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Io prima di te
 
Io prima di te 2016-06-14 18:24:54 lapis
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    14 Giugno, 2016
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Possibilità

Pur avendone sentito parlare molto, anche in termini particolarmente positivi, qualcosa mi ha sempre trattenuto dall’affrontare questo libro. In parte il pregiudizio di trovarsi di fronte al solito romanzo d’amore che strumentalizza i sentimenti, facendo leva sul delicato tema della malattia e della morte. In parte il timore che, nel caso fosse invece riuscito a toccare le corde del cuore, mi sarei ritrovata in una valle di lacrime. Che poi è quanto effettivamente è accaduto. Ma ne è valsa la pena.

Di cosa parla questo romanzo?

Parla d’amore. Un amore che nasce a poco a poco tra due persone profondamente diverse ma che, in qualche modo, non stanno vivendo appieno la loro vita. Louisa forse nemmeno lo sa e si rifugia nella sicurezza della sua cittadina di provincia e nelle confortanti mura domestiche, senza chiedersi se e cosa potrebbe fare, per non esporsi al rischio di essere nuovamente ferita. Will invece lo sa perfettamente perché prima dell’incidente che lo ha inchiodato a una sedia a rotelle, impedendogli qualsiasi movimento dal collo in giù, la vita la amava, la assaporava, la aggrediva con tutte le sue forze. E adesso spera solo nella morte.

Parla di scelte. Scegliere di non vivere. Quando le tue giornate implicano una sofferenza fisica da cui non puoi liberarti nemmeno per un istante. Quando non puoi più alzare la mano nemmeno per dare una carezza. Quando uscire di casa significa sopportare costantemente sguardi curiosi, pietosi o fintamente indifferenti. Quando pensi che la tua vita inchiodi chi ti ama a un futuro di assistenza, limitandone le possibilità. Quando tutti i posti del mondo, anche i più belli, ti ricordano quello che eri e che non sei più.

Parla di doni. E quello che tanto commuove è scoprire che proprio chi crede di non aver più nulla da donare, perché ha bisogno di essere lavato, imboccato, accudito, è chi fa il regalo più grande: Will insegna a Louisa a vivere, a credere in sé, a non avere paura. Come può chi ha tanta sofferenza nel cuore riuscire a guarire le ferite del tuo? Come può chi non vede più futuro riuscire a cambiare il tuo, ad aprirti la mente e darti al forza per sfidare il domani? Ecco che le parole amore e generosità assumono un significato nuovo, che fa bene e male allo stesso tempo. Perché non ci sono risposte possibili e sogni realizzabili.

La forza di questo romanzo non sta tanto nella storia, semplice e fondamentalmente prevedibile nel suo sviluppo, ma nel trattare un tema così attuale e importante con sentimenti delicati e una straordinaria capacità di immedesimazione. Jojo Moyes non vuole offrire soluzioni o supportare posizioni, ma semplicemente trasmettere emozioni vive e intense, capaci di entrarti sotto pelle: la gioia negli occhi di Will, che brillano nello scoprire una luce nuova in quelli di lei; la tenacia di Louisa, che lotta contro il tempo per convincerlo delle possibilità che la vita può ancora offrirgli; la sofferenza di lasciar scegliere chi si ama. Al lettore non rimane altro che viverle, sorridere, commuoversi e soffrire, diventando parte integrante della storia, e così facendo, magari, interrogarsi su cosa possa significare vivere in prima persona queste situazioni.

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Commenti

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Allora
19 Settembre, 2016
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Grazie per la bellissima recensione, anche se non mi trovo d'accordo con il fatto che l'autrice non prenda posizione rispetto al tema dell'eutanasia. Al contrario trovo che che la posizione sia velata, ma definitiva e implacabile...quasi pericolosa per chi non la sa riconoscere.


In risposta ad un precedente commento
lapis
23 Settembre, 2016
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Ciao Alessandra, grazie innanzitutto per l'apprezzamento.
Credo che la forza del romanzo stia di fatto nella sua straordinaria capacità di immedesimazione ed, in questo senso, entrambe le sensazioni dei protagonisti sono vere e tangibili. Ne percepiamo i sentimenti, le diverse posizioni e il comune dolore, perchè questa situazione non offre soluzioni.
Quello che volevo dire è che immedesimarsi in loro significa forse provare a riflettere magari in modo diverso su un tema su cui, in fondo, è difficile parlare senza averlo vissuto in prima persona.
Poi hai ragione, già nella scelta di come costruire la storia, l'autore permea di fatto il proprio pensiero.
Grazie ancora per il tuo commento.
Ciao, Manuela
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