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Un appartamento a Parigi
 
Un appartamento a Parigi 2017-08-27 08:24:14 lapis
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    27 Agosto, 2017
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“E' giunto il tempo di accendere le stelle”

Pedoni, alfieri e regine. Nel mondo che Musso ci propone in questo suo ultimo romanzo, siamo tutti pezzi di una scacchiera, che si muovono incessantemente interpretando i giochi ideati da un beffardo destino. Incontri, sventure, occasioni o rivelazioni, non si può sapere cosa potrà riservarci la prossima mossa, ma una cosa è certa, sarà tanto imprevedibile quanto sconvolgente.

A cambiare per sempre le esistenze di Gaspard e Madeline è un banale disguido, un incantevole appartamento di Parigi affittato a entrambi per errore. Lui è un tenebroso drammaturgo di successo, che vive da tempo fuori dalla società, fiero della propria solitudine e lontano da tutto ciò che detesta: le persone, la tecnologia, i sentimenti, la speranza. Madeline è una ex-poliziotta, bella, combattiva e ottimista, alle prese con un momento oscuro della vita, quello dei primi bilanci: un fiume di insoddisfazioni, delusioni e rancori ha fatto saltare dighe ed equilibri, travolgendola.

Potrebbe essere l’inizio di una commedia romantica, ma nei romanzi di Musso niente è come sembra. E’ infatti l’appartamento a rivelare ai due personaggi e a noi lettori una nuova storia. La vita del famosissimo pittore Sean Lorenz, ex proprietario della casa. La tragedia del suo figlioletto Julian, rapito e assassinato all’età di due anni. Lo spezzarsi di una famiglia, di un uomo, di un artista che non ha più saputo prendere in mano un pennello. Ma quella casa nasconde anche un enigma. Forse Sean aveva iniziato nuovamente a dipingere, e forse dietro quelle opere scomparse si cela un’altra, terrificante storia. Ecco che Madeline e Gaspard si ritrovano così coinvolti in un’intrigante caccia al tesoro dal ritmo serratissimo e dagli incastri ben congegnati, per portare alla luce una misteriosa e agghiacciante verità in cui irrazionalmente sperano di ritrovare anche una parte di loro stessi.

Confrontando questo thriller con gli ultimi due pubblicati, “Central Park” e “La ragazza di Brooklyn”, mi pare di riconoscere la volontà dell’autore di allontanarsi sempre più dal confine del fantastico e di semplificare i caleidoscopici intrecci cui ci ha abituato, per concentrarsi invece sulle atmosfere e sull’approfondimento umano e psicologico dei personaggi. La narrazione si arricchisce così di dettagli pittorici, in cui spiccano i colori madreperlacei e minerali delle magnetiche opere di Lorenz, che emergono dalle righe con grande vividezza. E di temi cari all’autore come l’infanzia e la genitorialità. Madeline e Gaspard inseguono le tracce di un bambino morto, ma anche dei bambini che sono stati, dei figli che non hanno avuto, tra affetti perduti e amori sprecati. Per cercare una possibile salvezza.

Sebbene l’intento e la direzione siano del tutto apprezzabili, all’elaborato manca forse un po’ di quella fluidità narrativa che da sempre caratterizza le opere di quest’autore, mostrando un certo appesantimento, soprattutto nella parte iniziale. Ciò nonostante, un buon thriller in cui ancora una volta Musso si conferma abile nel raccontare una storia in cui si stratificano i dolori, i sentimenti, le possibilità della vita.

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Commenti

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Mi scuso con la Redazione e con tutti gli utenti del sito per l’imperdonabile ritardo con cui inserisco la recensione di questo romanzo.
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Laura V.
28 Agosto, 2017
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Interessante recensione! Non ho mai letto niente di quest'autore che conosco solo di nome...
In risposta ad un precedente commento
lapis
29 Agosto, 2017
Ultimo aggiornamento:
29 Agosto, 2017
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Grazie Laura! È un autore che in generale mi piace molto, anche se quest'ultimo lavoro non è tra quelli che mi hanno maggiormente convinto.
Grazie per il commento. Ciao.

23 Giugno, 2018
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Mi chiedo come un bambino di tre anni non resti traumatizzati da due anni al buio e come abbia fatto a sopravvivere stando da solo tre settimane che avrà mangiato e bevuto?
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