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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    11 Novembre, 2021
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Ma chi è Albert?

Da tempo desideravo leggere questo libro di Donato Carrisi, autore che avevo già avuto modo di apprezzare negli anni scorsi con “L'uomo del labirinto” e, in particolare, “L'ipotesi del male”, entrambi successivi a “Il suggeritore”.
Abitualmente, non sono un'appassionata di gialli/ noir/ thriller/ polizieschi, ma se ho occasione di imbattermi in un romanzo coinvolgente del genere e sottogeneri in questione non mi dispiace affatto. E coinvolgenti si sono rivelate non poco, queste pagine: una narrazione molto scorrevole e una trama ben congegnata hanno il merito di alimentare in modo sostanzioso la curiosità del lettore, il quale fin dall'incipit in senso lato si ritrova risucchiato nell'oscuro mistero di una vicenda dai mille risvolti che, a ogni passo decisivo nel corso delle indagini, svela una nuova sorpresa, fino ad arrivare al sorprendente epilogo in cui niente è scontato e, soprattutto, come appare.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, a partire da quello di Mila Vasquez, l'agente specializzata nella caccia alle persone scomparse (colei che – come si scoprirà – dal buio proviene e che a quello stesso buio ogni tanto deve fare ritorno); anche i poliziotti della squadra speciale e il criminilogo che la guida trovano tutti la loro perfetta collocazione all'interno di una storia ricca di suspense e spesso dai ritmi incalzanti, raccontata con grande maestria da chi dà prova di avere un'ampia e approfondita conoscenza in materia di criminologia, psichiatria forense e medicina legale, nonché di tecniche investigative. Forse un lettore abituale di thriller potrebbe anche dare un giudizio diverso dal mio sottolineando qualche eventuale pecca qua e là, ma io, in tutta onestà, non ne trovo e sono anzi rimasta impressionata dallo stile di Carrisi che, con sorprendente abilità, intreccia singole vicende e confonde repentinamente le carte.
E in tutto ciò, dunque, chi è Albert? Non soltanto il “suggeritore” dall'identità sconosciuta che tiene in scacco la polizia disperatamente impegnata a risolvere il caso agghicciante delle bambine rapite; dietro tale nome fittizio, con cui si cerca di “umanizzare” un mostro, in realtà si cela anzitutto qualcosa d'inquietante e difficile da ammettere: il buio che ognuno nasconde dentro di sé. Perché abbiamo tutti il nostro lato oscuro, quello che potrebbe farci andare in tilt all'improvviso. Questo romanzo, premiato da un enorme successo internazionale, ce lo ricorda, senza fare sconti a nessuno.

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... eventualmente prima "L'ipotesi del male" e gli altri romanzi in cui compare Mila Vasquez, perché è da "Il suggeritore" che inizia tutto.
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leogaro Opinione inserita da leogaro    24 Marzo, 2019
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Scavando nel fango dell'anima umana

Il libro si apre con il ritrovamento di un macabro cimitero contenente 6 braccia di bambine, disposte in cerchio in una radura. La squadra di indagine è composta dall'arrivista ispettore Roche, dal criminologo dottor Goran Gavila, dall’esperta informatica Sarah Rosa, dal virile Klaus Boris e dal religioso Stern. Ad essi, viene aggiunta Mila Vasquez, esperta nel ritrovare persone scomparse.
Fortunosamente, viene fermato ad un posto di blocco un uomo senza documenti, l’agente di commercio Alexander Bermann: nel suo bagagliaio viene trovato il corpo di Debby Gordon, una delle ragazze sparite. Da lì inizia una serie di ricerche che consentono alla squadra d’indagine di collegare varie persone e avvenimenti, fino a scoprire una fitta rete di pedofili cui afferiva anche lo stesso Bermann. Mila visita la stanza del college di Debby, scoprendo la presenza di un ricevitore GPS che darà il via ad un’altra serie di indagini che porteranno ad un vecchio orfanotrofio, chiuso anni fa in circostanze oscure.
Il serial killer (ribattezzato Albert) farà ritrovare i successivi corpi delle vittime sempre in luoghi che nascondono vecchi segreti, dove verranno alla luce storie in cui sono coinvolte altre persone insospettabili (preti, orfani, ricconi, dentisti…).
Quando tutto procede al ritmo dell’indagine scientifica sui fatti, l’ingresso in campo di una medium è una rovinosa caduta di stile: da quel momento in poi, il romanzo prende purtroppo una piega decisamente più scontata. La vicenda personale di Mila, nella seconda parte del libro, rallenta e banalizza l’intreccio, introducendo elementi di analisi psicologica che vanno più a confondere che ad impreziosire il testo, richiamando vari deja-vu letterari e cinematografici. Tra un’intuizione di Mila e l’altra, la storia procede a volte incalzante e altre volte a tentoni ma, tra reciproci sospetti, anche la solidità del gruppo d’indagine sembra incrinarsi.
Si nota, ogni tanto, un momento di riepilogo, in cui un membro della squadra (Gavila, spesso) traccia un riassunto dei fatti, cercando di ricollegare gli eventi appena trascorsi. Confesso che tali passaggi siano utili ad un lettore frettoloso o disattento… e una volta passi, ma già la seconda stona: pare che Carrisi stesso abbia bisogno, nell’intreccio da egli stesso preparato, di fare il punto della situazione, per vedere se davvero tutti i tasselli sono al loro posto o se manchi qualcosa.

Lo stile è scorrevole, nonostante risulti difficile capire chi pronunci alcune frasi, soprattutto nei momenti di serrato confronto tra i componenti della squadra. Alcune pagine catturano, ma si enfatizza troppo l’efferatezza dei delitti, si calca la mano su violenze e persecuzioni, a volte, davvero esagerate.

Tutto sommato ne consiglio la lettura: è un discreto thriller, ma non di quelli da annoverare nel gotha della letteratura.

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I thriller di Deaver, Lehane, o anche Faletti.
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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    20 Febbraio, 2019
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UN THRILLER SUGGERITO

Non sono mai stato particolarmente attratto da gialli e thriller, ma nella via si devono provare alcune novità, in alcuni periodi arrivano suggestioni particolari. Il romanzo di Carrisi ha sicuramente la dote di tenerti legato alla lettura, rispetta l’abc del thriller, ma ho sentito un po' troppo pesante l’utilizzo delle bambine, in alcuni casi mi ha infastidito, e forse è uno degli intenti dello scrittore. Lo stile di Carrisi richiama sicuramente gli autori di oltre oceano, lo considero piacevole.
La storia mi sembra ben congeniata, ma come anticipato sono un neofita del genere e potrei peccare di inesperienza, non ho molti termini di paragone per poterlo classificare al meglio.
Tutto sommato non mi è dispiaciuto leggerlo, anche se chiaramente non siamo di fronte ad un capolavoro, un buon thriller che si legge volentieri, nonostante le bambine.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Dicembre, 2018
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Albert

«Nessuna compassione. Lui non ce l’ha concessa. Ci ha lasciato solo la paura. Non si può provare pietà per quelle piccole vittime. Vuole farci sapere solo che sono morte… Vi sembra che abbia un senso? Migliaia di uccelli nel buio costretti a gridare intorno a una luce impossibile. Noi non riusciamo a vederli ma loro ci osservano – migliaia di uccelli. Cosa sono? Una cosa semplice. Ma anche il frutto di un’illusione. E bisogna fare attenzione agli illusionisti: il male a volte ci inganna assumendo la forma più semplice delle cose»

Mila Vasquez è una cercatrice di persone scomparse, di bambini per la precisione. È appena riuscita a risolvere un caso delicatissimo che le ha permesso di ritrovare ben due persone di cui da tempo si erano perse le tracce quando viene chiamata a ritrovare un nome. Ma non è un semplice nome di bambina quello che deve rintracciare: il nome in questione è quello della sesta bimba rapita – e forse uccisa – dal serial killer che ha già rapito cinque coetanee di quest’ultima e che ha fatto rinvenire, a riprova del loro infausto destino, il resto di cinque braccia sinistre in un macabro cimitero di morte.
È così che l’agente entra a far parte della squadra di Roche, ispettore capo, ma guidata, in realtà, da Goran Gavila, criminologo e civile, che con la sua astuzia, mente fredda, professionalità e cultura, è il migliore nel suo campo, e composta da Boris, Stern e Sarah Rosa. Sono un rapido susseguirsi i ritrovamenti dei cadaveri che “Albert” ha preparato per loro, e ogni volta, è sempre più chiaro che ha allestito un teatrino volto a raggiungere un preciso obiettivo e un determinato scopo. Il puzzle va pian piano ricomponendosi ma devono fare in fretta, perché forse la sesta bambina è ancora viva…
Con uno stile rapido, erudito e preciso, Carrisi offre al lettore un romanzo di grande interesse e molteplici spunti di riflessione in particolare relativamente alle teorie e tecniche criminologiche che inserisce per spiegare e delineare il profilo del suo nemico. Già si percepisce, inoltre, da queste pagine, il grande talento di detto autore che nulla ha da invidiare ai grandi thrilleristi americani e che è capace di condurre chi legge ove desidera, rimescolando le carte e tessendo una perfetta tela di intrigo e mistero.
Una buona prova esattamente come il neo-uscito, e già letto, “Il gioco del suggeritore”.

«Perché è questa l’unica cosa che le rimane. La speranza. La capacità di non abbandonarsi del tutto all’orrore. Forse chi ha scelto quel cartone per lei, aveva un fine opposto. Ma il fatto che l’omino non voglia arrendersi e resista nonostante i capitomboli e il dolore, infonde coraggio. “Forza, risali in sella!” gli dice ogni volta nella sua testa. Prima che il sonno torni nuovamente a sopraffarla.» p. 222

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Opinione inserita da Davide    14 Ottobre, 2018

