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Un adulterio
 
Un adulterio 2017-07-13 16:04:50 Mian88
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
2.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Luglio, 2017
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Erri & Clementina

«Restava solo lo sforzo di esistere, lo sforzo inutile, il costo, il peso, l’ansimare, il volere, la faticosa rapina di un attimo appresso all’altro, inghiottire l’aria, inghiottire il proprio respiro. Tutto ciò non appena staccava le mani dal corpo di quella donna, come si stacca la spina di un apparecchio dalla corrente e inizia il consumo dell’energia accumulata. Tanta? Poca? Possibile, già agli sgoccioli?» p.26

Erri e Clementina non possono resistere a quella passione che li travolge e consuma. E’ impensabile. Il loro è un amore che brucia, che esige di essere vissuto anche se questo significa compiere un adulterio. Un adulterio che è ultimato consapevolmente, senza indugio alcuno, senza rimpianto e senza rimorso. Il tutto si dipana e sviluppa nel lasso di tempo di un fine settimana su un’isola che, con i suoi colori e profumi, fa da cornice a questo sentimento irresistibile.
Da queste brevi premesse ha inizio l’ultimo romanzo di Edoardo Albinati, uno scritto che assume le forme di un lungo racconto, che si esaurisce in appena 126 pagine e poche ore di scorrimento. Il tema trattato, al contempo, non spicca di originalità essendo quella del tradimento una della problematiche che sono maggiormente ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi.
Il testo dell’autore si distanzia dai consueti elaborati, incentrati sulla inevitabile e successiva conseguenza del gesto compiuto, per il fatto che detta passione si distacca dal senso di colpa: il desiderio sessuale è legittimato ed avvalorato da quella trasgressione e pulsione inarrestabile a cui è inimmaginabile far fronte. L’amore, è secondo questa prima analisi, un qualcosa che dovrebbe essere vissuto senza vincolo alcuno, e a prescindere dagli effetti che le nostri azioni possono arrecare a noi stessi quanto a chi ci circonda.
Ed è da qui che “Adulterio” si sofferma e muta la propria prospettiva: la storia dei due protagonisti, come altre relazioni clandestine della realtà, non riesce a sopravvivere a questi due giorni di paradiso apparente. Perché l’amore è un legame affettivo e come tale ha bisogno di confini, di progetti, di stabilità ed anche e non di meno di fedeltà reciproca. Amare è rispetto, condivisione, emozione e non umiliazione, menzogna, inganno.

«Ora che lo avevo per le mani non lo desideravo più ma mi sembrava stupido lasciarmelo sfuggire. Si, eri forse tu quella persona attesa, ma oramai con te potevo solo commettere adulterio. Infrangere qualcosa invece che costruirlo» p. 123

Ancora, Albinati ci fa riflettere su quelle che sono le opportunità della vita, su quelle tentazioni che soventemente ci mettono alla prova con la loro attrazione fatale. Da qui sono introdotti quei limiti imposti dalla coscienza, dalla morale, dagli insegnamenti di vita ricevuti. Perché paradossalmente, rispetto all’impostazione della storia narrata che potrebbe sembrare un inno alla libertà, l’amore ha bisogno di vincoli, di relazione, ha bisogno di essere coltivato giorno dopo giorno, di maturare e crescere sotto il sole e sotto la tempesta.
A ciò si somma uno stile narrativo scarno, diretto, breve che conquista soltanto a tratti. La lettura, vuoi per le argomentazioni trattate, vuoi per brevità, resta sospesa tra i due poli della piacevolezza e non.
Si apprezza per la morale ma non necessariamente per la successione degli eventi che tendono a calcare la mano – volutamente – sulla sfera dell’intimità fisica.

«Ma non la chiedo, non la esigo, la felicità. Non la merito. Quella che mi hai dato u in questi giorni già mi sta schiacciando. Mi leva il fiato. Sono priva di forze dopo due giorni appena. Appena mi sento felice, subito divento triste, te ne sei accorto? Te ne sei accorto amore mio?» p. 124

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Commenti

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Propendo per il no...
Molti leggono questo libro, ma quasi tutti ne escono insoddisfatti. Gira e rigira l'argomento non è affatto originale. Se poi la scrittura non brilla... Contento di lasciare.
Comunque utile la tua recensione, Maria.
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Mian88
14 Luglio, 2017
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Idem. Ormai lo avevo tra le mani (non era nemmeno mio), mi son detta "leggiamolo" ma a parte la presuna morale, non ne vale la pena.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
14 Luglio, 2017
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Son sincera Emilio, ci sono incappata per caso, è un libro che non è nemmeno mio tanto che appena letto l'ho restituito al proprietario. Ormai lo avevo, mi son detta "Albinati non lo conosco, proviamo". Ecco. Anche no.
Non è un tema che si avvicina alle mie corde, senza contare che oltretutto non mi ha colpito nemmeno la scrittura. Se non fosse stata per la presunta morale sarebbe stato proprio un no.
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