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Il profumo
 
Il profumo 2013-07-08 12:30:19 GiammarcoCamedda
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4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
GiammarcoCamedda Opinione inserita da GiammarcoCamedda    08 Luglio, 2013
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"Il profumo" di Patrick Süskind

Ci troviamo in Franca nel già avviato '700. Un genio, in altro modo non possiamo definirlo, dall'olfatto enormemente amplificato e acuto desidera conoscere tutti i profumi di questo mondo, catalogarli nella sua mente e mai scordarli. La sua psiche vive e si nutre degli odori: e diciamo odori perché per lui il profumo di una donna o il puzzo di feci umane o animali non fanno differenza. La particolarità del protagonista, un tale di nome Jean-Baptiste Grenouille, è che l'olfatto è il suo alfa e omega, la sua vista e tutti i suoi senti, la vita e la morte e la consapevolezza della fragilità e inutilità dell'uomo. Grenouille è colui che con gli odori domina l'uomo, domina il suo spirito, la sua mente e il suo corpo. Inizia la storia quando lui nasce, sotto il bancone di un pescivendolo dove la madre lo abbandona. Qui inizia il suo percorso in cui senza pochi imprevisti si addentrerà nel mondo degli odori, e per suo dispiacere, nel mondo degli umani. Esatto, gli umani da lui tanto disprezzati, non per i loro odori, ma per il loro essere, infinitamente subdolo e inutile. L'umanità di questo romanzo è la cosa più sconvolgente e attraente di tutte, perché con il semplice olfatto veniamo a conoscenza di un mondo non fatto di immagini e di semplice superficialità, ma di tutta l'essenza racchiusa in essa. Sembra quasi un racconto sensista, seguendo le orme di Condillac o persone del genere, in cui le sensazioni, in questo caso l'olfatto, ci fanno scoprire una realtà, la nostra realtà, in chiave diversa. Con il naso di Grenouille ci immergiamo all'interno di tutto ciò che ci circonda, e ne rimaniamo prigionieri, quasi incatenati per sempre. Lui, che con i suoi magici miscugli (eufemismo per odori) ci propone una sua visione perfetta, indistruttibile e instancabile del mondo. Sempre lui, con i suoi pensieri, con la sua solitudine e il suo mondo inventato, ci travolge di passioni e di amarezza nei confronti del mondo. La ridicolezza dell'uomo, che se ne approfitta di lui, basti pernsare a Grimal, Baldini e il marchese de la Taillade-Espinasse, che nell'imbroglio pagano le loro pene con la morte. Sembra quasi un inviato da Dio, questo Grenouille, dove passa lui non cresce niente, solo l'odore delle sue creazioni. Le parole con cui il paesaggio francese ci vengono prospettate è travolgente. Basti pensare ai dettagli che il signor Süskind mette all'interno di essi: il verde degli alberi, il vento che viene dal mare, la scia che le persone lasciano dietro di loro, la tranquillità della quiete e del protagonista, sono tutti segni della per riuscita trasparenza della realtà di fronte a noi. Forse è vero che non bastano gli occhi per vedere, non bastano le orecchie per sentire e un cervello per analizzare. La superficialità velata con il quale Grenouille descrive il mondo e le persone che lo abitano, viene oltrepassata fino alla carne e alle ossa dal naso del protagonista, così che una qualsiasi persona brutta (quale lui è, scusate se lo dico adesso), diventi ciò che è e non ciò che sembra. Ovviamente, questo romanzo, scritto nel 1985, anticipa alla stragrande le problematiche attuali: a partire dagli adolescenti che si soffermano a ciò che vedono e basta, fino ad arrivare ai più vecchi che credono in qualcosa di profetico quando in realtà non è così. Ho apprezzato tantissimo, ripeto, l'umanità del protagonista, che in una parola, come leggerete nel romanzo, e come tutti gli uomini, sogna; sogna e immagina di essere un Dio onnipotente, un Dio onnipresente e invincibile, grazie a questa sua dote. L'umanità con cui questo ci viene prospettato, attraverso i pensieri e i sogni del protagonista è la scena più bella del romanzo, più commovente e più forte. Perché in fondo, noi siamo ciò che siamo, e non ciò che sembriamo. E nella sua povera vita, Grenouille lo aveva capito; voleva farlo capire a tutti, ma nessuno darebbe ascolto a lui, un povero genio che non conosce bene nemmeno la sua lingua, un semplice garzone e profumiere. Non sei niente finché non scopri qualcosa o fai qualcosa di grande, quando ogni uomo dentro di sé racchiude ciò che di più forte può mostrare. Questo è ciò che per me ha significato il romanzo.
La trama è scorrevole, molto scorrevole, e la lettura è piacevolissima. Il protagonista rimarrà ben impresso nella mia mente per parecchio tempo, forse per sempre, proprio come i suoi odori. La naturalezza del suo essere è stupefacente. Un ultimo commento, a favore dello scrittore, è che sia riuscito a scrivere un romanzo basandosi solo su una persona, una persona unica, che nel suo essere, è speciale. Questo fa di lui un ottimo scrittore, poiché è difficile focalizzare l'attenzione su un unica persona e nei suoi cambiamenti. Di conseguenza, consiglio questo romanzo, il quale è alla portata di tutti.

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