Straordinario a dir poco

Mi sono avvicinato a Carrisi per puro caso e ho deciso di iniziare a leggere le sue opere, partendo proprio da "Il Suggeritore", esordio letterario dello scrittore pugliese.
Bé pensavo che avendo letto l'esordio di Faletti con "Io Uccido" avessi raggiunto l'apice della letteratura thriller italiana (francamente c'è poco altro in giro), giungendo ad un livello di trama e spessore letterario impareggiabile, almeno nel nostro Paese. Mi sbagliavo di grosso!
Il suggeritore di Carrisi fin da subito è riuscito nell'impresa di essere da me paragonato a Io uccido. per certi aspetti sono anche simili i due libri, gli infiniti colpi di scena, la complicatezza della trama. Ma andando avanti nella lettura (questo libro non stanca mai) ho capito che Il suggeritore è anche meglio di Io uccido. Sì, secondo me lo supera.
Perché questo splendido libro indaga nelle profondità psicologiche dei personaggi, ti fa vivere la vicenda da più punti di vista e infine non smette mai di stupire. Appena credi di aver capito qualche cosa, ecco che tutto cambia e le tue certezze (come quelle dei personaggi) cadono.
Un libro che oltre a raccontare una storia inventata ma pur sempre tratta dalla verità, ti spiega nei minimi dettagli come si svolge il lavoro di profiler della polizia (per chi non avesse mai visto Criminal Mind glielo consiglio, le atmosfere come citato anche nel libro stesso sono molto simili).
In definitiva un libro assolutamente da leggere e per quelle persone che lo criticano perché descrive troppe cose (interrogatori, profiler, tipi di serial killer eccetera) dico soltanto che il bello di questo libro sta proprio lì (anche lì). Nell'essere guidati e istruiti magistralmente da Carrisi che infatti insegna all'Università.
------------------ATTENZIONE POSSIBILE SPOILER-----------------------
Se continuate la lettura è a vostro rischio e pericolo. :)
Per quelli che lo hanno già finito come me volevo dire una cosa sul finale.
Da molti è ritenuto un pochino frettoloso e che lascia l'amaro in bocca. Secondo me invece è tutto il contrario. Il finale arriva come logica conseguenza dei fatti (Mila che non è convinta che Vincent sia il colpevole così come crede nell'innocenza di Boris e quindi continua ad indagare), poi arriva l'episodio riguardante Goran Gavila. Dico subito che fin dalle prime pagine io credevo che fosse lui il killer, doveva per forza nascondere qualcosa, ma di certo non immaginavo a quello che sarebbe successo alla fine. Colpo di scena, l'ennesimo, pazzesco e che lascia senza parole. Chapeau. Non ho letto L'ipotesi del male quindi non so se la storia di Gavila continua oppure no, lo scoprirò.
----------------------FINE SPOILER---------------------
Conclusioni finali.
Thriller pazzesco e bellissimo, il migliore assieme a Io Uccido che sia mai stato scritto in italiano. Bravo a Carrisi e dico subito che prenoto il successivo, muoio dalla voglia di leggerlo.

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Io uccido di Faletti (capolavoro).
E anche a chi piace la serie TV Criminal Mind.
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Giugno, 2018
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Di tutto di più

Donato Carrisi è tra I miei autori preferiti. Ho letto i suoi romanzi in ordine cronologico sparso. Ora che ho letto "Il suggeritore" noto l'insperienza di un autore agli esordi. Il romanzo è molto interessante e la trama ancora oggi è originale e geniale. E' facile pensare che Carrisi avrebbe avuto il successo che ha avuto e che merita.

Tuttavia cìè qualcosa che mi fa storcere il naso. Forse un autore più cauto, avrebbe lesinato sugli eventi o suoi colpoi di scena.

============================= SPOILER ma non troppo =============================
Carrisi invece ha voluto dare tutto, forse un po' troppo. Oltre la cruenza negli omicidi, gli innumerevoli assassini e le talpe, Carrisi opta anche per l'ipnosi, fenomeno che altri autori hanno sfruttato come filone principale (vedi Nella mente dell'ipnotista di Lars Kepler). Come se non bastasse tra un'indagine ed un'altra ecco che spunta una medium.
==============================================================================

Carrisi non ha avuto paura di rischiare, questo gli fa onore e sicuramente ha avuto il suo effetto.

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Opinione inserita da Martina    29 Gennaio, 2017

Non conosciamo veramente chi ci sta accanto.

Ho conosciuto Donato Carrisi con uno dei suoi ultimi libri "La ragazza nella nebbia", successivamente ho scoperto che un paio di anni prima aveva scritto un libro cult, appunto "Il Suggeritore", l'ho comprato e letto un anno fa. Adesso qualche settimana fa l'ho riletto, perchè è uno di quei libri che va letto almeno due volte per comprendere a pieno il "disegno" dell'autore e la sua lezione di criminologia e psicologia. Premetto che sono una grande appassionata del genere, ma l'unico libro thriller italiano che avevo letto era stato "Io uccido" di Faletti ed ero convinta che nessun altro libro italiano sarebbe riuscito ad eguagliarlo. Ma mi sbagliavo, il Suggeritore è un capolavoro! Mi ha appassionata fin dalle prime pagine. Mila Vasquez è un'agente specializzata nella ricerca di bambini scomparsi, è la migliore in questo campo, è abituata a lavorare da sola fino a quando non viene coinvolta nel caso del serial killer che rapisce e uccide le bambine mozzandole il braccio sinistro, in tutto spariscono sei bambine. Il capo della squadra è l'ispettore Roche, coadiuvato dal dottor Gavila criminologo che ha una forte influenza sugli agenti: Sarah Rosa-esperta d'informatica, che fin dall'inizio è molto ostile con Mila (non posso dire il motivo di questo odio, lo scoprirete solo leggendo); Klaus Boris-esperto in interrogatori; Stern-il più anziano del gruppo. Il serial killer che verrà ribattezzato Albert dal criminologo, per far ricordare che è una persona come noi e non un mostro, ha un disegno per la squadra di poliziotti, farà ritrovare i corpi delle bambine in luoghi che nascondono dei segreti, dove verranno alla luce vecchie storie che coinvolgeranno persone insospettabili, in un certo senso Albert utilizza il male a fin di bene, per fare giustizia e per far venire allo scoperto uomini coinvolti in storie terribili (non posso dire altro..). Fin dall'inizio ci saranno molti colpi di scena, il finale è assolutamente imprevedibile, degno dei migliori thriller. Nessuno in questo libro è innocente, tutti nascondono un segreto, perchè "Stiamo accanto a persone di cui pensiamo di conoscere tutto, invece non sappiamo niente di loro..." Non è un semplice thriller, aiuta a riflettere, può essere considerato un insegnamento di vita. E' molto crudo, Carrisi non si risparmia in efferatezza e violenza, ma forse è proprio questo che tiene incollati alle pagine, con la speranza che il Bene possa sconfiggere il Male. Ho sempre pensato che gli italiani non sapessero scrivere libri thriller, ma al massimo i gialli (c'è una bella differenza tra i due generi), ma dopo aver letto Il Suggeritore, Io uccido e il sequel del Suggeritore che è L'ipotesi del Male (dove possiamo conoscere meglio Mila Vasquez e anche Boris) mi sono ricreduta, non abbiamo nulla da invidiare agli autori stranieri, anzi penso che il plus ultra del libro sia la lezione che da Carrisi di criminologia, permettendoci di conoscere meglio la psiche degli uomini, nello specifico dei serial killer e dei suggeritori.

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I VERI libri thriller. Io uccido di Faletti.
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Opinione inserita da chiara    12 Aprile, 2016

Imbarazzante dejà-vu

Da accanita lettrice di thriller stranieri ho voluto leggere quest’opera tutta italiana, spinta dalle recensioni positive lasciate dai miei compatrioti. Siccome sulla trama si è già scritto tanto (pure troppo) preferisco parlarvi direttamente delle mie impressioni.
L’autore pensa che per guadagnarsi l’attenzione e l’interesse dei lettori basti mettere in scena l’efferatezza all'estremo livello sulle vittime più innocenti (le bambine). Tutto qui.
Nella sua narrazione manierosa e costellata di cadute di stile, dalla punteggiatura ostile e a tratti francamente insensata, l’autore ci conduce attraverso una storia che procede a tentoni, come se davvero avesse lui stesso un suggeritore, anzi, un coro di suggeritori che gli dicono a turno cosa tirare fuori dal cilindro perché il lettore arrivi fino alla fine.
Posto che l’idea era trita e ritrita, un pochino di onestà poteva almeno evitarci il vecchio clichè della investigatrice-ex-vittima, il cui profilo psicologico inizia e termina con la dichiarata incapacità di empatizzare, reliquato delle violenze a suo tempo subite.
Il tutto in un imbarazzante dejà-vu andato mille volte in onda nella peggiore tradizione letteraria di genere nonché nelle onnipresenti e onnivore serie televisive sul tema.
L’autore alterna trovate investigative puerili (bastava vedersi qualche puntata di CSI prima di iniziare a scrivere) a doviziose descrizioni sulle tecniche di interrogatorio, in uno stile da tema in classe al liceo che cancella ogni clemenza residua nel lettore più benevolo.
La narrazione è noiosa, gli spunti narrativi scontati, il ritmo biascicato ed il finale previsto e banale. Onestamente ne sconsiglio la lettura e non comprendo davvero le recensioni positive. Mi dispiace soprattutto non potermi, ancora una volta, ricredere sul pregiudizio che pesa sui thriller italiani.

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    26 Marzo, 2015
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Dio è silenzioso, il diavolo sussurra...

Discreto. Non paragonabile, secondo me, all'esordio di Faletti con 'Io uccido', ma di certo una prima prova ben riuscita per un italiano che s'imbatte nel genere thriller stile CSI.
Le prime pagine sono molto accattivanti, l'autore non indugia eccessivamente sui particolari più macabri degli omicidi seriali, già di per sè violenti e crudeli in quanto perpetrati su bambine in tenera età, ma si concentra sui risvolti psicologici che la vicenda determina sui componenti della squadra investigativa incaricata dell'indagine, in modo particolare Mila, esperta nel ritrovamento di bimbi scomparsi, ed il dottor Gavila, esperto criminologo; entrambi, ovviamente, già provati da esperienze passate alquanto traumatiche il cui ricordo non del tutto sopito riaffiorerà prepotentemente col procedere delle indagini.
E che la sfida con l'assassino sia principalmente su un livello psicologico lo s'intuisce sin dall'inizio quando il dottor Gavila ipotizza quello che secondo lui potrebbe essere il movente dell'assassino, tanto folle quanto spietato:

"Debby. Anneke. Sabine. Melissa. Caroline."
Mila ripeteva in mente quei nomi mentre osservava da dietro un vetro i famigliari delle 5 vittime identificate, che erano stati riuniti per l'occasione nell'obitorio dell'Istituto di medicina legale.
"Guarda lì", disse Goran Gavila alle sue spalle. "Cosa vedi?"
"Vedo quelle bambine morte. Anche se non sono lì. I loro volti sono la somma dei volti dei genitori. Perciò posso vedere le vittime."
"Io vedo, invece, 5 nuclei familiari. Tutti con una diversa estrazione sociale. Con diverso reddito e tenore di vita. Vedo coniugi che, per motivi vari, hanno avuto un solo figlio. Vedo donne che hanno superato abbondantemente i quarant'anni e che perciò non possono biologicamente sperare in un'altra gravidanza. Io vedo questo." Goran si voltò a guardarla. "Sono loro le sue vere vittime. Li ha studiati. Li ha scelti. Una sola figlia. Ha voluto togliergli ogni speranza di superare il lutto, di provare a dimenticare la perdita. Dovranno ricordarsi di quello che gli ha fatto per il resto dei loro giorni. Ha amplificato il loro dolore portandogli via il futuro. Li ha privati della possibilità di tramandare una memoria di sè negli anni a venire, di sopravvivere alla propria morte.. E si è nutrito di questo. E' il compenso del suo sadismo, la fonte del suo piacere".

Ed è su questa sfida che l'autore cerca di catalizzare l'attenzione del lettore.
Nel prosieguo della vicenda, però, Carrisi infonde un'impronta da 'fiction' al suo romanzo creando punti di svolta nella storia troppo vincolati alle abilità investigative dei protagonisti; ed esagera ricorrendo persino all'intervento soprannaturale.
Il colpo di scena finale tuttavia non cade nella banalità, anzi mi sembra molto ben congegnato ed efficace tanto da mettere in secondo piano le imperfezioni sopra citate.

