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Una cosa che volevo dirti da un po'
 
Una cosa che volevo dirti da un po' 2017-01-01 20:01:10 68
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68 Opinione inserita da 68    01 Gennaio, 2017
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Viaggio al femminile tra memoria, speranza e rasse

Nella scrittura di Alice Munro Il tempo delle parole e delle emozioni, dei sogni e dei rimpianti, quel recupero di relazioni irrisolte o perdute sembra non scorrere e mantenersi sospeso, insondabile, in una attesa protratta.
Il tentativo di riappropriarsi di se' attingendo da un passato sofferto, che avrebbe segnato un futuro complesso nuotando in un mare di frammentarie memorie, non ha risposta, ne' mai l' avrà, l' interiorità è parte di un universo frammentario, alimentato da una caleidoscopica fragilità e sensibilità di un mondo femminile alla ricerca di altre certezze, oltre l' ovvio mostrarsi.
Le protagoniste di questi tredici racconti ( quasi totalmente al femminile ) scavano nelle pieghe della memoria attraverso gesti ripetuti, affetti negati, prolungati silenzi, un semplice sguardo, una passione fugace, la sofferenza della malattia, quesiti irrisolti, nella speranza di riacquisire un quid che in fondo non può cambiarle ne' soddisfarle, perse in una vita oggi incompiuta, incerta, crudele, ma che comunque parla di loro, descrivendole e caratterizzandole.
Ogni elemento, oggetto, parola, gesto, scoperchia un ricordo, un flusso dei sentimenti, e protagonisti scomparsi, dimenticati, riemersi, vecchie ferite riaperte, ma sfugge ad ogni definizione di sorta.
E quel tentativo di spiegazione riassunto e magistralmente rappresentato dal viaggio intrapreso per afferrare una " madre", la propria madre, ( da parte della protagonista dell' ultimo racconto della raccolta " Ottawa Valley " ma anche da parte della Munro stessa in riferimento alla propria madre ) per delimitarla e circoscriverla, quindi per liberasene, è impossibile, perché lei grava su ogni cosa, incombe, sovrasta, pur con contorni sfumati ed indistinti.
Questa seconda raccolta di racconti ( 1974 ) della Munro, scritta dopo venti anni di assenza al suo ritorno in Ontario, entra e scandaglia il complesso universo femminile sullo sfondo della solitaria e desertica provincia canadese con un linguaggio fermo, deciso, sobrio ed una forza espressiva che respira di eleganza e profondità ( e che in futuro ne sarà l' elemento precipuo ).
E' un viaggio attraverso età e figure contigue e contrapposte, madri, figlie, nipoti, sorelle, mogli, amanti, a ricostruirne l' essenza cercando di svelarne l' oggi attraverso una rivisitazione di luoghi, , relazioni, sentimenti, in uno spazio fisico e mentale che alterna flussi temporali, umori e respiri contrastanti.
Le vite di queste donne sembrano ridursi ad un ovvio mostrarsi, la quotidianità, gesti e parole che spesso non hanno corrisposto ad aspirazioni e desideri, ovattati da una condivisione apparentemente vestita di naturalezza e semplice agire, ma spesso travolta da imprevisti ( ineluttabili ), noncuranza affettiva ( sia maschile che femminile ) sogni dissolti e tragedie improvvise ed ingiustificate. ( " Cerimonia di commiato " ).
Si respira, tra le pagine, uno scorrere lento, una volontà di fuga da una realtà spesso deludente, un desiderio di libertà ma anche un' antitesi reale-ideale, quel trascinarsi verso un epilogo già noto e che lascia un senso di insondabilita' nell' indefinita complessità dell' universo femminile.
Viaggiamo accompagnati da slanci giovanili, desideri di madri, mogli tradite, dimenticate, conflittualità fraterne, la sofferenza della tarda età, e della malattia, la difficoltà nella relazioni con la figura maschile ( spesso interessata ad altro, volutamente assente o semplicemente diversa ).
L' essenza dell' animo femminile traspare, pur continuamente cangiante, insoddisfatta, impegnata a ridefinire e risolvere relazioni consumate e rapporti finiti, in una neo-rappresentazione di se' e degli altri e in un disperante desiderio di una armoniosa presenza ( che non può essere soddisfatta ).
Spesso la propria percezione del reale modifica gli eventi, ed i ricordi, e la rappresentazione delle persone, secondo le nostre esigenze, ma "....forse esistono dei contatti imperscrutabili che ci permettono di avere delle conferme...." ( " Venti d' inverno " ).
In fondo la vita non è che una continua ricerca, un' alternanza di segreti svelati e parti ovattate di se', un mistero irrisolto.
Ecco allora che:

" .....Quello che tiene ciascuno di noi legato ad una donna o ad un uomo può essere un dettaglio insignificante.... "
" ....Qualunque cosa si sarebbe rivelata altro da quello che sembrava.... "
" ....Il perdono famigliare per me e' un mistero, come sopraggiunge, come possa durare... "
" ....Era diventata una stella fissa in mezzo ad una miriade di esistenze itineranti, mutevoli, variabili... "
"."... il legame tra loro si era spezzato o forse sì era fatto invisibile.... "
" ....le donne devono credere che stia succedendo di più di quel che succede.... "

Sono queste le donne che la Munro sa descrivere così bene ed intensamente, diverse, antitetiche, multiformi, in continua lotta intestina ( Et e Char in " Una cosa che volevo dirti da un po' "), ma in fondo espressione di una sola voce che e' grido nel silenzio e nella complessità dei sentimenti e della vita e che ci raggiunge, chiara, lucida, espressiva, sospinta dallo spirito indomito di una fragilità apparente divenuta linguaggio ed espressione dominante.

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Commenti

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siti
02 Gennaio, 2017
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Ciao Gianni, bel commento che restituisce il significato della raccolta; bello poter leggere le impressioni altrui.
In risposta ad un precedente commento
68
02 Gennaio, 2017
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Ciao Laura, grazie per l' apprezzamento
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