze e affinità con la storia, con il modo di comportarsi e di agire dei vari personaggi rispetto alla realtà che mi circonda.
"Shirley sentiva un'affinità segreta e speciale con il Fantasma. Lui aveva scelto il suo sito per smascherare l'ipocrisia degli avversari simile a quello del naturalista che costruisce un habitat in cui le specie rare si degnano di fare il nido. Ma c'era di più. Shirley fremeva di ammirazione, di fronte alla rabbia del Fantasma, alla sua crudeltà, alla sua audacia. Si chiedeva chi potesse essere e immaginava un uomo forte e tenebroso alle sue spalle e di Howard o al loro fianco, che aspira loro la strada tra avversari che si accasciavano falciati dalle loro stesse orrende verità."

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Per chi ama immergersi nel quotidiano!!!
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Il seggio vacante 2014-08-18 16:39:17 pupa
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pupa Opinione inserita da pupa    18 Agosto, 2014
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I conflitti generazionali

Un’elegante e sciccosa cittadina immersa in una campagna inglese, tra verdi colline e un’abazia antica è l’idilliaca Pagford con un centro signorile lastricato di ciottoli e casette con prati mantenuti bene. La morte casuale di uno dei consiglieri comunali è lo spunto di una guerra epidermica, perfida e ipocrita, piena d’intrighi e colpi bassi, rancori e tradimenti, in cui tutto il marciume di una comunità viene a galla per “l’accidentale vacanza” in quell’amministrazione comunale. Gli abitanti conducono silenziose ma determinate battaglie quotidiane l'uno contro l'altro per ottenere la supremazia in faccende spesso meschine e futili. I ricchi vorrebbero vedere sparire i poveri, figli e genitori si torturano nel disprezzo e nell'incomprensione reciproca, gli adulti superano i ragazzi in gare di bullismo mentre drammi sociali si consumano sotto i loro occhi nell'indifferenza generale. Maltrattamenti, amicizie che si sgretolano, storie di droga, segreti, frustrazioni e razzismo strisciante sono descritti in maniera precisa e diretta, quasi impietosa: nessuno dei personaggi appare simpatico e completamente positivo anche quando taluno cerca il riscatto la maniera proposta è vissuta in modo tragico. I conflitti generazionali (motivo preponderante del romanzo) e le riscosse fanno sì che le trame s’intreccino e s’infittiscano dai protagonisti che rimangano impressi come un marchio a fuoco. Libro interessante, con uno stile semplice ma efficace da parte della Rowling, che le permette di svelare l'animo dei suoi personaggi con naturalezza e realismo, qualità già incontrate e alle quali ci ha ampliamente abituati anche se ho trovato il finale un po' scontato e sottotono, nella sua drammaticità.

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Il seggio vacante 2014-07-22 19:30:01 alxeimon
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alxeimon Opinione inserita da alxeimon    22 Luglio, 2014
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Sfacciato, determinato ed incredibilmente realista

Ecco come descrivere questo libro di J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter, che ha fatto sognare le ultime generazioni.

“Il seggio vacante” si presenta subito per quel che è: un libro senza pretese, una sperimentazione modesta senza alcun impegno, che funge da “depuratore” dalla magica saga. Nonostante ciò, nel nuovo romanzo, la scrittrice si difende benissimo dal passaggio cruciale, raccontando una realtà assolutamente disincantata, in cui focalizza la sua attenzione su ognuno dei personaggi, che vengono messi a nudo grazie alla capacità straordinaria con cui la scrittrice riesce a rendere importante ogni minimo dettaglio della narrazione.

Si tratta della storia del piccolo borgo di Pagford, caratterizzata da costanti lotte di fazioni interne, che trovano sbocco dopo anni di silenzio ed equilibrio, una storia raccontata attraverso un intreccio particolare e avvincente. La realtà di Pagford è dominata dal classismo, dai pettegolezzi, dalle invidie dei cittadini più ambiziosi, dai problemi familiari, dai litigi fra marito e moglie, fra amici e vicini di casa, dalle problematiche adolescenziali: leggendo, ci si ritroverà catapultati nell’universo pungente del paese che, alla fine del romanzo, lascerà senza fiato.

“Il seggio vacante” è indubbiamente un libro sincero, un’opera commovente che cerca di evidenziare gli aspetti più realisti e, allo stesso tempo, più drammatici della società contemporanea, caratterizzata dall’ipocrisia, dalla vergogna e dall’incapacità dell’uomo di essere altruista: un libro crudo che fa discutere, ma che di certo non passa inosservato.


PS: Colgo l'occasione per riportarne un piccolo passo:
«Colin aveva il brutto vizio di dare giudizi affrettati, fondati sulla prima impressione, su un unico episodio. Non riusciva mai a cogliere l'immensa mutevolezza della natura umana, né che dietro ogni faccia, anche la più anonima, si nascondeva un mondo unico e in continuo fermento esattamente come il suo.»

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Consigliato a chi è solito leggere classici e che, coraggiosamente, ha bisogno di uno "scossone" alle proprie letture, senza prendersi la briga di guardare dall'alto un'autrice così discussa.
Sconsigliato a chi si aspetta qualcosa di simile alla saga potteriana o con qualche strascico fantasy: il taglio rispetto al passato è netto ed invalicabile.
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Il seggio vacante 2014-04-28 13:29:02 AlexisKami
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AlexisKami Opinione inserita da AlexisKami    28 Aprile, 2014
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Seggio vacillante

Anche io da fan di Harry Potter come molti altri, sono rimasta delusa da questo libro.
L'impressione che ho avuto è che la Rowling, per differenziarsi dalla saga e per scrivere un libro "per adulti", abbia pensato che bastasse mettere parolacce a non finire. Sarà anche vero che la società è così, che il mondo non è in stile Disney, ma non è bello leggere ogni quattro righe delle parolacce.
La storia è molto cruda, molti dei personaggi sono davvero odiosi e detestabili, e la fine mi ha lasciata sbigottita.
Non mi sento di consigliarlo, soprattutto a chi ama Harry Potter, altrimenti rimarrà deluso.
Ho trovato moltissimi errori di battitura e le parentesi infinite...un po' va bene ma così è davvero esagerato.

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Il seggio vacante 2014-02-16 19:35:19 Chiara
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Opinione inserita da Chiara    16 Febbraio, 2014

Uno sguardo arguto sulla società inglese

A parte qualche sbavatura di traduzione (parlare di vacanza per tradurre un posto vacante crea ambiguità) ho trovato la descrizione della vita di provincia inglese puntuale, acuta, tagliente e molto verosimile.
I personaggi sono quasi tutti meschini ma realistici, tutti focalizzati a preservare con ogni mezzo il loro mondo in nome di un finto perbenismo. Sono descritti con acume i rapporti tra parenti e quelli tra adolescenti.
La narrazione è scorrevole e accattivante.
E' un libro che fa ridere, riflettere e piangere.

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