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carlito86 Opinione inserita da carlito86    04 Gennaio, 2015
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MANIPOLATORE DI ANIME

Ai serial killer è bene assegnare un nome proprio in modo da connotarli come persone reali, e non misteriose entità malefiche, persone che vivono normalmente intorno a noi e appaiono ad una prima vista “normali”. Albert è il nome che il Dot. Goran Gavila assegna ad un misterioso criminale capace di commettere atrocità incredibili.
È una personalità misteriosa, metodologica, spietata. L’esperto criminologo, il migliore nel suo campo, forse, Goran Gavila, e il suo team, deve seguire con attenzione gli indizi che Alber lascia nel corso del suo operato. Si parte con il ritrovamento di sei braccia mutilate cha appartengono a 6 bambine disperse, 6 giovani creature scelte accuratamente secondo uno schema studiato da Albert, un progetto di morte che Albert ha progettato e che Goran e la sua squadra cercheranno di non far giungere a compimento. Ci Riusciranno?
A seguire il caso viene convocata anche Mila Vasquez, esperta in sparizioni e rapimenti di minori, personalità schiva, incapace di provare emozioni, incapace di provare Empatia, incapace di uscire dal suo stato di solitudine interiore, persona oscura, con una storia oscura alle spalle che la segna nell’animo… Sarà lei, con il suo intuito, e anche grazie alla sintonia che si instaura con Goran, a dare una svolta all’intricato caso, a carpire gli indizi che Albert lascia nel corso del suo operato.
Atmosfera lugubre, dark, che non fa altro che rafforzare la vicenda e renderla sempre più coinvolgente e sconvolgente col passar delle pagine. Finale incredibile e inaspettato.
Opera completa, profonda, pazzesca, un crescendo di emozioni. Le tecniche investigative e le indagini condotte nel romanzo sono basate e prendono spunto da tecniche realmente utilizzate, studi scientifici e casi seguiti anche dall’FBI. Tutto questo rafforza e carica la vicenda, la rende reale, vera.

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simoneriggi92 Opinione inserita da simoneriggi92    24 Dicembre, 2014
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"PENSI DI SAPER TUTTO DELL'ALTRO, INVECE.."

Molte storie ti lasciano qualcosa dentro di te dopo aver finito di leggerle ,ma tra moltissimi romanzi thriller letti , pochissimi come il romanzo di Carrisi ha saputo provocarmi emozioni tanto contrastanti quanto reali.
Se doveste chiedermi, qual è il più grande pregio del romanzo , sarebbe: “ La capacità dell’autore di lasciare continuamente di stucco il lettore”.
Ho sempre commesso l’errore di snobbare gli scrittori italiani , soprattutto quando parliamo del genere thriller.
Ebbene, non lo farò più.

Il romanzo è un continuo susseguirsi di rivelazioni e sorprese ,ed il numero di colpi di scena stupisce e lascia il lettore piacevolmente “interdetto” .
Superate le prime pagine non sono più riuscito a staccarmi dal libro.
Le tecniche d’indagine dei criminologi e della polizia scientifica sono davvero ben descritte e non fanno altro che conferire maggior realismo ai fatti narrati.
Il ritmo è davvero frenetico , non c’è un attimo di pausa.
I personaggi sono davvero ben caratterizzati , affascinanti e non banali. Ognuno di loro avrà una parte da recitare, fino alla fine . Una nota a parte per la protagonista , Mila, e per Il Dottor Gavilla. Davvero ben riusciti nella loro caratterizzazione.Vi sapranno sicuramente stupire.
L’autore fornisce poco a poco al lettore tanti piccoli tasselli di un mosaico geniale. Attraverso gli occhi della protagonista saremo catapultati in vari luoghi, ben descritti , ma geograficamente non definiti .
Lo stile è semplice e diretto , e la descrizione psicologica criminale che intervalla i momenti più frenetici del romanzo , frutto della grande esperienza di Carrisi in questo campo, ti permette di riflettere sui motivi che muove una persona apparentemente normale ,a compiere gesti estremi e deprecabili.
E poi , beh , che dire , il finale . Superbo.
Cari lettori , se posso darvi un consiglio , leggetevi il romanzo e immergetevi nella storia.
Una volta entrati, non fidatevi di nessuno , nemmeno dell’autore.

“Tutti abbiamo un lato oscuro , Tutti abbiamo un segreto”.
Signor Carrisi,
Chapeau.

Consigliatissimo.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    13 Dicembre, 2014
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"Lui è già un passo avanti"

"Il Suggeritore", opera prima dello scrittore pugliese Donato Carrisi, è un romanzo poliziesco pubblicato nel 2009 e vincitore del Premio Bancarella.

Cinque braccia sono state ritrovate in un bosco. Ed altrettanto bambine risultano scomparse. Sulla loro sparizione indaga una squadra speciale di investigatori, guidati dall'esperto criminologo Goran Vila.
Quando compare il sesto braccio, il sospetto di trovarsi di fronte ad un efferato serial killer diventa una certezza. In un secondo momento si unisce alle indagini Mila Vasquez, specializzata nel ritrovamento di persone scomparse.

Ciò che colpisce, fin da subito, è che la storia sia ambientata in un luogo non definito. Una scelta che potrebbe apparire come un punto a sfavore del romanzo, connotandolo di impersonalità o come tentativo di donare al testo un respiro internazionale. A mio avviso si tratta soprattutto di uno stratagemma sapientemente utilizzato dall’autore per suggerire al lettore che il male sia ovunque e che alberghi più o meno segretamente in ognuno di noi. Come se bastasse un singolo avvenimento per scatenare i nostri peggiori istinti animali.

La caratterizzazione dei personaggi è ottima, frutto della specializzazione in criminologia e scienze del comportamento conseguita dall’autore.
Nel suo genere “Il suggeritore” è senza ombra di dubbio un prodotto eccellente. Ha tutte le caratteristiche che un thriller moderno dovrebbe possedere: ritmo magnetico degno del miglior Jeffery Deaver (autore non a caso molto apprezzato da Carrisi), colpi di scena, rapidi cambi di prospettiva, protagonisti ben congegnati, capacità di incutere timore nel lettore.

Non stupisce quindi il vasto e meritato successo, sia di critica che di pubblico, avuto dal romanzo.
Così come non mi stupirei se in futuro Carrisi, di professione sceneggiatore oltre che scrittore, decidesse di trarne una versione cinematografica.

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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    05 Novembre, 2014
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Una storia truculenta di crimini seriali

E’ il primo romanzo (2009) di un brillante scrittore (anche giornalista e sceneggiatore), un romanzo thriller che ha riscosso un grande successo, tanto da vincere il Premio Bancarella. Le vicende narrate grondano sangue, trattandosi di crimini violenti, perpetrati da assassini seriali, sotto la regia abile e occulta di un istigatore. Vediamo scorrere pagina dopo pagina delitti efferati, dal barbaro omicidio (con particolari raccapriccianti) di alcune bambine al massacro di un’intera famiglia, segregata e fatta a pezzi in un appartamento privato (con smaltimento dei macabri resti nei canali di discarica), dalla eliminazione cruenta di un numero imprecisato di giovani da parte di un folle rampollo di una ricca e potente famiglia alla eliminazione di moglie e figlio da parte di un criminologo… Le ricerche poliziesche hanno come protagonisti (il tutto si svolge in luoghi indefiniti) un’investigatrice molto abile ma psicologicamente fragile e tormentata, Mila Vasquez, esperta nel ritrovamento di persone scomparse e un singolare enigmatico criminologo, Goran Gavila, capace di brillanti intuizioni ma tormentato da un passato che riemerge inaspettato e che è fonte di imprevedibili colpi di scena. La lotta eterna tra il bene ed il male condiziona le indagini, costellate da squarci narrativi grandguignoleschi e da lunghe (a volte ripetitive e didascaliche) disquisizioni sulle motivazioni comportamentali inducenti al delitto . I personaggi sono incoraggiati all’introspezione minuziosa e a volte forzata, alla ricerca di zone d’ombra inconfessate e inconfessabili : i delitti che vengono alla luce sembrano aiutare chi indaga a scoprire quanto di sé stessi è sepolto nella memoria in un’oscurità che può tormentare anche gli innocenti. Tutto sommato un buon esordio di Donato Carrisi, anche se le vicende narrate appaiono a volte un po’ slegate tra loro e con risvolti inverosimili. Più vicino al compianto Giorgio Faletti che ai maestri del brivido americani, Carrisi si merita comunque un posto di tutto rispetto nella moderna narrativa poliziesca italiana.

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I romanzi successivi di Donato Carrisi
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    27 Settembre, 2014
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Il suggeritore

Un equilibrato connubio tra noir e thriller che lascia quasi senza fiato; durante la lettura del romanzo il pathos è sempre in crescendo senza soluzione di continuità; molto ben scritto, include, anche, una breve introduzione alla criminologia e all’anatomia forense. La catena di situazioni delittuose non continua mai come, teoricamente, potremmo aspettarci; quindi i colpi di scena sono tanti e descritti con dovizia di particolari; persino la suddivisione in categorie dei serial killers.

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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    01 Settembre, 2014
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Luci e ombre

"Mmmm". Ecco il mio pensiero ricorrente mentre leggevo questo libro.
Un bel giallo (non un thriller, come lo spacciano. Che poi: cos'è un thriller?), con molti colpi di scena, molte luci ma altrettante ombre. Certi meccanismi investigativi sembrano quasi campati per aria, come il ricorrere ben due volte a "consulenti" con capacità extrasensoriali. Una volta ci sta, ma due no. Dà l'idea che Carrisi non sapesse come venirne a capo, e si è rifugiato in calcio d'angolo. Forzati sono anche certi metodi investigativi, come la necessità (?) dei poliziotti di andare a vivere assieme per pensare meglio.
Interessante la soluzione finale, ma anche qui debbo dire che è decisamente troppo forzata. Si poteva scegliere un'altra strada, più verosimile. Alla lunga il contratto di veridizione autore-lettore viene messo fortemente alla prova.
Il personaggio più bello è senz'altro Mila Vasquez, con i suoi tagli auotinferti per provare dolore: geniale. Gli altri caratteri sono appena appena accennati, tranne il dottor Gavila, che comunque me lo immagino monoespressivo, monotematico, monolitico, mono. Noiosetto.
Il suggeritore è senz'altro un libro piacevole, ma non mi giustifico le due milioni di copie vendute.

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diogneto Opinione inserita da diogneto    08 Luglio, 2014
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qualcuno chiuda l'ellisse!

Prendi in mano il libro con reverenza perché te ne hanno parlato in maniera sublime. Lo sfogli e piano piano entri in una storia ellittica che ti porta nella spirale del male fino a toccarne il fondo più oscuro: la morte e la sevizia di innocenti creature.

