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Il signore delle mosche
 
Il signore delle mosche 2015-03-27 15:28:02 Mian88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    27 Marzo, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Intima riflessione.

Siamo abituati a vivere in una società civilizzata, con regole, punti di riferimento, ordine e misure idonee a mantenerlo, un sistema in cui ognuno vive con suoi scopi ed obiettivi assuefandosi, giorno dopo giorno, ai ritmi calzanti che ne scandiscono il tempo.
Golding con questo romanzo sconvolge le “carte in tavola”, il lettore viene posto dinanzi ad una realtà capovolta in cui i protagonisti sono dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni vittime di un incidente aereo di cui sono gli unici superstiti. Naufraghi su un isola dispersa nel “non si sa dove” questi cercheranno di darsi una organizzazione per sopravvivere, eleggeranno dunque un leader, identificato nella persona di Ralph, un ragazzo democratico e saggio che proporrà di accendere un fuoco sulla vetta della montagna così da creare una sorta di segnale di fumo e a cui si contrapporrà la figura dell’impulsivo ed aggressivo Jack. Il bisogno di cibo costituisce una delle primarie necessità a cui i giovani devono far fronte tanto che il bellicoso antagonista formerà un gruppo di cacciatori dediti alla raccolta di proteine nella foresta, individui che finiranno con l’essere sempre più assetati di sangue, violenza e prepotenza tanto da trascorrere le giornate con questo unico scopo: stanare ed uccidere i maiali nella selva.
Già da questo corollario si nota una prima evoluzione dell’umanità propria del genere umano, i protagonisti infatti posti in una condizione di inciviltà, di solitudine, di perdita dei punti di riferimento, degli insegnamenti del giusto e dello sbagliato trasmessi negli anni e nella conquista di una libertà mai sino ad allora avuta, si lasceranno sempre più sopraffare dalla nuova condizione abbandonando il passato e abbracciando questa nuova ed animalesca visione del mondo.
Quando poi una bestia misteriosa ne accenderà il timore, nascerà da un lato l’istituzione del “signore delle mosche” (una lancia su cui è stata immolata la testa di un maiale riempita appunto di tali insetti) e quasi simultaneamente dall’altro si formerà, capitanato da Jack, un nuovo gruppo dedito alla pura e semplice violenza, e quell’aggressività che precedentemente era rivolta esclusivamente ai suini arriverà a comprendere gli altri compagni di disavventura.
Anche la scelta di bambini quali protagonisti non è casuale in quanto non è altro che la dimostrazione del fatto che persino nell’innocenza si nascondono le debolezze, gli inganni, la violenza, il predominio, gli istinti animaleschi dell’essere umano adulto. Il contrasto tra bene e male è dunque netto, la stessa pacifica isola tropicale, sinonimo di pace, non esita a tramutarsi in un inferno di angoscia e brutalità gratuite al mutamento della condizione psicologica dell’individuo colonizzatore, un luogo dove non c’è spazio per speranza alcuna ma solo per il pessimismo assoluto verso quella stirpe evoluta che nascondendosi nella civiltà crede di aver dipanato taluni istinti quando al contrario questi sono incessantemente radicati in sé. Da questa considerazione di fondo la celebre frase “l’uomo produce il male come le api producono il miele”.
Stilisticamente l’opera si presenta a tratti farraginosa e confusa ma resta un componimento che merita di essere letto da tutti indistintamente. A distanza di una decina d’anni dalla sua lettura, ne ho un vivido ricordo.

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Commenti

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Bel commento, Maria.
Non ho letto questo libro proprio per l'argomento trattato.
Bel commento, come sempre. Non l'ho mai letto, veramente,anche se notissimo. Dovrei decidermi a farlo....
In risposta ad un precedente commento
Mian88
27 Marzo, 2015
Ultimo aggiornamento:
27 Marzo, 2015
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Grazie Emilio e grazie Annamaria per continuare a leggere le mie opinioni e per le belle parole che sempre mi riservate.
Emilio ti capisco, ho letto questo romanzo dieci anni fa su prestito di una mia amica che mi disse che un testo del genere andava assolutamente letto. Non sapevo di cosa parlasse e la trama non mi ispirava minimamente. Quando ne ho iniziato la lettura non sono rimasta affascinata dalla scrittura dell'autore tanto che a tratti perdevo il filo o comunque mi restava ostico proseguire e concludere il componimento, a questo però si contrappone il fatto che pagina dopo pagina l'intento dell'autore diventa sempre più palpabile e giunti alla fine l'insegnamento c'è e non si dimentica facilmente.
Annamaria, come già ampiamente scritto sopra non è un testo scontato e che scorre rapidissimamente ma merita di essere letto. Poi , alzo le mani, ci sta che ricordi male io e che in realtà si legga benissimo (è la maggiore difficoltà che ricordo di aver incontrato) però nonostante gli anni passati mi è inevitabile ogni volta che vi ripenso non soffermarmi sulla sua morale.
Grazie per la recensione. Avrei dato un punteggio più alto a questo capolavoro sgradevole per molti lettori, certo difficile
In risposta ad un precedente commento
Mian88
28 Marzo, 2015
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Nel mio caso la difficoltà che ho incontrato è la farraginosità a tratti della scrittura. Ovviamente posso ricordare male visto che sono passati anni dalla lettura, ma prevalentemente è questa la ragione per la quale non ho dato un punteggio più alto. :-) A prescindere grazie del commento e di aver letto la mia opinione in merito. Ritengo che sia un romanzo che tutti dovrebbero leggere a maggior ragione perché grazie alla sgradevolezza del tema trattato fa riflettere sulla realtà e condizione umana. :-)
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