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Il Passato è una terra straniera
 
Il Passato è una terra straniera 2014-08-03 10:08:26 mariaangela
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Stile 
 
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    03 Agosto, 2014
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Che stai facendo? Che stai facendo?

Il racconto di una discesa negli inferi dei comportamenti umani. E non solo.
“Poi il mondo, il mio almeno, ebbe un’accelerazione improvvisa.”

Un’amicizia pericolosamente eccitante e coinvolgente che non sai dove ti condurrà, capace di farti dimenticare che tuttavia, lì, proprio, non vorresti essere condotto.
Un rapporto segreto ed esclusivo consumato in squallide bische e con squallidi individui che non vorresti mai più rivedere.
“Ci sono molte cose che non ho mai saputo, di lui.
Fino a una notte nelle vacanze di Natale del 1988 la nostra conoscenza era stata del tutto superficiale.

Fino a quella notte, nelle vacanze di Natale del 1988, ci eravamo soltanto sfiorati.”

La sensazione di onnipotenza, provare che tutto è possibile e anche facile da conquistare.
Tutto meravigliosamente perfetto, mentre intorno volti e sentimenti e legami iniziano a sgretolarsi e a scomparire.
Il realizzare troppo tardi quella sensazione di claustrofobica ansia di non riuscire a tornare indietro, il non riconoscersi nei propri pensieri e nei propri comportamenti e sentire più forte il bisogno di proseguire comunque nel cammino verso la distruzione.
Sentirlo chiaramente quell’attimo nella vita in cui tutto cambia per non ritornare.
La purezza persa per sempre. Prenderne coscienza in un momento, ma essere già saltati dal precipizio. Cadere.
“Io andavo incontro al mio destino. Definitivamente.”

La vergogna, di non saper dire di no.

Ma parallelamente avvengono altri fatti, in una Bari notturna, solitaria e minacciosa…caratterizzata anche da androni umidi e puzzolenti di urina di gatto… che Carofiglio sa raccontarci in modo così dettagliato, tanto che mi chiedo se l’ho visitata almeno una volta… cosa accade veramente…chi sono questi altri personaggi che intrecciano la storia di Giorgio e Francesco…l’elemento thriller si sovrappone all’altro racconto.
“Non muoverti e conta fino a trecento.”

I personaggi normalmente pochi ma netti e precisi.
Il legame che si instaura in un istante.
Loro che ti sorprendono sempre.
La narrazione intervallata da momenti di inattesa allegria, estemporanea. Per ritrovarti, già di nuovo, faccia a faccia con gli eventi.

Gianrico Carofiglio è una scoperta che si rinnova, la sua compagnia sempre dolce e accogliente. Insomma....non dico altro.

“Il passato è una terra straniera: le cose avvengono in modo diverso da qui.”

Buon Gianrico Carofiglio a tutti.

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Commenti

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Recensione convincente. Dopo la delusione di "Ad occhi chiusi" darò un'altra chance a Carofiglio, magari cambio idea.
In risposta ad un precedente commento
mariaangela
03 Agosto, 2014
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"Ad occhi chiusi" è stato uno dei romanzi di Carofiglio che più ho apprezzato e goduto. Forse le mie rece non sono proprio sulla tua stessa lunghezza d'onda!
Ciao Cristina e grazie
Buone letture Mariangela
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