Però... però c'è un però che ti lascia con un "solletico dietro il collo"... sarà il "già letto"? saranno i personaggi che sono echi di altri personaggi incontrati in qualche saga nordica? sarà l'ellisse che si stringe troppo vorticosamente e alla fine non lascia un senso di compiutezza? sarà che l'attesa forse non vale la frenesia con la quale sfogli le pagine?

Boh... forse sarà meglio prendere in mano il secondo libro per completare la figura di MIla e, magari, trovare la chiusura per far diventare, l'ellisse, un cerchio perfetto!

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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    26 Giugno, 2014
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CHI È IL SUGGERITORE?

Prendete sei bambine innocenti, a ognuna di queste associate un delitto mai venuto a galla e otterrete un serial killer spietato, Muovete tutto ciò insieme e otterrete il suggeritore. Il libro di Carrisi cela una storia assai intricata, una trama scandita da colpi di scena al ritmo di un metronomo impazzito e dall'atmosfera tenebrosa dei romanzi di Stephen King.
Basta leggere le prime pagine per entrare nel cuore della storia, in cui si verrà a sapere di un prigioniero che pulisce ossessivamente tutto ciò che tocca, e subito dopo di un ritrovamento di un cimitero di braccia di bambine. Emergeranno due personaggi in particolare, un criminologo di nome Goran e la poliziotta di Mila Vasquez, ognuno con una storia unica alle spalle; detteranno loro lo sviluppo principale delle indagini, portando alla luce un male sempre più inquietante e ignoto. Nemmeno alla fine del romanzo ogni cosa verrà a galla, verranno lasciati dei punti interrogativi riguardo il vero movente del serial killer e i suoi veri obiettivi nella città sconosciuta in cui ha agito.
Un thriller che possiede tutto gli ingredienti per trasportare il lettore nel suo mondo: angoscia, inquietudine, pietà, rabbia e suggestione. Mescolati assieme producono un cocktail che ricostruisce alla perfezione sulla nostra pelle l'ambientazione del romanzo, grazie anche a uno stile di scrittura eccezionale che va a scavare a fondo nella mente umana. Piace anche a chi non è appassionato del genere, è difficile non apprezzare la genialità di Carrisi.

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Davidino Opinione inserita da Davidino    03 Gennaio, 2014
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E' dal buio che vengo...

Prevenuto sugli scrittori italiani che scrivono di criminologia, in particolare di assassini seriali, mi ci è voluto un po’ prima di decidermi a leggere questo libro. Non tanto perché sia particolarmente testardo quanto per non rimanere deluso. E invece Carrisi non delude di certo. Anzi a mio parere si merita un posto nell’olimpo degli autori di questo genere.
Una squadra di investigatori, capeggiata dal criminologo Goran Gavila, indaga sulla scomparsa di cinque bambine. Ad aiutare il gruppo viene chiamata Mila Vasquez, specializzata nella ricerca di bambini scomparsi.
Diciamolo subito, l’argomento è ostico, soprattutto per chi fa fatica ad affrontare un tema come la scomparsa di bambini. Tuttavia la trama è molto coinvolgente e la scrittura di Carrisi è scorrevole. I numerosi colpi di scena, forse un po’ troppi, non mi hanno fatto tirare il fiato fino alla fine. Una delle curiosità è che Carrisi non dà indicazioni geografiche su dove si svolga la storia quindi, al di là dei nomi, la prima (brutta!) sensazione è che potremmo trovarci ovunque. I luoghi e le vicende sono descritti con attenzione e non mancano scene crude con connotazioni macabre sapientemente dosate che non stonano visto l’argomento. Carrisi ha la capacità di scavare molto a fondo nell’animo dei personaggi, tanto da svelarne i segreti più intimi." E' dal buio che provengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare" dice Mila per descrivere quella capacità di immedesimarsi nel rapitore. E nonostante Mila sia un’eroina, forse non vorremmo essere al posto suo. Ma qualcuno che ci guarda le spalle fa comodo, soprattutto dal “suggeritore”. Una figura che Carrisi ci fa conoscere in tutti i suoi aspetti anche con l’inserimento di casi documentati. Sono individui, questi, che come dice lo stesso Carrisi, riescono a far emergere un lato oscuro già presente in noi. E allora devi guardarti da tutti, anche da chi ti sta vicino:" Stiamo accanto a persone di cui pensiamo di conoscere tutto, invece non sappiamo niente di loro…" ci avverte il dottor Gavila. Insomma siamo così coinvolti che, di questo romanzo, potremmo essere gli eroi oppure le vittime. Ma attenti, perché potremmo anche essere i cattivi!


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Opinione inserita da Letizia    29 Dicembre, 2013

Con il fiato sospeso fino alla fine!

È stato uno dei pochi libri che mi ha tenuta incollata alle pagine e alla vicenda anche con il pensiero, persino nei giorni seguenti e dopo parecchi mesi che l'avevo letto. Inoltre l'autore scrive parecchie cose di carattere informativo relative allo studio della psicologia e criminologia e sono parecchio interessanti!
Veramente un thriller con i fiocchi, persino il finale che fa rimanere con la pelle d'oca!

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Jack_84@yahoo.it Opinione inserita da Jack_84@yahoo.it    09 Novembre, 2013
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Romanzo con troppe aspettative...non tutte soddisf

Raramente mi trovo, a libro finito, di provare una sensazione latente di insoddisfazione associata all'entusiasmo per una lettura che comunque ha lasciato il segno. "Il suggeritore" di Donato Carrisi è un thriller che fa il verso allo stile blasonato dei romanzi d'oltreoceano: gli omicidi, i rapimenti e le sevizie narrate nel libro non indugiano su particolari macabri e disturbanti. Coerentemente anche le ambientazioni e i protagonisti sono caratterizzati dall'impronta statunitense.
Lo stile dell'esordiente Carrisi è senza dubbio piacevole, si lascia leggere senza interruzioni, purtuttavia trovo che la trama concepita è fin troppo confusionaria; ci sono troppe "deviazioni" fuorvianti dalla trama principale, che servono solo a distogliere e - allo stesso tempo - mantenere viva l'attenzione del lettore che si trova così catapultato in un turbinio di vicissitudini che si traducono in un "nulla di fatto". In aggiunta a ciò trovo che le "deduzioni" dei due co-protagonisti, Mila Vasquez e Goran Gavila, non abbiano un supporto tangibile ma sono giustificate dal semplice intuito superlativo ed infallibile di cui devono necessariamente essere dotati. Nulla di male, per carità, ma è un altro aspetto da considerare per i lettori che amano i gialli e i thriller logico-deduttivi.
Qualche altra parola vorrei spendere sul finale, sul quale non anticipo nulla: un finale totalmente inaspettato e devastante! Potrebbe piacere o meno, a me personalmente non è piaciuto in quanto l'ho trovato troppo inverosimile e forzato, confezionato al solo fine di dare un finale "col botto".
In sintesi è un romanzo che ha un buon incipit e delle idee originali ma che poteva (e doveva) essere concepito e sviluppato meglio, con una narrazione più fluida e coerente.
Personalmente lo consiglio a tutti coloro vogliano leggere una storia "forte". a tinte noir, con la consapevolezza di dover perdonare all'autore alcune libertà narrative. Accettando questi compromessi, il romanzo è senz'altro meritevole di lettura e ti spinge ad andare avanti, fino all'ultima pagine (che non tarderà ad arrivare).

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Opinione inserita da Brandi Marco    08 Ottobre, 2013

Macabro, strutturato,impreciso.

Altalenante! Il romanzo muta da una riga all'altra come se fosse stato scritto da uno scrittore con una doppia personalità. A tratti geniale, ma anche banale. Avvincente, ma anche scontato! La trama è intrecciata al limite della comprensione tuttavia incalza bene il racconto tenendoti incollato alle pagine. Non saprei se definirlo geniale o terribile! Non mi sono piaciuti per niente i clichè della medium, dell'interrogatorio sotto ipnosi e della falsa risoluzione della storia con il killer sbagliato. Andiamo!!!!!! E' BANALE! I personaggi risultano a tratti un po' vuoti e i tentativi di riempire le loro anime sono mal riusciti e pacchiani! Altra nota negativa sono le continue metafore dell'autore a mio parere inappropriate e fuori luogo! Invece ho apprezzato l'intreccio e i colpi di scena che seppur abbastanza prevedibili hanno lasciato spazio all'immaginazione. I personaggi hanno carattere ma è tutto un po' forzato. Un libro che prende molto e che non si può fare a meno di finire. Carrisi uno scrittore che ha già dato tanto ma che può dare ancora di più!

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katia 73 Opinione inserita da katia 73    28 Settembre, 2013
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Il suggeritore

Non è il mio genere il thriller ma sotto l’ombrellone ho pensato va bene tutto , le recensioni erano positive e mi sono buttata a capofitto in questo romanzo.

Non mi soffermo sulla trama ci sono già più di novanta recensioni quindi direi che è superfluo.
Ho iniziato a leggerlo e non sono più riuscita a staccarmene, l’ho scaricato per meno di due euro e nonostante in spiaggia non legga mai sul Kobo per questo ho fatto un eccezione.
Lo stile mi ha davvero convinta, i capitoli brevi con colpo di scena finale ad ognuno di essi invogliano ad andare avanti , diciamo che Carrisi sa come conquistare il lettore , anche quelli come me che non amano particolarmente questo genere. Ho trovato ottima la caratterizzazione dei personaggi, non solo Mila ma anche tutti quelli che gravitano intorno a questo mistero da risolvere. Solo leggendo le vostre recensioni mi sono resa conto oggi che è vero non si sa dove sia ambientato, strano non l’avevo proprio notato talmente ero preso dal romanzo.

Veniamo alle pecche : c’è un po’ troppa carne al fuoco e in alcuni passaggi è decisamente troppo macabro , il finale è affrettato , mi aspettavo qualcosa da più dopo averlo divorato rimani lì un po’ di stucco.
Per me non è di certo un capolavoro ma è sicuramente un bel libro che merita, Carrisi mi ha convinta infatti ho appena finito anche l’ipotesi del male .

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noemi.musica Opinione inserita da noemi.musica    03 Settembre, 2013
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Thriller italiano molto valido

Ho letto con piacere questo libro di Donato Carrisi, scoprendo finalmente un bravo scrittore di thriller.
Nonostante la trama sia decisamente macabra in alcuni punti, e non così "leggera" da digerire, lo scrittore riesce a tenerti attaccato fino alla fine e ti conduce passo passo nella scoperta dell'identità del male di quegli omicidi.
La protagonista Mila è decisamente descritta bene, più che verosimile.
Tutti i personaggi (principali, secondari e non) e le ambientazioni sono verosimili e ti rendono partecipe in tutto e per tutto della storia.
La trama è scritta bene, ti tiene con il dubbio fino alla fine, anche se non penso che la scoperta del "Chi" sia una totale sorpresa per il lettore.
L'unica pecca è che lo scrittore secondo me doveva rispondere ad alcune domande sulle situazioni e come siano andate le cose, che invece ha lasciato incomplete.
Per il resto, consiglio questo libro a tutti gli appassionati.

