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L'Aleph
 
L'Aleph 2014-05-26 18:57:54 Rollo Tommasi
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    26 Mag, 2014
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La Storia e le storie

I diciassette racconti racchiusi in questo libro sono indubbiamente particolari.
Il loro autore, del resto, è uno scrittore particolare... praticamente unico: considerato uno dei massimi narratori sudamericani (di Buenos Aires), citatissimo dai più eruditi tra i suoi colleghi (e già essere amato dagli scrittori, come scrittore, non è cosa facile), circondato di un'aura “speciale” (ancora trova spazio una diceria secondo cui, in realtà, non sarebbe mai esistito alcuno scrittore di nome Jorge Luis Borges).
La sua scrittura è colta, pregna e impegnativa, piena di rimandi ai miti e alla classicità (greci, romani, ma anche civiltà preellenistiche). Eppure la capacità di narrare è a suo modo essenziale, in grado di ripagare chi non la “teme”.

“L'Aleph” è una fucina di storie minori scovate nelle pieghe della Storia, o, in altri casi, di una Storia che accetta di “flettersi" verso storie minori. Che non è la stessa cosa.
Non stupisce allora di incontrare un Omero che, per aver bevuto alla fonte dell'immortalità, sembra essere diventato un personaggio di quell'Odissea che continua incessantemente a raccontare; né il soldato tedesco Otto Dietrich zur Linde, che in pieno 1943, si augura la prosperità di altri popoli mentre osserva la catastrofica caduta del suo Reich. Non meraviglia trovare la disputa teologica tra Aureliano e Giovanni di Pannonia (che in realtà scrivono le medesime cose) accanto alla storia di Droctulft, l'invasore longobardo che cambiò parte, accettando di morire al fianco dei ravennati invasi da quella che era stata la sua gente.
Non mancano racconti brevi e notevoli:
ne “I due re e i due labirinti”, un sovrano babilonese invita nel proprio regno un monarca indiano per poi farsi beffe di lui, ed infilarlo in un intricatissimo labirinto pieno di muri, porte e corridoi, da cui lo tirerà fuori solo quando l'altro, ormai scoraggiato, inizierà a pregare il suo Dio. Quando, per uno scherzo del destino, toccherà al re babilonese essere rinchiuso da quello indiano, si troverà in un labirinto senza corridoi né muri né porte... da cui però non riuscirà ad uscire;
nel geniale “La casa di Asterione”, costui riconduce al suo essere unico il motivo per cui tutti lo scansano e raccontano falsità sul suo conto: eppure, egli dice, quella enorme e spartana casa nella quale abita non è mai chiusa ad altri, e mai lui ricorda di aver recato offesa a chiunque. Solo alla fine, quando saranno altri a parlare, il lettore saprà chi è davvero Asterione e che conosce benissimo lui e la sua storia.

Racconti di genere “fantastico”: così lo stesso Borges, a margine del volume, classifica queste storie. Tuttavia non si tratta di quella definizione oggi comunemente usata per classificare un certo genere letterario, bensì di storie che giocano con lo spazio, il tempo, la memoria – a volte con tono dolente e altre con il gusto della sfida – fino a raggiungere dei sorprendenti paradossi.
Racconti certo non adatti a chi cerca una lettura leggera, o comunque non gradisce il tipo di erudizione di cui si è detto. Consigliati, invece, a chi non disdegna di... meravigliarsi.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
libri la cui forza attrattiva ha poi cercato in altri testi, ritrovandola di rado...
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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Una grandiosa esperienza stilistica: il linguaggio non è più mero strumento asservito al racconto, ma apre il suo incanto, diventa il precipuo oggetto della lettura. Quello dell'Aleph, forse, è il Borges più puro (e più alto).
Per intenditori! :-)
Testo impegnativo, ottima indicazione di lettura Rollo!
Bella recensione, Rollo.
Solitamente, chi ama leggere "non disdegna di ... meravigliarsi" !
D'accordo con tutti voi: lettura impegnativa, alta, ricca, "farcita", ripagante...

E' vero che chi legge cerca la meraviglia, Emilio, ma a volte non ê disposto a farlo con un sacrificio d'attenzione così elevato ;)
Una bella sfida dunque! Generalmente sono sempre appaganti e faticose. per me è stato così "Finzioni"
Non ho letto "Finzioni". "inquisizioni" invece non mi ha entusiasmato.
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