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Stoner
 
Stoner 2014-09-24 15:18:39 Elisabetta.N
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    24 Settembre, 2014
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Cosa ti aspettavi?

Cosa ti aspettavi?

Stoner potrebbe essere identificato come l’uomo comune, ordinario, la cui vita è lineare, senza mai una novità, mai completamente felice né completamente triste.
Stoner è un individuo che subisce gli eventi.
Gli viene detto che deve andare all’università e lui ci va.
Gli viene offerto un posto di lavoro all’università e lui accetta.
Gli capita davanti una bella ragazza e lui la vuole sposare.
Stoner non si impone se non in qualche occasione in cui le sue azioni risultano dettate da un emozione che lo estrania dal corpo (quindi non completamente sue) e dalla quale si risveglia sempre abbastanza velocemente.

Stoner è comunque una figura positiva anche se, a mio avviso, eccessivamente passiva. Anche gli eventi storici come la prima e la seconda guerra mondiale lo sfiorano appena dandogli solo un leggero senso di inquietudine e di estraniamento, ma nulla più, come se facesse fatica ad accettare che qualcosa all’esterno del suo mondo è cambiato.
Nonostante tutto ci ritroviamo a fare il tifo per lui contro l’odiosa moglie (ma come avrà fatto a sposare una donna del genere??) e contro il perfido Lomax.
E ci ritroviamo a sorridere per le piccole rivincite e soddisfazioni che, nel suo piccolo, si prende il nostro beniamino.

Non posso descrivere lo stile di Williams. Credo che chi riesca a trasformare una vita povera di eventi in un romanzo degno di questo nome e conferisca ad esso una scorrevolezza e una ricchezza di linguaggio, sia uno scrittore degno di essere ammirato.
Confesso di non aver capito tutte le citazioni letterarie al primo passaggio all’interno del romanzo, ma questo non ha rallentato più di quel tanto la lettura.

Non posso definire questo romanzo piacevole nel vero senso della parola, ma sicuramente è un romanzo che ti fa riflettere sulla vita.
Quando Stoner cerca di riassumere la sua vita dice ”Cosa ti aspettavi?”. Viene spontaneo, una volta lette queste 3 parole, porsi la stessa domanda e le risposte sono infinite…

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Commenti

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Complimenti, Elisabetta, per la bella recensione.
Non ho ancora letto nulla dell'autore, che dicono interessante. Con quale libro cominciare?
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Elisabetta.N
25 Settembre, 2014
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Io l'ho scoperto proprio con Stoner.
Devo dire che questo libro è interessante, forse alcuni passaggi sono un po' complessi se si considerano le citazioni letterarie non comprensibili a tutti, ma non so se questo riguarda tutti i suoi libri o solo Stoner essendo il protagonista un professore universitario..
Sicuramente leggerò qualcos'altro di suo.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
25 Settembre, 2014
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Grazie, Elisabetta.
Stoner è un perdente di successo perchè saldamente ancorato al suo destino. Apparentemente perde tutte le sfide della vita, ma la sua saggezza innata e contadina gli consentono di lasciarsi semplicemente e naturalmente trascinare dal corso delle cose e dunque di mantenere un'accettabile livello di serenità anche nel mezzo della tempesta. Un modo di comunicarci che il nostro affannarci quotidiano è spesso inutile e fuori luogo. Una prospettiva che un po' ci irrita, un po' ci inquieta, un po' ci affascina.
In risposta ad un precedente commento
Elisabetta.N
13 Ottobre, 2014
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Sarebbe sicuramente un vita più felice se tutti riuscissimo ad accettare le cose come stanno invece di affannarci a cambiare tutto... ma non credo che sia nella natura dell'uomo...
Inoltre credo che la personalità di Stoner sia eccessivamente passiva... non bisognerebbe combattere per le cose che si amano? Impegnarsi per cercare di trasformare i propri sogni in realtà?
La vita è dura e a volte crudele, non ci offre le cose su un piatto d'argento (se non in pochi e rarissimi casi) e spesso sono più le delusioni che si incassano che non i successi... ma ci sono dei momenti in cui ti guardi indietro e dici a te stesso che ne valeva la pena...
Ecco, credo che si esattamente questo che manca in Stoner, quel minimo d'impegno per far funzionare le cose, e, di conseguenza, quell'appagamento per una cosa che "ne valeva la pena"...
Per quanto riguarda la saggezza innata e contadina, non so... Anche il contadino deve impegnarsi affinché crescano le sue culture. Se cercasse di accettare il corso degli eventi, crescerebbero solo erbacce perché non si curerebbe di proteggere le piante dagli insetti che le divorerebbero e non cercherebbe nemmeno di prevenire una grandinata "sparando al cielo" (pratica vecchia, ma dalle mie parti si usa ancora...)
Insomma, credo che ci vorrebbe un equilibrata via di mezzo...
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