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Thriller di alto livello, con suspance
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    25 Agosto, 2013
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RK - 357 / 9

Non credo esista in giro una sola opinione o recensione negativa del libro Il Suggeritore, che è anche stato Premio Bancarella nel 2009. Un thriller che è stato il lancio di un grande autore italiano, sicuramente il più bravo al momento.
Ho letto Il Suggeritore di Donato Carrisi, non divorandolo, ma concedendogli il giusto tempo di lettura, per comprenderlo al meglio ed assimilarlo negli innumerevoli concetti, tratti da manuali di criminologia e medicina forense, oltre che per farmi coinvolgere dalla trama originale ed avvincente, che ha come protagonisti Mila Vasquez e Goran Gavila. Lo considero un romanzo thriller senza precedenti e ad un livello altissimo.
Tempo fa, anche Ken Follett, dopo averlo letto, ha deciso di condividere la sua esperienza di lettore, osannando questo libro con un tweet. Non avevo letto niente di Donato Carrisi e ho deciso di accostarmi alla lettura partendo, però, dall’ultimo libro in ordine di uscita, L’ipotesi del male, nonché seguito di Il Suggeritore. Anche L’ipotesi del male l’ho considerato un capolavoro ed ho ancora questa opinione, pur ammettendo che notevoli sono le differenze fra i due libri. Il primo è più manualistico, senza risultare pesante, mente il secondo è forse ancora più psicologico del primo.
Leggere Il Suggeritore è come avere fra le mani 10 strepitosi libri thriller e comprimerli in un unico super avvincente thriller, nemmeno tanto lungo, infatti, è composto di appena 450 pagine, ma si legge che è un piacere, perché tiene sveglia la mente del lettore, portandolo a seguire vicende che lo documentano e lo fanno stupire un capitolo dopo l’altro. È un gioco per la mente ed è sconvolgente, incalzante ed inimmaginabile. Un capolavoro del genere thriller di cui aspetto una fantastica trasposizione cinematografica.

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marlon Opinione inserita da marlon    27 Giugno, 2013
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MASTERMIND

Come ci si sente durante un black out ? Dipende da dove ci troviamo … Allora Carrisi ci toglie subito dei punti di riferimento. Il suo romanzo d’esordio lo ambienta in una località imprecisata. Descrivendo paesaggi con foreste, cittadine o campagne potremmo essere ovunque. Europa ? U.S.A. ? Non ci è dato saperlo. I nomi dei personaggi variano e non danno nessun indizio. ( il NON LUOGO ricorda il film “Una pura formalità” di Tornatore). Vi assicuro l’autore riesce nel suo intento di destabilizzare il lettore …
In un bosco vengono scoperte sei fosse. In ognuna vengono rinvenute braccia sinistre di bambina . La cittadina nei pressi è in preda al panico. Negli ultimi mesi sono scomparse cinque bambine. A chi appartiene il sesto braccio, se nessuno ha denunciato altre scomparse? La polizia locale brancola nel buio. Entra in azione l’Unità Crimini Violenti del capitano Roche. Un politico ed arrivista più che un poliziotto. Ma anche certi personaggi hanno intuizioni geniali. Per esempio permettere ad un civile di far parte del team. Costui è Goran Gavila, criminologo di fama mondiale e riconosciuto dall’unità come leader grazie alle sue capacità, ai suoi studi,al suo curriculum di tutto rispetto. La priorità nelle indagini è trovare la sesta bambina rapita. Viva possibilmente. Ben presto si accorgeranno tutti che questo caso è senza precedenti. Questa volta la squadra da sola non può farcela. L’Avversario non corrisponde ad un serial killer,ma a qualcosa che va oltre la loro comprensione. Servono rinforzi, servono menti raffinate. Ma chi meglio dell’agente Mila Vasquez , esperta in persone scomparse, può dare una svolta ? Una profiler dal passato difficile ed accolta con diffidenza conquisterà l’unità con le sue proverbiali intuizioni. Unica persona a dimostrare antipatia nei suoi confronti è l’agente Sarah Rosa, esperta in informatica.
Viene ritrovato il primo corpo di bambina. Senza braccio sinistro. E’ L’INIZIO DELLA FINE. L’Avversario conosce le mosse dell’Unità, addirittura le anticipa. Tira i fili nell’oscurità e conduce le forze dell’ordine dappertutto. A proprio piacimento. Tutto questo mentre in carcere si trova un uomo senza nome. Al rifiuto di fornire le generalità gli viene data la matricola numero RK-357/9. Ma chi è quest’uomo misterioso ? E perché l’Avversario con i suoi omicidi RIVELA altri crimini efferati finora sconosciuti e sicuramente mai scoperti ?
“ I mostri che vivono nelle tenebre hanno sembianze umane …. e ogni essere umano ha il suo lato oscuro. E’ lì che dimora il MALE. “
“ Al MALE a volte basta un sussurro nell’orecchio. Le parole giuste … “

Come un cappio al collo questo romanzo stringe fino a mozzare il fiato con lo scorrere delle pagine. Pur trattandosi di un esordio, Carrisi scrive come un autore navigato. Oltre alla descrizione minuziosa dei personaggi( e delle loro zone d’ombra), l’autore ci regala colpi di scena degni di qualsiasi scrittore affermato d’ oltreoceano. La storia è sapientemente costruita. Magari il troppo entusiasmo ha portato Carrisi a mettere tanta carne al fuoco. Ma a mio modestissimo parere è stato in grado di gestire il tutto ( l’autore ha un curriculum di tutto rispetto ). Per gli amanti del genere è sempre più difficile trovare racconti originali, innovativi. Per non parlare degli autori stessi. Saper dare ai lettori delle novità è un compito arduo, data l’immane concorrenza … Ma con piacere leggo che in Italia non dobbiamo invidiare niente a nessuno. VIVA GLI SCRITTORI ITALIANI !!!

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Baba Opinione inserita da Baba    17 Giugno, 2013
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Niente è come sembra...

Premessa, ho comperato il libro assieme a ‘l’Ipotesi del male’ (da questo blog mi è stato suggerito di cominciare da qui) in edizione economica e poi… vado a casa e sistemo la libreria… l’avevo già comperato tempo fa (in edizione ‘lusso’) e lasciato per errore in un angolo.. ecco come sono preso… vabbe’ riparto dall’edizione economica (mi toccherà riciclare l’altro…): la prima impressione è più che positiva, accidenti ma siamo sicuri che sia un autore italiano, sembra un thriller americanissimo, scritto e pensato come un best seller USA. La storia è molto complicata perché, pagina dopo pagina, interseca più personaggi e storie parallele, tutte molto ‘dark’: difficile descrivere tutte senza spoiler. Quello che traspare fin da subito è una lotta tra il bene e un male spaventoso, tremendo che prende di mira i bambini, il mio incubo peggiore visto che sono papa’. Il tutto parte dal ritrovamento di 6 braccia di bambine, il problema è che le bambine scomparse sono 5….. Una squadra speciale di esperti in serial killer guidata dal dott Gavila indaga e viene affiancata da una poliziotta singolare Mila, specializzata nello ritrovare persone scomparse: la caccia è intensa, scioccante, il ns killer sembra sempre essere un passa avanti iniziando una gara, una sfida che porta sempre più nei meandri oscuri dell’animo umano. Niente è come sembra, ogni personaggio oscuro nasconde qualcosa, ogni poliziotto nasconde qualcosa. E’ una corsa contro il tempo per ritrovare la 6° bambina ma anche un puzzle gigantesco dove tutti sono potenziali omicidi: sembra quasi che il killer ‘aiuti’ la scovare altri killer, dei ‘follower ‘ , ma il tempo passa … tic tac… Sembra un mix tra ‘Criminal Minds’ e ‘the Following’, una grande sceneggiatura dove si analizza la mente dei serial killer: pagine e descrizioni sono molto forti, in tv si metterebbe il bollino rosso. L’intreccio è appassionante fino ad un certo punto, ho come l’impressione che Carrisi abbia voluto mettere troppi casi, troppi killer, addirittura troppi colpi di scena (cosa che di solito è positiva ed appassiona): la trama rischia così di essere intrecciata in maniera anomala quasi prolissa. Il libro mi ha comunque appassionato, il ritmo è serrato, adrenalinico come piace a me, la descrizione dei personaggi molto curata fin nei dettagli delle loro anime: il dott Gavila con in suoi ‘vuoti’, Mila e la sua ‘empatia’ , fino al misterioso detenuto RK-357/9. Lettura consigliata così come un futuro film …

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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    11 Mag, 2013
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TROPPA "CARNE AL FUOCO"

Appena ho iniziato la lettura, la sensazione provata era un misto di stupore e soddisfazione, il pensiero, man mano che le pagine si susseguivano era: “ Bene, un autore italiano che scrive un thriller senza il classico logo “Made in Italy”.
Un libro insomma, che avrebbe potuto competere con colleghi oltre-oceano.
L’ entusiasmo iniziale si è un po’ smorzato man mano che la lettura procedeva.
Carrisi ha indubbiamente buone doti riferibili alla descrizione dei personaggi, come tipologia dei crimini e descrizione delle tecniche investigative; questo libro però è davvero troppo pieno di eventi, difficilmente sviluppabili anche per i più “esperti” del genere.
Sei bambine scomparse nel corso degli anni, delle quali, cinque vengono ritrovate dove il killer vuole ora collocarle.
Tante storie parallele importanti:
- Il criminologo abbandonato dalla moglie, con un figlio piccolo ed una “macchia indelebile” inerente ad un precedente caso gestito male (ma poi sarà proprio così?);
- Mila, specialista assunta per ritrovare l’ultima bambina, presumibilmente ancora in vita,perché nessuno come lei, è in grado di entrare nella mente del killer ed interpretare gli indizi (anche meglio del criminologo? Pare proprio di sì!)
- Sarah Rosa, agente specializzata nell’informatica, che stabilisce subito un cattivo rapporto con Mila, che nasconde un grandissimo segreto legato al caso in questione (del quale non preannuncio nulla)
E poi c’è il serial killer, spietato, che non rallenta il ritmo delle sue “messe in scena” e sembra essere sempre un passo avanti agli agenti investigativi.
E ancora, chi è il detenuto RK-357/9?
Tutti i personaggi sono strettamente legati ed intrecciati agli eventi del - qui e ora –
Man mano che scorrono le pagine, il ritmo diventa sempre più serrato ed incalzante, perdendo di profondità e completezza.
E poi…. Una cosa che mi ha dato particolarmente fastidio è il continuo domandarmi: “ Ma dove siamo?
Più volte, nel corso della lettura, ho pensato di soffrire di una sorta di amnesia inerente ai luoghi, ma proprio non vengono indicati, se non con qualche iniziale sparsa qua e là all’inizio dei capitoli, solo qualche accenno al clima rigido, ma non c’è molto altro… Personalmente amo poter localizzare correttamente i vari personaggi e sapere dove “mi sto trovando”, cosa impossibile da fare in questo libro.
E ancora il serial killer, rimane comunque sviluppato in maniera embrionale.
Per non parlare del “suggeritore” e non dico altro.
Insomma un buon thriller, forse un po’ di presunzione di poter pensare di gestire tanta “carne al fuoco” in modo eccellente.

