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Follia
 
Follia 2012-07-10 10:53:42 Viola03
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Viola03 Opinione inserita da Viola03    10 Luglio, 2012
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"Follia"

La nostra mente è un balcone aperto sul mondo, o uno sgabuzzino fatiscente. Può diventare uno strumento verso l’ampliamento di noi stessi o una gabbia nella quale possiamo chiuderci fino a morire.
Questo è quello che ho pensato chiudendo questo romanzo.
La sensazione che questa storia mi ha lasciato rimasta è ambigua, cupa, nerastra.

Stella Raphael è la moglie del vicedirettore di un manicomio criminale inglese.
Le calde giornate estive trascorrono lente, come la sua vita, un po’ vuota un po’ spenta.
Lì, nel giardino della sua casa, a ristrutturare la serra c’è Edgar Stark, un detenuto in semi-libertà, scultore ed uxoricida.
Lei lo vede, lo sente, gli si avvicina attratta come una falena dal fuoco.
Diventano amanti, complici.
Quando Edgar fugge dal manicomio, lei abbandona tutto, figlio, marito e casa, per raggiungerlo in un decadente magazzino londinese.
Qui, nella miseria delle pareti che la circondano, Stella si accorge per la prima volta della malattia di Edgar, delle sue fissazioni, le sue paranoie. Lui la maltratta, la picchia, lei scappa da lui, ma mai, neanche un momento, lo rinnega.
In un susseguirsi di vicende nefaste, Stella vortica sempre più tenacemente e sempre più silenziosamente nel vortice della follia, sino ad un finale che è l’apice dell’espressione della malattia che la sta mangiando.

Se questa a grandi linee è la storia, ciò che mi ha suscitato questo romanzo richiederebbe pagine e pagine per essere spiegato. Sin dal principio, quando capisco che a narrare le vicende è Peter, lo psichiatra che poi avrà in cura Stella, mi sento estranea, sensazione che permane allo scorrere delle pagine.
Stella non mi ispira compassione, né comprensione. Stella mi irrita.
Edgar Stark non ha alcun fascino, i loro incontri sessuali non hanno acceso il minimo barlume di eccitazione nella mia testa, non mi hanno fatto pensare neanche per un secondo ad una coppia di amanti disperati.
I personaggi che li contornano sono anch’essi privi di caratteristiche positive: il marito è debole, la suocera meschina; anche le altre figure che compaiono nel corso della narrazione mancano di una struttura forte, sono fantasmi, fragili.
La totale assenza di aspetti positivi è, a mio avviso una scelta dell’autore per impedirci di avere punti fermi, di appigliarci. Lui ci vuole trascinare lentamente ed inesorabilmente nello stesso burrone che inghiotte Stella, vuole farci vedere come il buio della mente possa essere capace di rendere buio tutto ciò che lo circonda.

Perché questa non è una storia d’amore, né impossibile né folle. Questo è un caso clinico, quello della follia di Stella Raphael.
Peter racconta un pensiero di Stella: “Ma quello che aveva davanti non era lui. Era un altro. A meno che l’uomo del giardino non se lo fosse inventato lei a misura dei propri bisogni.”
La mente folle di Stella per qualche motivo si costruisce una gabbia, che ha la faccia, il corpo, le labbra di Edgar Stark; ci si chiude dentro e ci si lascia prosciugare.

Un libro consigliato per la capacità di fagocitare in una storia difficile, buia, che lascia storditi, affaticati, forse infastiditi, ma che, ponendoci da un punto di vista razionale, va in realtà a stuzzicare proprio quegli angoli della nostra mente dove la razionalità si perde.

