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Il canto della rivolta. Hunger games
 
Il canto della rivolta. Hunger games 2013-07-05 08:44:26 betti
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
betti Opinione inserita da betti    05 Luglio, 2013
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VIBRAZIONI DI EMOZIONI

contiene spoiler

‘’Voglio che tutti voi pensiate a un’occasione in cui Katniss Everdeen vi ha realmente commosso. Non a quando eravate invidiosi della sua pettinatura, o a quando le ha preso fuoco il vestito o ha scoccato una freccia in modo quasi accettabile. Non a quando Peeta ve l’ha fatta piacere. Voglio sentirvi parlare di un momento in cui lei vi ha fatto provare qualcosa di vero.’’

Tutto è vero: le sue paure, le sue recriminazioni contro Capitol City, la pietà, le azioni avventate, l’amore per sua sorella Prim e i suoi dubbi di chi sia amico o nemico o di chi sia lei.
Tutto questo è Hunger Games. Tutto questo è la mente di una diciassettenne che si sacrifica per qualcosa di più grande di lei, che non capisce e impazzisce per questo. La si vede spesso assente, rannicchiata in posti bui pur di dimenticare la morte di Rue, di suo padre, Peeta che trasmissione dopo trasmissione lo si vede più magro, con i nervi tesi e occhi persi. Inconsapevolmente l’aveva incoronato come sua ancora di salvezza. Lui era la persona buona, quello con i discorsi giusti, detti in momenti giusti, con parole giuste. Lui, che con la sua rivelazione di ragazzo innamorato l’aveva eretta a ragazza ‘desiderabile’. Lei, ostile, diffidente e senza parole era ora al centro dell’attenzione anche prima di quella mano, che si protende verso Peeta per rivelare quelle piccole, tonde, scure palline che ingoiate porteranno a morte certa.
Ho adorato ogni libro ma in questo mi sono spesso chiesta: è così che voglio vedere Katniss Everdeen? Mi ero abituata alle sue azioni avventate, che segue sempre il suo istinto, che non abbandona mai nessuno e in questo... è assente, la si vede vacillare, sottomessa al regime stretto del tredici e abbandona Peeta.
Nel primo libro si capisce che combatte per la sua vita, anche quando Peeta alza il pugnale per gettarlo nel lago,mentre lei aveva teso il suo arco contro il suo petto pronta a ucciderlo.
Nel secondo libro cerca di accettare di essere ancora una pedina di Capitol City. Fa di tutto pur di compiacerli ma questo non basta e passa notti insonni, con sogni terribili che la straziano e dilaniano la sua anima.
In questo ultimo libro la sua mente diventa sempre più fragile tanto che è palese per tutti che se vogliono che la Ghiandaia Imitatrice faccia il suo dovere dovranno cercare di liberare Peeta. Ma non sanno che ormai lui è perso, deviato. Al loro primo incontro in quello che dovrebbe essere un abbraccio di ringiungimento lui cerca di ucciderla. E fa male, non il dolore fisico, la gola arsa, che brucia, i lividi dove Peeta ha stretto. Fa male dentro che divora quel poco di sano che ancora c’è. Scappa, si allontana da lui certa che non potrà più tornare indietro, certa di averlo perso per sempre, che non sarà più quello di prima. Ha solo in mente la vendetta e poi … la morte.

‘’nel profondo del mio essere, mi rassegno al fatto che non tornerà mai da me. O che io non tornerò mai da lui. Che rimarrò nel Distretto 2 fino alla sua resa, andrò a Capitol City a uccidere Snow, poi morirò per il disturbo che mi sono presa. Mentre Peeta morirà pazzo, odiandomi.’’

Ma alla fine non accade. La vendetta sarà un’altra, perché se questo e ciò che sappiamo ci sbagliamo di grosso. Ho aspettato il faccia a faccia. È avvenuto ma in modo diverso.

‘’Snow scuote la testa, simulando disappunto. — Ah, mia cara signorina Everdeen. Pensavo che fossimo d’accordo di non mentirci l’un l’altro.’’

La quiete non arriverà mai. Gli incubi saranno sempre presenti ma lei sopravvivrà non grazie al fuoco di Gale intriso di odio e rabbia. Sopravvivrà grazie al giallo che significa rinascita per una vita che può essere ancora bella e solo Peeta può dargli tutto questo.

‘’Così, quando sussurra: — Tu mi ami. Vero o falso? — io gli rispondo — Vero.’’
Bello. Crudele. Indimenticabile.

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