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alex4ruote98 Opinione inserita da alex4ruote98    30 Aprile, 2013
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Poteva essere meglio

Sinceramente non mi è piaciuto molto.
La storia non sarebbe male e neppure il tipo di scrittura, ma alla fine mi ha lasciato l'amaro in bocca.
La storia la paragonerei ad un guidatore che non sa dosare l'acceleratore sulla sua prima macchina a cambio automatico.
Leggendo, mi sono appassionato ed annoiato allo stesso tempo.
Con questo non voglio dire che non sia un buon libro e quindi buona lettura.

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Aliferra Opinione inserita da Aliferra    24 Marzo, 2013
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Brividi di paura

Uno dei libri più belli che abbia mai letto.
avvincente,intrigate e soprattutto pauroso,condizione sufficiente e necessaria per un libro thriller.
Non prediligevo i libri di questo genere perché non riuscivano a coinvolgermi ed emozionarmi quanto un film. Ho dovuto ricredermi.
Carrisi ha la capacità,grazie ad una scrittura diretta,dettagliata e magnetica, di ipnotizzare il lettore il quale si immedesima completamente nel protagonista,in questo caso Mila, tanto da temere della propria vita durante la lettura
Una volta finito il libro ero tornata bambina,avevo di nuovo paura del buio.

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    18 Marzo, 2013
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Nel titolo la verità

Ecco questo è uno di quei libri Campione di vendite, ma un capolavoro mancato.
Perche dico questo ? beh per potermi spiegare appieno devo prima di tutto elencare i pregi di questo thriller che va detto sono molti,partiamo con ordine.
Suspance, azione, semplicità linguistica ed eleganza narrativa: sono i pilastri portanti di questo splendido stillicidio mentale. Carrisi è molto bravo a coinvolgere il lettore, quasi lo sprona passo dopo passo a snocciolare il profilo di questo assassino seriale, apparentemente dallo scopo ignoto. Tutta la cultura criminologa forense si sente e si percepisce a pieno per quasi tutto il libro, i dialoghi, le deduzioni sono contestuali anche se alle vote mi sono parse un po’ borderline al limite del credibile. Diciamo un romanzo avvincente.
Ma c’è una pecca, una pecca molto grave, la fretta di finire !!! Si perche il finale è un susseguirsi di eventi senza continuità narrativa, a mio modestissimo parere; questo perché dopo pagine di spiegazioni sul luminol, sui profili dei serial killer, e sul loro modus operandi, arrivi alla fine così, senza colpo ferire, cercando oltretutto d’insinuare il dubbio che ci troviamo davanti non ad un assassino seriale ma ben si a….. non ve lo dirò le ultime pagine sono tutte vostre ! Inoltre le tesi finali sono buttate li, non c’è una spiegazione, e dico una, a tutto lo svolgersi degli eventi e se c’è (quel poco) non da soddisfazione, un po’ come quando si dice ad un bambino “ te lo spiego quando sarai più grande” per farla breve e chiudere il discorso. Ed è questo che mi ha fatto un pochino arrabbiare, aveva molto su cui lavorare, i personaggi in primis: tutti accattivanti, il modo di lavorare della squadra, in fine manca il modus operandi dell’assassino, che forse è la pecca più grande e avrebbe retto meglio tutta la storia.

I conclusione:
Un ottimo romanzo che avrebbe potuto dare molto di più al lettore, lo consiglio vivamente perche la storia è ottima ed è scritto molto bene ma occhio al finale...
POSSIBILI SPOILER NEI COMMENTI

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rev2011 Opinione inserita da rev2011    27 Febbraio, 2013
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OTTIMO!

Ne ho letti molti di thriller, anche di autori italiani come Di Cataldo e Faletti, ma questo mi ha colpito ancora di più. Pensavo che "Io uccido" era il miglior thriller italiano degli ultimi anni e invece "Il suggeritore" lo supera di gran lunga. Prima di tutto la trama, avvincente e piena di colpi di scena, poi i personaggi, in particolare l'ispettore Mila, che l'autore sa rendere vivi come non mai e presenta le singole storie in modo impeccabile: ti sembra di vedere in faccia i personaggi e di parlare con loro attorno a una birra. Inoltre, il lettore si trova spiazzato in più punti allorquando pensa di aver capito e invece non è così. L'ho letto in più giorni a poche pagine alla volta, ma è un romanzo che può leggersi tutto d'un fiato. Assolutamente da non perdere!

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Fede.92 Opinione inserita da Fede.92    14 Novembre, 2012
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Un controverso minestrone-

Nel suo libro "Il suggeritore" che io sarei più propenso ad intitolare "Il burattinaio" o "il giocatore di scacchi", un autore Italiano si affaccia in modo concreto al mondo dei Thrillers attualmente di dominio incontrastato U.S.A, e riesce a mio parere nel suo scopo.

Carrisi è talmente entusiasta del suo progetto che lo arricchisce in maniera spropositata includendo al suo interno le più svariate tematiche: Morte,violenza,investigazioni,perversioni, amore,Ironia, spiritismo, follia,suspence,erudizione(in ambito criminologico) e chi più ne ha più ne metta! Non si può certo affermare che il libro possa esser monotono data la stragrande varietà di sfaccttature, che lo rendono originalissimo nel suo genere. La trama si infittisce in modo rilevante proseguendo nella lettura e ciò talvolta si risolve in una difficoltà di comprensione dovuta anche al singolare stile di narrazione proprio di Carrisi che spesso alla narrazione principale interseca spunti di narrazione secondaria con digressioni, ed avvenimenti che infine si intersecano alla narrazione principale il tutto genera nel lettore un iniziale senso si smarrimento seguito da una difficoltà di elaborazione del tutto. Temi cardine della storia sono il male che si allaccia al bene, l'amore che può generare gli effetti più devastanti, l'empatia contrapposta all'indifferenza, il male che è in grado di generare il bene (Finale). I numerosi personaggi e fatti della vicenda sono connessi tra loro direttamente in modo indissolubile, ciò contribuisce a rendere la trama ancora più complessa. Il lavoro che esegue Carrisi per far avanzare la narrazione dovendo collegare il tutto è un'impresa sovrumana, non esente purtroppo da vere e proprie "forzature" a scapito della realisticità- I colpi di scena si susseguono in una vera e propria Climax ascendente soprattutto nella seconda parte dell'opera che però a mio personale parere si conclude in modo assolutamente frettoloso,artificioso, a scapito della plausibilità: E' una delle più grandi pecche del libro, oltre ad essere uno stereotipo di molti libri e film thriller ed horror di matrice Americana-
Sarebbe ingiusto però definire quest'opera affibbiandogli semplicemente lo stereotipo di "Americanata" perchè ciò sarebbe un forte diminutivo dell'evidente originalità di questo libro, avente le radici in uno spazio fittizio che presenta i contorni sia dell'ambito Americano, sia di quello Europeo, e che presenta più contenuti di ogni altro thriller che io abbia mai letto, in ciò è la sua particoarità,il suo valore, ma anche la sua imperfezione.

In sintesi un libro complesso,variegato,ad alta concentrazione contenutistica, talvolta un po' artificioso, che però vale la pena leggere perchè riesce a coinvolgere e a rapire.

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Anatomia del Serial Killer (De Luca)
La psichiatra (w. Dorn)
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Opinione inserita da iancurtis    06 Settembre, 2012

non un capolavoro, ma fa lo stesso...

Parto da una banalità: meglio leggere che non leggere, quindi lo consiglio a prescindere.
Ho fatto fatica a superare le prime pagine, perché lo stile non mi piaceva: qui sottoscrivo pienamente la recensione di joshua65. Poi, continuando, si è fatto davvero avvincente e ho sottratto qualche ora al sonno per l'urgenza di terminarlo.
In generale, ritengo che rimanendo ben all'interno di un "genere" sia ben difficile arrivare al capolavoro, e "Il Suggeritore" non fa eccezione: i capolavori sono di certo ben altri.
Ma quanto meno Carrisi dimostra un certo impegno, anche a livello di documentazione.
Non condivido le critiche alla mancata collocazione geografica, secondo me è pienamente voluta, per far partecipe il lettore del senso di straniamento che provano i protagonisti.
Di sicuro questo romanzo è meglio di altri che ultimamente sono andati per la maggiore, come "La psichiatra"

In definitiva, come lettura disimpegnata per passare qualche ora, ve lo consiglio tranquillamente. Basta che non abbiate aspettative esagerate.

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hottina92 Opinione inserita da hottina92    01 Settembre, 2012
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Un Thriller Avvincente

Concordo con molti recensori sul fatto che questo libro ricorda molto lo stile dei Thriller americani.
Finalmente! Era ora che anche il thriller italiano sbocciasse sulle scie di quello americano. Questa è una mia opinione personale, da amante del genere Thriller e di suoi scrittori celebri come Deaver e Follet tanto per citare due nomi.
Il suggeritore è stata una scoperta per me, sinceramente non mi aspettavo un tale carico di tensione, suspense, adrenalina coniate con una trama molto intrigante ed avvicente. Ogni pagina sfogliata è una nuova rivelazione, un colpo di scena, una svolta della trama intricatissima.
I personaggi sono numerosi e quasi tutti hanno un passato alle spalle tutt'altro che comune che il lettore pian piano scoprirà. Anche la trama è tutt'altro che banale in quanto l' inseguimento di uno spietato serial killer si trasforma in una lotta tra amici e colleghi all'interno della quale nessuno si potrà fidare dell'altro.
La dinamica veloce di questo libro vi catturerà pagina per pagina finchè vi ritroverete allo sconvolgente finale!
Buona lettura.

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Rokiweb Opinione inserita da Rokiweb    08 Giugno, 2012
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CHI E' IL SUGGERITORE?

“La morte è una signora molto seducente”

E’ un libro dinamico, veloce non ti lascia il tempo di respirare, di ragionare e soprattutto di annoiarti, anzi ti incita ad andare avanti a divorare con gli occhi le pagine una dopo l’altra aumentando sempre più lo stato d’ansia, la suspance e la curiosità. Si la curiosità di scoprire chi è il Suggeritore misterioso, il segreto che lo ha spinto a fare questo gioco psicologico con l’Ispettore Roche e la sua Squadra facendogli trovare 5 braccia sepolte di bambine e la scomparsa di una sesta bambina. E’ una lotta contro il tempo!!!!!

Un gioco contorto che scava nella mente dei personaggi toccando il fondo della loro anima, il lato oscuro del loro “io” più profondo, le loro paure e le loro fragilità.
In alcuni tratti ha una scrittura forte, fredda e inquietante. Le descrizioni degli ambienti sono essenziali realizzi la scena in un colpo d’occhio, hai tutto lì davanti non serve altro.

