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La lettera scarlatta
 
La lettera scarlatta 2015-11-30 10:01:20 sonia fascendini
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    30 Novembre, 2015
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aaaaaaaaaaaaaaa

Una storia che parla dell'ignoranza di un popolo che lo porta alla follia. Tutte le storie che ci raccontano le vicende delle prime colonie inglesi in America mi fanno sempre rabbia. A partire dalle streghe di Salem fino a una storia come questa dove non ci sono roghi accesi in piazza, ma poco ci manca. La trama di questo romanzo è nota: Ester, donna sposata, ma che si insedia in una nuova colonia convinta che il marito sia morto ha una relazione clandestina. Quando non può più nascondere la gravidanza viene condannata alla prigione dove si tenta di farle confessare il nome del correo.
Con grande magnanimità i giudici decidono che la sua pena sarà essere esposta alla gogna e portare bene in vista una A ricamata sul petto. L'amante che risultarà essere un sacerdote in odore di santità si guarderà bene dal confessare la propria colpa, o di fare se non qualche timido tentativo di alleviare le pene del'amata. A complicare le cose arriverà anche il vero marito che si aggirerà in incognito nella colonia per punire ulteriormente l'adultera.
Questo libro ci apre gli occhi su un modo di pensare difficile da capire. Ester, nonnostante non ci sia alcun divieto di allontanarsi dalla colonia rimarrà lì, ad essere guardata dall'alto in baso da tutti. Porterà con orgoglio la sua A e si occuperà di beneficenza. Possibile che ancora sia convinta di essere lei quella in debito con la società? Neppure riuscirà ad odiare quello smidollato del suo amante. Dal canto suo il reverendo Dimmisdale si fustiga in privato, arriva a rovinarsi la salute, ma nè confessa di essersi innamorato, come è umano che succeda, nè si fa carico di dare una vita migliore a compagna e figlia. Possibile che l'orgoglio ed il timore dell'opinione della gente siano superiori anche all'amore filiale. Bell'uomo di chiesa. Non basta certo il gesto fatto alla fine del libro a redimerlo.
Inutile sottolineare che trovo censurabile su tutti i fronti anche il comportamento del resto della colonia: egoismo, superstizione, invidia sono di gran lunga i sentimenti predominanti anche se sulla carta il gruppo avrebbe dovuto fondarsi su carità, pudore e solidarietà.
Il libro a tratti diventa un pò pesante da seguire, ma trovo che l'autore abbia scandagliato bene l'animo dei principali personaggi protagonisti del romanzo. La bambina un pò folletto, un pò refolo di vento è poco credibile, temo che invece gli altri lo siano parecchio.

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Certamente da leggere. Il ritratto di un'epoca. Bel commento.
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