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Bravissima, recensione eccezionale,l'ho recensito poco temo fa e ciò che hai scritto corrisponde in pieno a quello che il romanzo mi ha trasmesso in particolare in questo punto "dgar Stark non ha alcun fascino, i loro incontri sessuali non hanno acceso il minimo barlume di eccitazione nella mia testa, non mi hanno fatto pensare neanche per un secondo ad una coppia di amanti disperati", si rimane sempre un po' distanti, come degli psichiatri. Ancora brava !!!!!!!!!! :-)
Bella recensione, complimenti.
Quel senso di distacco dai personaggi non mi ha fatto amare il libro in questione.
Troppo "clinico"...
Forse la recensione più bella che ho letto per questo romanzo che non smette m ai di affascinare il lettore.
Bravissima Viola .
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kobe
10 Luglio, 2012
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Davvero una gran belle recensione!!
Ce l'ho in lista da tanto tempo, a breve dovrò decidermi di leggerlo!!
Chissà perché ma a forza di leggere tutte le vostre recensioni ho come l'impressione che i due personaggi mi susciteranno le stesse impressioni di Viola...
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C.U.B.
10 Luglio, 2012
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Concordo anche io !
Bella recensione :D
Comincio a pensare di avere qualche problema!
Su 34 recensioni di questo libro 33 sono entusiastiche, solo una non lo è: la mia!
@ Daniele: Sto rileggendo tutte le recensioni per trovare altri spunti che mi possono essere sfuggiti. Non ho approfondito l'aspetto del mondo esteriore e la percezione che ha della malattia di Stella, relegandola allo stato di folle, ma quello che hai scritto è verissimo ed è fondamentale, considerato anche che la storia viene ambientata in un determinato periodo storico (anche se poi in fondo cambierebbe poco oggi forse..)
@ Danilo: la cosa strana è che leggevo e pensavo..."mah, 'sta donna non se capisce che fa" (penso col mio accento ovviamente!); mi infastidivo anche!solo che poi mi sono anche accorta che lo stavo letteralmente divorando. Quindi probabilmente è sottile il confine tra il piacere e il non piacere per questo libro, soprattutto perché il termine "piacevole" non si può proprio usare!

A me questa storia ha colpito anche perché una volta una mia carissima amica mi disse che in un periodo in cui non stava bene, si innamorava puntualmente di persone che sapeva l'avrebbero fatta soffrire o che erano impossibili da raggiungere. Questo perché la SUA MENTE la portava a cercare qualcosa per ferirsi, per stare male. Al che mi domandai anche, ma è amore questo?Probabilmente proprio no. Come non credo lo sia quello di STella per Edgar.

Ps: la mia amica mi odierà!! :)
PSS: grazie mille!Ma tutte le recensioni che ho letto sono bellissime!Questo libro a dispetto della totale mancanza di passione, ne ha generata in abbondanza a noi lettori! Beh, tranne Danilo ;)))
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DanySanny
10 Luglio, 2012
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E' sempre interessante vedere tute le varie sensazioni che un libro ha indotto, e più sono più il libro dimostra la sua grandezza, in quanto è riuscito a parlare con toni e parole diverse, o meglio, i lettori hanno percepito le parole differentemente, in base alle loro esperienze personali,e questo è possibile solo da un grande scrittore :-) Comunque io ho l'abitudine di notare come l'ambiente influisca sui giudizi e sulle azioni, perché ho sempre questa fissa del "contesto", quindi ho notato quello che dici tu proprio per questo, anche se, come hai specificato, il periodo storico è marginale, forse è più presente la società psichiatrica, questi uomini che nonostante gli studi non si accorgono del dramma di questa donna. Questo è sconcertante.
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Viola03
11 Luglio, 2012
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Il contesto è importante, sia quello della storia raccontata sia quello dell'autore. Spesso leggere un romanzo senza conoscere il contesto storico e sociale in cui è nato, fa perdere magari molte informazioni che invece arricchirebbero la lettura, o addirittura le darebbero un senso.
Qui all'inizio pensavo che quell'Inghilterra del 1959 fosse fondamentale, sai ad oggi una donna che molla il marito non fa così scalpore, non ha la reputazione così rovinata, poi ho pensato che in fondo era più che altro per enfatizzare questo aspetto, perché comunque anche ai giorni nostri il giudizio esterno, della società comunque pesano. E poi si, quello del manicomio criminale è un microcosmo, dove lei viene emarginata proprio da quelle persone che studiano ogni giorno casi come il suo. Anche se in fondo, sono quasi tutti uomini e in fondo nessuno è imparziale, nemmeno Peter...
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EvaBlu
11 Luglio, 2012
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Bellissima rece, Viola! Non potevi dire meglio! Specie riguardo alla negatività di tutti i personaggi ...
Mi sono ritrovata in buona parte delle tue parole.
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