I personaggi sono descritti in modo da farli apparire come persone comuni, il classico “vicino di casa”, potrebbe essere una persona qualunque che conosciamo superficialmente e che, come chiunque, ha un suo “scheletro nell’armadio”.
Il Capo della squadra è l’Ispettore Roche 8 anni al servizio del dipartimento di scienze comportamentali della Polizia Federare Crimini Efferati. Un uomo politico e che punta a far carriera. E’ riuscito a rivoluzionare lo stile e i modi del Dipartimento inserendo persone civili nelle indagini.
Il civile Dott.Gavila Goran a causa dei sui scritti e delle sue ricerche è considerato un ottimo criminologo. E’ lui che guida la squadra investigativa con le sue intuizioni.
Il più anziano e alto in grado Stern agente informativo è lui che raccoglie notizie per creare il profilo del killer considerato la “memoria” del gruppo.
L’agente Sarah Rosa esperta informatica con funzioni logistiche è lei che pianifica le operazioni di polizia. Ha sempre scontri con Mila Vasquez.
L’agente esaminatore Boris Klaus esperto in interrogatori considerato un po’ un Don Giovanni.
Mila Vasquez esperta nel ritrovamento di persone scomparse grazie al suo istinto investigativo anche il più banale ed insignificante dettaglio è importante per le indagini.

Un libro ricco di colpi di scena, forse anche troppi, potrei paragonarlo ad un grande “labirinto” pieno di tranelli, strade chiuse, falsi indizi, ritrovamento dei corpi e quando credi finalmente di aver raggiunto l’uscita ti accorgi che nulla è quello che sembra……con un finale sorprendente!!!!!

E’ un Thriller con la “T” maiuscola personalmente consiglio la lettura a chi è amante del genere “Criminal Minds” per le tinte forti di alcuni passaggi.

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Fonta Opinione inserita da Fonta    21 Mag, 2012
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Viaggio nella mente di un serial killer

Mila Vasquez ha un dono: ritrovare le persone scomparse, un sesto senso che la porta a vedere o sentire particolari che normalmente passerebbero inosservati.

Viene inviata a lavorare su uno strano caso: un cimitero di braccia, tutte sinistre, tutte appartenenti a bambine!

Mila andrà cosí ad affiancare la squadra dell'arrivista capitano Roche, nella quale lavorano Boris, giovane scapolo dal passato travagliato e dal talento innato per gli interrogatori: in passato nessuno é mai riscito a nasconderglila verità! Con Boris fa coppia fissa l'inossidabile Stern, ormai un veterano prossimo alla pensione, sempre impeccabile nel suo completo giacca e cravatta che ricalca la sua perfezione sul lavoro. Con loro lavora pure Sarah Rosa, specialista nell'informatica dai modi bruschi e pungenti.

La squadra di Roche si avvale della collaborazione del criminologo Goran Gavila, u
No dei piú rinomati specialisti in materia di serial killer, il quale opera con intuizioni brillanti entrando in una sorta di empatia con l'assassino.

Questa é la squadra che il bravissimo Carrisi mette in campo per un esordio narrativo a mio parere strabiliante!

Non so se vi é mai capitato di trovare il libro giusto nel momento giusto, conoscevo questo auto dopo aver letto "il tribunale delle anime" che mi era piaciuto molto ma, quest'opera mi ha letteralmente rapito, la capacità dell'autore di collocare le sue nozioni ed il suo sapere in materia di psicologia e criminologia risulta scorrevole e ben inserito nelle righe di quello che é e si prefigge di essere esclusivamente un romanzo senza acere pretese di insegnare nulla.

Se devo cercarne un neo, on mi é piaciuto l'utilizzo dinomi stranieri e di un'ambientazione mai palesata ma chiaramente non italiana, perché? Credo che Carrisi sia molto innovativo nello stile o quantomeno nel genere dei thriller psicologici in Italia (confesso la mia ignoranza in materia e nel caso esistessero altri autori vi prego si segnalarmeli perché mi é piaciuto molto il genere) e "italianizzare" un minimo il contesto sarebbe stato a mio modesto avviso un particolare molto intrigante.

Resta comunque un bellissimo libro di unautore bravissimo che consiglio agli amanti del thriller, che vogliono leggere qualcosa di diverso, a volte dai toni forti e crudi ma, molto curato.

Buona lettura

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mt Opinione inserita da mt    28 Aprile, 2012
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Scheletri nell'armadio

Mila Vasquez, col suo scheletro nell'armadio, è un'investigatrice privata specializzata nel ritrovamento di persone scomparse.....specialmente bambini...,che viene assegnata alla Squadra Speciale guidata dall'oscuro criminologo Goran Gavila.
Dopo il ritrovamento di cinque resti in decomposizione di braccia sinistre appartenenti a bambine fra i 9 e i 13 anni, inizia la caccia all'astuto serial killer "il nemico", "LUI" , "IL SUGGERITORE", che mette costantemente alla prova la Squadra con inganni per impedire di individuare il vero colpevole di tutto quel massacro.
Mila con le sue intuizioni porta avanti il gioco dove il male è il protagonista ,...trovano un altro braccio sinistro e, un'altra bambina è scomparsa ,ma stavolta è cambiato il modus operandi.....c'è la possibilità di trovare la bambina ancora viva.
L'incubo continua...LUI è sempre un passo davanti a loro.
Cosa nasconde Mila, qual'è il suo segreto, cosa c'è nel suo passato che la lega a questa indagine?
Molto intrigante, complicato ma ben scritto...mi è piaciuto molto ma difficile accettare che questo libro sia ispirato a casi reali....ma è la pura verità.
Una lettura da non perdere......

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Carrisi.......Il tribunale delle anime
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    08 Marzo, 2012
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Troppo “americano”

Il team di investigatori guidato dal criminologo Goran Gavila deve indagare su un caso a dir poco inquietante: cinque ragazzine sono scomparse negli ultimi venticinque giorni e di loro non si ha nessuna notizia finché in un bosco vengono rinvenute delle braccia umane, tutte sinistre, palesemente riconducibili alle stesse bambine. La macabra scoperta aggiunge un mistero in più: gli arti infatti sono sei e finora non è stata sporta nessuna ulteriore denuncia di scomparsa. Ma allora a chi appartiene il sesto braccio? Perché tutta questa violenza su degli esseri così indifesi ed innocenti? Ad aiutare la Squadra Speciale viene chiamata Mila Vasquez, agente esperta nel ritrovare persone scomparse ma alla sua prima esperienza con un serial killer. Il suo inserimento non sarà esente da problemi ma si rivelerà decisivo nello sviluppo dell’ indagine. Nonostante la troppa violenza il libro parte bene ma sembra perdersi un po’ strada facendo, pagando un’ eccesiva voglia del suo autore di stupire continuamente il lettore con un abuso di colpi di scena che, se da un lato danno vivacità alla storia, dall’ altro spezzettano e rendono confusa la trama. Donato Carrisi usa uno stile un po’ stereotipato, con una prosa abbastanza elementare e dei personaggi poco originali anche se ben delineati, dimostrando di andare troppo dietro al prototipo trito e ritrito dei thriller commerciali d’ oltreoceano che, con tutto il rispetto, saranno anche avvincenti e venderanno pure un sacco di copie, ma con la letteratura hanno poco da spartire. Un libro fin troppo “americano” consigliato solo agli amanti del genere o a chi vuole rilassarsi con una lettura leggera e scorrevole, senza troppe pretese.

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Opinione inserita da Giovanni    25 Febbraio, 2012

Gratuitamente violento!

A Carrisi piace giocare facile. Cerca l'originalità speculando sui più delicati dei sentimenti: i bambini!

La trama si attorciglia su se stessa in una escalation demenziale: violenza, serial killer, veggenti... ci mancavano solo glia extra terrestri! Ovviamente, come tutte le trame complesse, poi non riesce a venirne fuori se non con banalità e contraddizioni.

Diciamo che anche la sua foto nel retro copertina non aiuta ad apprezzare il libro.

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Opinione inserita da anna    26 Gennaio, 2012

sono perplessa

... ero a casa ammalata e ho inizato a leggerlo. Man mano che procedevo pensavo: con tutti quei triller americani che mi sono sciroppata in passato perchè non anche questo? Poi subito dopo mi sono accorta che lo trovavo intrigante ed ero compiaciuta dal fatto che riuscivo a prevedre le mosse in anticipo; ma questo non è un bel segno per un triller! Poi verso la fine è arrivata la scena di sesso e allora mi sono detta "la ricetta è complata, il Carrisi ha seguito passo passo il manuale e il risultato è una cenetta da non buttare via" ma subito dopo è arrivata l "urgenza" nella descrizione del bacio. Oddio mancava solo il turgido e avrei iniziato proprio a divertirmi ma mi sono dovuta accontentare.
Che dire, divorato l'ho divorato, digerito anche ma alla fine non mi ha convinto, tutto sommato è stato un collage di dejà vu.

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Opinione inserita da roberta    24 Gennaio, 2012

un perfetto thriller made in Italy

Carrisi è la conferma che i "gialli" li sappiamo scrivere anche noi italiani. Ho letto questo libro tutto d'un fiato, la curiosità mi spingeva a non spegnere la luce e a continuare a leggere fino allo stremo delle forze. Un libro pieno di colpi di scena assolutamente imprevedibili, un libro che non ti fa intuire la soluzione neanche per un momento e che riesci ben a comprendere solo all'ultima pagina.
....vorrei solo dire una parola a coloro che nelle loro recensioni svelano la fine dei libri: rileggete la fine del libro, visto che non avete ben compreso chi fosse in realtà il suggeritore......

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...i thriller di Faletti
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exeter64 Opinione inserita da exeter64    11 Gennaio, 2012
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Nei meandri oscuri della mente....

Un vero e proprio susseguirsi di emozioni forti e colpi di scena a ripetizione. E' questo, insieme ad una narrazione incalzante, il miglior pregio del romanzo di Carrisi che ci conduce in una intricata trama di delitti e serial killer. L'ispirazione sembra essere il romanzo di Thomas Harris "Il silenzio degli innocenti" e l'omonimo film. Il personaggio di Mila ricorda la Clarice Starling del libro di Harris ed anche l'intera vicenda rimanda in molti momenti a questo romanzo. Nonostante ciò "Il suggeritore" si legge tutto d'un fiato per il ritmo travolgente che cattura il lettore fin dalle prime pagine. Siamo davanti alla rappresentazione del lato buio, oscuro dell'uomo, alle debolezze ed ai contorti meandri della mente. Le paure più nascoste e la possibilità per l'uomo di compiere il male viene esposta in maniera chiara, diabolica, come una condanna alla quale è difficile sottrarsi. "Dio è silenzioso" mentre "Il diavolo sussurra". Si racchiude tutto in queste due frasi il senso della lotta interiore che ogni individuo deve compiere con se stesso per non farsi dominare dai suoi istinti più sordidi e dalle sue paure e follie, per impedire di esprimere quella capacità di compiere atti orribili. Un libro che turba realmente perchè si percepisce chiaramente la malvagità del "Suggeritore", archetipo dell'orribile abisso che si cela in una mente mostruosa ed affascinante al tempo stesso. Il romanzo ha alcune momenti piuttosto illogici (Mila che si reca di notte in un vecchio orfanotrofio buio illuminata solo dal display del telefonino, la suora medium....) ma a parte alcuni passaggi un pò forzati ed alcuni colpi di scena forse troppo ad effetto,la lettura è coinvolgente e ben strutturata. I misteri vengono risolti con diabolica abilità narrativa e l'ambientazione indefinita (non viene mai specificato il luogo dei fatti) risulta suggestiva perchè rende la vicenda ubiquitaria. Siamo in un curioso "dovunque"... I personaggi infine sono ben descritti ed anche se rappresentano gli stereotipi del genere (l'agente speciale, il criminologo, il poliziotto anziano e saggio, l'ispettore capo arrivista e via dicendo) hanno tutti una loro intensa ed a tratti dolorosa umanità che li rende "vivi" agli occhi del lettore.

