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Stoner
 
Stoner 2013-05-15 15:15:58 calzina
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
calzina Opinione inserita da calzina    15 Mag, 2013
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UNA PENNA D'ORO

Ho adorato la penna di John Williams, l’autore di questo romanzo. Si percepisce nel suo stile un velo di ricercatezza linguistica e stilistica davvero insoliti. Attraverso l’uso magistrale della scrittura, William, riesce a catapultarci dritto nella vita di William Stoner, il protagonista di questo romanzo.
Terminato il libro ho dato una breve letta alla biografia di questo scrittore, e credo si possa affermare che in questo romanzo siano presenti note autobiografiche dello scrittore; le umili origini che accomunano entrambi ne sono un esempio.
Stoner attraversa una fase profondamente travagliata allo scoppio della prima guerra mondiale, sebbene i suoi amici le incitino ad arruolarsi insieme a lui, egli decide di non farlo. Durante il conflitto uno dei suoi più cari amici perirà e perfino il suo professore più “vicino”, pur dichiarandosi contro l’intervento americano in guerra, subirà una grossa trasformazione psichica in questo periodo. Una coltre di tristezza lo avvolgerà tramutandolo profondamente.
E’ difficile non pensare che la partecipazione dello scrittore nel secondo conflitto mondiale abbia reso tale descrizione talmente sentita da farne respirare appieno il dolore che solo la guerra può dare.
Tanto si è scritto di questo romanzo. Perfino Peter Cameron ha scritto una postfazione del libro.
Non ho ravvisato però in alcuna opinione i tratti di Stoner che più hanno colpito me; segno del fatto che questo romanzo sia veramente un capolavoro, poliedrico al punto di prestarsi a tante interpretazioni.
La vita, seppur apparentemente banale, di Stoner, in realtà, nasconde una realtà alquanto diversa.
Non credo ad uno Stoner privo di emozioni, non credo ad uno Stoner apatico. Credo invece che Stoner costringa se stesso all’apparenza e alla superficialità. Se ci si impone di vivere i sentimenti, di non immergersi dentro di essi, non si rischia di soffrire. Certo però che questo vuol dire anche non provare felicità.
L’unico momento in cui Amerà e Soffrirà sarà quando deciderà finalmente di togliersi questo velo di insofferenza verso se stesso, avvicinandosi con il cuore ad una persona.
Ma perché Stoner ha deciso di precludersi la vita gustandola appieno? Perché? Credo che un nodo cruciale per una risposta sia scritto nella prima parte del romanzo, quando Stoner “lascia” la famiglia e decide di diventare un insegnante. Questa è stata la prima vera imposizione fatta a se stesso. Una bugia, uno stereotipo della società che vedeva nella vita da docente o da intellettuale una vita NORMALE. Fatta di tranquillità, benessere e famiglia. La vita di campagna, invece, quella dei genitori, una vita fatta di sacrifici, una vita per cui lavori la terra finchè la terra fino al giorno in cui la terra reclamerà il tuo corpo morto.
Anche io, come Stoner, ho una mamma e un babbo che lavorano duramente la terra. E come Stoner, grazie ai sacrifici dei miei genitori, mi sono prima diplomata e poi laureata. Ovviamente le epoche storiche sono diverse, ma oggi come allora provenire da una famiglia contadina crea diversi pregiudizi, lo garantisco io. Ma mai e poi mai i miei studi hanno rappresentato per me la volontà di “elevarmi” ad un mestiere diverso per sentirmi più “uguale” alle altre persone.
Il desiderio di poter scegliere nella propria vita non ha eguali, la libertà di pensiero, poi, ne è assolutamente il cardine. Stoner si è precluso in una prigione, ha vissuto attraverso le sbarre che si è costruito intorno, ben conscio che al di fuori si rischia di mettersi in gioco. Amare e soffrire, gioia e dolore, non è forse il loro alternarsi il vero senso dell’esistenza?
Consiglio a tutti questo romanzo, lo leggerete tutto d’un fiato.

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Commenti

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Che recensione meravigliosa, quanti sentimenti! Brava!
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calzina
15 Mag, 2013
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grazie mille Sharma, sei davvero troppo gentile :-)
Infatti gli studi dovrebbero servire ad affermare la propria individualità, per non uniformarsi alla mentalità gretta delle masse (quella, per esempio, che snobba i contadini). Bella recensione!
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calzina
15 Mag, 2013
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grazie cristina, concordo in pieno con te :-)
Hai scritto una recensione che ho letto con grandissimo piacere. Da essa traspare "te stessa", il tuo credere, ...e permettimi di dirti...il ...quanto sei bella dentro...e credimi: io sono sicura che lo saresti stata anche senza gli studi, che si! ben vengano...Ma la saggezza e il buon senso che tu ci mandi viene dal tuo profondo, dalla tua educazione innanzitutto, dal tuo essere... e poi ben venga anche la cultura che hai avuto la fortuna di veder accrescere in te.
Con stima e simpatia, Pia
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calzina
15 Mag, 2013
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grazie Pia, mi hai fatto commuovere, non stò scherzando, sei davvero tanto cara.
sono d'accordo con te. alla base di ogni persona c'è l'educazione e sicuramente l'animo. Lo studio (inteso nel senso ampio del termine ) non dà dignità alle persone, ma le arricchisce enormente.
Lo spessore poi di ogni individuo è dato da altro, quello dipende anche dal lavoro che ognuno di noi fa (magari a fatica) su se stesso.
Ho dei genitori magnifici e devo assolutamente ringraziarli sia per avermi permesso di studiare, ma sicuramente ancorpiù per avermi trasmesso il senso vero delle "libertà" e del valore di ciò che siamo e che ci stà intorno.
grazie mille Pia :-)
Grazie a te di esserci :))
Pia
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JUNE
15 Mag, 2013
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tema attualissimo,molte persone vivono in una gabbia di questo genere..condivido in pieno che mai niente sarà più vivo,vero e appagante di scegliere con la propria testa e personalità rischiando nel sentimento,tutto il resto é terra morta ;)
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calzina
15 Mag, 2013
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Soprattutto credo non sia vita, semplicemente sopravvivenza.
Bella recensione, brava .
Un libro che ho veramente adorato, probabilmente il più bello letto l'estate scorsa, bello proprio per la finta semplicità che si nasconde in questo romanzo e che tu hai colto benissimo.Ancora brava !!!
Vedrai sentirai presto la mancanza del signor Stoner .
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