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Il grande Gatsby
 
Il grande Gatsby 2014-07-12 14:23:33 BeaBonheur
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
BeaBonheur Opinione inserita da BeaBonheur    12 Luglio, 2014
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Una grandezza da capire: Gatsby come Fitzgerarld?

Tutto è stato detto su questo romanzo ma mi permetto, nel mio piccolo, di esprimere la mia.
Credo che la sostanza del Grande Gatsby non sia così apparente a prima vista ma che vada rintracciata in profondità. Mi spiego meglio: ad una prima lettura questo può risultare un libro non particolarmente dotato. Smentisco questa credenza comune affermando che tutto di quest'opera va compreso con un'attenta analisi. E per comprenderlo abbiamo bisogno di ancorarci alla stessa esistenza dell'autore, nella quale personalmente rintraccio numerose analogie con il protagonista stesso.
Entrambe le loro sono vite condotte sul filo del rasoio. Vite di apparenza, di ostentazione, nelle quali però entrambi, al tramonto del giorno, si ritrovano soli e infelici.
La grandezza del sogno americano non ripaga, in questo caso, con una vita piena e sazia, ma dona a entrambi una gloria evanescente, la quale inizia a dissolversi dal momento in cui si tenta di grattare questa scorza luccicante.
Questo è Gatsby: il protagonista di una vita fatta di scintillii, apparenze, mistero e solitudine. Una vita senza vere presenze, fatta eccezione di Daisy.
Questo è Fitzgerald: l'autore di un romanzo specchio. Il protagonista della sua vita di apparenza, che supera il romanzo e viene condotta in un mondo di eccessi e sfarzi, nella cui profondità però non risiede altro che inquietudine e insoddisfazione.
A mio parare così va letto Il Grande Gatsby: cogliendo il suggerimento che proviene dallo stesso Fitzgerald. Ovvero, che non dobbiamo fermarci alla soglia velata ma indagare e smascherare un mondo che tutto è tranne che vero.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi vuole addentrarsi nelle ambiguità del sogno americano attraverso un breve affresco brillante ed elegante.
A chi ha intenzione di scoprire un Mito.
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170
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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Bea, il tuo commento mi è piaciuto molto. La bellezza del romanzo sta anche nella sua complessità, ambiguità. L'autore probabilmente avverte il fascino del mondo e degli ambienti che rappresenta, ma (forse inconsciamente) ne delinea anche il vuoto, la carenza di autenticità. Pertanto rappresenta una classe sociale, un'epoca, e, nel contempo, una critica verso i limiti di esse. Il tutto come 'vissuto' dall'interno. E' ciò che i libri di storia non possono darci.
Interessante l'idea di base della tua recensione (e per la "decodificazione" del libro), ovvero quella del romanzo-specchio.
Avendo letto di recente questo libro di Fitzgerald, continuo a pensare che il messaggio non sia, in fondo, particolarmente originale... ma è espresso in uno stile davvero "enorme".
"ciò che i libri di storia non possono darci"... A conferma di questa tua affermazione, Emilio, lo spezzone di un recente documentario ha detto di questo autore che ha raccontato le classi sociali americane degli anni '20.
In risposta ad un precedente commento
BeaBonheur
13 Luglio, 2014
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Hai perfettamente ragione. Credo che l'autore attraverso questa storia abbia voluto esprimere il suo sentimento di amore/odio verso tal tipo di società, tanto affascinante quanto falsa nella sua bellezza effimera.
Personalmente ho percepito questa irresistibile attrazione malata. Questo ossimoro che alimenta una passione malsana.
Grazie, Rollo, dell'informazione.
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