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nonnalelena Opinione inserita da nonnalelena    04 Gennaio, 2012
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Le impronte digitali

CONTIENE SPOILER

A me il libro è piaciuto.
E' scritto bene in maniera scorrevole e francamente non trovo disdicevole il fatto che non vi sia una specifica ambientazione.
Posso forse convenire sul fatto che il finale è un pò troppo sbrigativo e che avrebbe meritato un maggior sviluppo.
C'è però una cosa che mi ha lasciato abbastanza perplessa.
Il suggeritore non è altri che lo "stupido" (come lo definisce Mila nel suo racconto a Goran) Steve Smitty che anni addietro l'aveva rapita e che era stato processato ma assolto per la mancata testimonianza delle sue vittime (Mila e Linda).
Se Steve è stata processato gli avranno sicuramente preso le impronte digitali. Come mai dette impronte non hanno alcuna corrispondenza con quelle dell'enigmatico recluso RK-357/9? In qualsiasi casellario giudiziario un qualche riscontro dovrebbe esistere.

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Opinione inserita da eli61    18 Dicembre, 2011

Ci mancava solo...

CONTIENE SPOILER

Decisamente un brutto romanzo! Carrisi scrive bene e con scorrevolezza ma, oltre questo, non c'è niente. Troppa carne al fuoco, troppi cattivi e troppi buoni che diventano, prevedibilmente, cattivi. Ambientazione anglosassone di cui non si sentiva il bisogno. Personaggi ricalcati dai vari Criminal Mind con l'aggravante del (quasi) lieto fine. Tutti insieme, compresa la galeotta in permesso speciale, a festeggiare un compleanno. Devo smettere di fidarmi dei consigli degli amici: spendo soldi inutilmente e m'arrabbio pure!

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lella gritti Opinione inserita da lella gritti    25 Novembre, 2011
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Finzione sanguinolenta

Mi sentivo predestinata verso questa lettura. Ho comprato il libro in libreria e poi ho scoperto che già l'avevo messo in lista per prenderlo in prestito in biblioteca. Non ho resistito all'acquisto.

Ho fatto una fatica tremenda a leggerlo. Avevo costantemente la sensazione di qualcosa di finto: come quando si va a teatro e invece di seguire la trama sei lì distratta/o dalla recitazione scarsa degli attori... e continui a pensare che stanno recitando... e ti rovini lo spettacolo:
- finto per la grande quantità di sangue e di violenza gratuita,
- finto per i personaggi per i quali già immaginavo che cosa avrebbero fatto nel prosieguo (del tipo: vuoi vedere che questo tizio lo inserisce per questo e per quell'altro motivo? esatto!!!),
- finto per certe descrizioni leziose e prolungate all'infinito giusto per riempire le pagine. Della serie: ma quand'è che arriva al dunque?

Ho pensato più volte di lasciarlo. E più volte l'ho lasciato lì per giorni e giorni.

La non-ambientazione di cui parecchi lettori parlano (in bene o in male) la trovo semplicemente una incapacità dell'autore di situare la sua storia in un contesto veramente reale, concreto, verificabile. Se vuoi scrivere in "americano" ti devi informare dettagliatamente prima! Ma anche così si trovano comunque delle incongruenze.

E poi il finale. Peccato che non se possa discutere in un forum ad hoc con chi i libri li ha già letti fino in fondo... Io non ho capito il finale di questo libro. Sono rimasta così, sospesa e - sinceramente - molto incazzata.

E sono anche qui che mi domando: ma com'è che l'hanno pure premiato? Ma com'erano i concorrenti....? brrrrrrrr

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libri sanguinolenti....
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Alex81 Opinione inserita da Alex81    13 Novembre, 2011
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Soffocante

..."Stiamo accanto a persone di cui pensiamo di conoscere tutto, invece non sappiamo niente di loro...". Pensava a quella frase come una verita' banale, non all'altezza della sua intelligenza. Finche' non s'era trovata coinvolta in quel che diceva. Eppure, proprio lei avrebbe dovuto capirlo. Lei, che gli aveva detto "E' dal buio che vengo. Ed e' dal buio che ogni tanto devo tornare".

Il suggeritore e' un romanzo d'esordio di forte impatto.
Inquietante, oscuro, plumbeo. Una storia turbolenta, in cui Mila e Goran, i protagonisti del romanzo, danno la caccia ad un serial killer spietato e che sembra troppo scaltro per essere preso. Un sadico che dopo aver rapito 6 ragazzine fa in modo che la polizia ritrovi, tutte insieme, solo 5 braccia sotterrate.
Ma dove sono i corpi?
I corpi vengono rigettati a galla come la pioggia incessante sputata dai tombini ai bordi dei marciapiedi. E dietro ogni corpo si cela una mela marcia. Qualcuno che aveva un misterioso segreto da proteggere. Un segreto che solo il serial killer conosceva. Fino a quel momento.

"Dio e' silenzioso... il diavolo sussurra..."
O forse nel caso di Carrisi sarebbe meglio dire che il diavolo "suggerisce".

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Giorgio Faletti
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alexmai Opinione inserita da alexmai    03 Novembre, 2011
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Il cubo di Rubik

E che gli dici a uno che scrive un romanzo così? Bravo!
Carrisi compone il cubo di Rubik, una storia multisfaccettata che come la giri ti acchiappa e ti sbatte per terra. Tante volte in fila. Un thriller che giustamente non è ambientato in Italia, perchè forse farebbe ridere... è un esperanto geografico, nomi di tutte le latitudini, facce volutamente oscure. Segreti che si intrecciano, che si insinuano come gambe sensuali... ottimo lavoro!
Fin qui il buono... non prende la quinta stella perchè ci sono alcune cosette che non quadrano... avete presente i bambini che imbrogliavano staccando gli adesivi del cubo? Ecco, alcune volte Carrisi se ne approfitta... però è da riprovare, lo farò presto ;-)

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Illary Opinione inserita da Illary    03 Novembre, 2011
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COLPI DI SCENA... FORSE TROPPI?

"Tutti abbiamo avuto una debolezza almeno una volta nella vita...ognuno di noi ha il suo piccolo o grande, inconfessabile segreto"... è una frase emblematica del criminologo Goran Gavila che si trova ad indagare, con la sua squadra, su una seie di agghiaccianti crimini. Il ritrovamento di una fossa nella quale sono state sepolte le braccia di sei bambine rapite e lasciate morire dissanguate, da il via all'inchiesta che si sviluppa a spirale attorno ad omicidi sempre più violenti ed efferati. Il killer infatti usa i cadaveri delle bambine per indicare alla polizia i colpevoli di altri crimini odiosi: pedofili, assassini, stupratori. Al gruppo si unisce anche Mila Vasquez, la protagonista del libro, specializzata nel ritrovare bambini scomparsi. In questo thriller niente è come sembra, e i colpi di scena si susseguono ad un ritmo così serrato da scivolare forse nell'esagerazione. A volte sembrano addirittura irrealistici. Altro dettaglio difficile da digerire è l'intervento di una medium per risolvere parte dei misteri fondamentali del libro...
Il finale comunque mi è piaciuto e la suspance è assicurata. Di certo un libro che piacerà agli amanti dei profiler dell'FBI.

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Agli amanti della serie "Criminal Minds"
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joshua65 Opinione inserita da joshua65    22 Ottobre, 2011
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Sei = Seven meno 1?

Bisogna fidarsi dell’istinto ogni tanto.

Ti aiuta anche quando inizi libri che nelle prime pagine contengono frasi di questo tipo:

“La bruma scivolava come un sudario, spogliando i profili delle colline. Intorno, i profumi del bosco, mischiati e addolciti dall’umidità della notte che risaliva lungo gli abiti, strisciando fredda nella pelle”

Oppure, quando i primi quattro protagonisti si chiamano così: Goran Gavila, Mila Vasquez, Sarah Rosa, Klaus Boris (“c’erano un italiano, un francese, un tedesco e un americano …”)

Invece, no. Negli anni ho imparato a non fidarmi della prima impressione e, messo da parte l’istinto di ragno, ho continuato a leggere il libro fino alla fine.

Che dire? Carrisi non scrive per niente male, e in qualche punto la storia ti prende pure, i riferimenti agli autori americani di genere ci sono tutti, la trama è molto costruita, con l’intento di stupirti dall’inizio fino alla fine, ma caro Donato, mi domando, a che pro?

In questo libro è tutto drammaticamente esagerato, dai buoni, descritti sostanzialmente come una manica di disperati, al serial killer, che per la sua intelligenza e competenza mostrata in diverse discipline sicuramente sarà stato candidato a più premi nobel, oltre ad avere una moltitudine di lauree. Oppure è il Male in persona (e anche qui, mio caro …), per non parlare dei colpi di scena, tanti, troppi, alcuni decisamente assurdi.

Trovo più interessante invece cercare di capire come mai ha avuto tutto questo successo, forse perché c’è ancora voglia di stupore, di leggere storie che anche se sono poco credibili risultano comunque fantastiche, che ci fanno “sobbalzare dalla sedia”, ci “lasciano senza respiro”, ci “tengono incollati fino all’ultima pagina”, senza se e senza ma.

Ed è proprio a questo che sto pensando, mentre osservo nella quarta di copertina Donato Carrisi, che mi sorride con lo sguardo concentrato, come un Ken Follett senza capelli, e guardandolo mi domando: Donato sei forse tu il Suggeritore?

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Ama i gialli dove c'è un serial killer, ma proprio tutti
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Opinione inserita da Gaetano    21 Ottobre, 2011

Una chiusura veloce.....

Si legge bene tutta la fase iniziale che è molto curata e dettagliata, ma poi si perde, in circostanze poco verosimili. La spersonalizzazione dei luoghi in previsione di un adattamento cinematografico fa perdere un po' fascino all'ambientazione. Ci sono chiari riferimenti agli USA e degli inserimenti italo-europei.... un po' di confusione. I personaggi un po' stereotipati. La parte finale sembra sembra senza idee!! E' come se il libro fosse stato pensato, costruito e articolato in duo o tre anni poi a pagina 350 gli hanno detto "domani si va in pubblicazione!!" ed ha chiuso in nottata!! Comunque sono dell'opinione che va letto per farsi una idea. Ho appena iniziato il suo secondo libro "il tribunale delle anime" ..... a risentirci!!

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