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Bel Ami
 
Bel Ami 2016-09-07 14:39:49 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    07 Settembre, 2016
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Una rete nell'acqua

La bimba apparve, si fermò interdetta, poi corse verso Duroy battendo le mani, tutta contenta nel vederlo, e gridò: “Ah, Bel Ami!”.
La Signora De Marelle scoppiò a ridere: “Ma pensa! Bel Ami! Laurine l'ha battezzata! È un bel nomignolo amichevole; la chiamerò anch'io Bel Ami!”.

Bel Ami è Georges Duroy, uno dei personaggi più machiavellici, manipolatori e calcolatori che la storia della letteratura ricordi.
Figlio di un oste, privo di qualsiasi titolo studentesco e con alle spalle una breve ed inconcludente carriera militare, Duroy si trasferisce a Parigi nella speranza di diventare ricco e affermato come quei signori così ben vestiti e altezzosi che vede frequentare i locali più in vista della capitale francese.
Sarà l’incontro con Charles Forestier, vecchio commilitone di Georges ed ora caporedattore politico di un poco stimato quotidiano, ad aprirgli le porte di una scalata sociale di cui l’iniziale modesto impiego a “La Vie Française” è soltanto l’inizio.

Se un freddo ed egoista arrampicatore sociale riesce nell’impresa di non risultare eccessivamente respingente, il merito è di uno scrittore arguto come Guy De Maupassant.
Formidabile nelle descrizioni, ironico e brillante nei dialoghi, frizzante e beffardo nello stile, l’autore compie un lavoro certosino nella caratterizzazione di Duroy.
Perché se da un lato non possiamo fare a meno di storcere la bocca di fronte all’arrogante e vigliacca ascesa di Georges, dall’altra non si può non riconoscergli una smisurata voglia di fare, un’innata ambizione animata da una passione e da una volontà di emergere tali da permettergli di essere sempre un passo avanti, infallibile nel capire come e quando muoversi, nello sfruttare le debolezze altrui, consapevole di possedere un certo ascendente sulle donne che, se ben sfruttato, lo porterà a gioire come può gioire solo un uomo che ha raggiunto i suoi scopi soddisfacendo al contempo la propria sete di sensualità e vanità.

“Sarei un bello scemo a farmi della bile. Ciascuno per sé, e Dio per tutti. La vittoria arride agli audaci. Tutto al mondo è egoismo”.

Le donne, il principale mezzo usato da Bel Ami per proseguire la sua scalata inarrestabile, non resistono al portamento fiero di Duroy, al corteggiamento galante ed audace, al fascino dei suoi ottocenteschi baffi curati. E sebbene esse appaiano talvolta superficiali, viziate ed incoerenti, anche qui l’abilità di Maupassant si manifesta nell’equilibrio, nella dimostrazione di una certa conoscenza dell’universo psicologico femminile, tanto che il romanzo non è misogino né maschilista.

“Bel Ami”, datato 1885, è in estrema sintesi un capolavoro, un affascinante e spietato ritratto della Francia della Terza Repubblica dove amore, politica, affari e giornalismo sono vasi comunicanti di una società vuota, simbolo premonitore di certe dinamiche e tentazioni che resistono nonostante il trascorrere del tempo.

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Commenti

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Ciao. Bella la tua presentazione. Si tratta di un libro che sgomenta, tanta è la corruzione (e dintorni) che rappresenta. Devo dire, però, che secondo me il più bel libro di Maupassant è "Pierre e Jan". Che cosa ne pensi?
In risposta ad un precedente commento
Vita93
08 Settembre, 2016
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Grazie Emilio, purtroppo non posso esprimere una preferenza perchè " Bel-Ami " è stato il primo libro di Maupassant che ho letto.
Sicuramente però non sarà l' ultimo, e terrò presente il titolo che hai suggerito.
Secondo me Bel-Ami è il capolavoro dello scrittore. Al secondo posto collocherei alcuni suoi racconti, tipo "Boule de Suif".
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