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Il nero e l'argento
 
Il nero e l'argento 2014-07-08 15:23:26 Rollo Tommasi
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    08 Luglio, 2014
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L'inchiostro ed il ghiaccio

Nora e suo marito hanno tutte le caratteristiche dei trentenni dei nostri giorni (di chi è nato, cioè, negli anni '80). Ora hanno anche un figlio, il piccolo Emanuele. E' per questo che a fare da quarto elemento della famiglia subentra una pignola e onnipresente governante, la signora A., dalla coppia nominata Babette.
E' decisa (e scontata) l'insofferenza di moglie e marito per quella donna nella quale ogni pregio è anche un difetto: la sua capacità di mandare avanti i diversi aspetti della vita familiare è anche fonte di imposizioni mal sopportate; il suo affetto per il bambino sconfina nell'educarlo a modo proprio su certi aspetti della vita, e così via.
Ma i veri problemi per i due ragazzi iniziano quando Babette è costretta a lasciare il proprio posto in quella famiglia: nel suo corpo, un cancro sta iniziando l'opera di devastazione.
Se prima era la donna a prendersi carico dei problemi della giovane famiglia, adesso è la coppia a sforzarsi – per quanto possibile – di alleviare le pene della signora A., senza troppo riuscirvi: la mancata accettazione della situazione è, per quest'ultima, un'ulteriore dose di veleno per i giorni che restano.

L'opera terza di Paolo Giordano si sviluppa intorno a due temi intrecciati tra loro: il menage familiare di una giovane coppia e la progressione di un malattia incurabile. Sebbene si parli di un autore che ama cimentarsi con vicende di difficoltà esistenziale, di disagio, la sfida in sé non è semplicissima.
Allo scrittore torinese non manca padronanza della tecnica narrativa, nonché un proprio stile. In poche righe tocca a volte il “cuore pulsante” delle sensazioni umane – soprattutto “negative” - e riesce a farlo anche con una certa originalità (molto ben delineata, ad esempio, la parte in cui il protagonista maschile della vicenda enumera i pro e i contro di percorsi differenti: quello di chi, come lui, ha scelto l'amore alla possibile carriera all'estero e quello di chi, invece, ha fatto la scelta contraria, affiancando a sé una moglie straniera quale completamento del proprio sviluppo professionale).
Cosa manca, allora?
Dopo aver letto “La solitudine dei numeri primi” – l'opera che ha segnato il successo nazionale e internazionale di questo giovane scrittore – e “Il nero e l'argento”, si sarebbe tentati di dire che Giordano è uno scrittore “freddo”. Ma sarebbe una critica ingenerosa.
Piuttosto sono i personaggi che partorisce a sembrare freddi, distanti, o perlomeno lo è il modo in cui essi stessi si raccontano attraverso le pagine.
Non sarebbe altrimenti spiegabile, alla fine della lettura, quella residua sensazione di aver assistito a qualcosa di inappuntabile, ma che rischia di non rimanere. Tra un anno, nel guardare la copertina de “Il nero e l'argento”, potrebbe capitare di chiedersi di cosa parla...
… “Eppure l'avevo letto”...

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Commenti

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A me però la coppia è sembrata tutt'altro che insofferente nei confronti della signora A. La mia impressione è che Giordano abbia già detto tutto quello che aveva da dire con La solitudine dei numeri primi.
Ho premesso, nella recensione, che i protagonisti del romanzo sono "trentenni dei nostri giorni": sanno di aver bisogno di una donna "vecchio stampo" che si prenda cura di loro, ma nel contempo sono in sintonia nel criticare la sua "vetusta" antipatia per il cibo precotto e non preparato in casa, o l'affermazione che un ragazzo non può vivere digiuno di religione. E' il comportamento di una generazione in cui includo anche la mia (quella dei 40enni): non così forti da comprendere e tollerare la diversità, e al limite i difetti, altrui; non così coerenti da fare da soli quelle cose che reputano fatte male da altri.
E' un discorso lungo... ogni generazione ha le sue caratteristiche, figlie dei tempi...
Quanto a Giordano, ti dirò che questo libro mi è piaciuto più del primo... Che mi fece interrogare lungamente sul perchê certe storie ottengono successo.
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