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Giorni di fuoco
 
Giorni di fuoco 2016-08-07 16:48:26 Giovannino
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    07 Agosto, 2016
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La battaglia di Los Angeles.

Los Angeles, primavera 1992, dopo un lungo inseguimento in autostrada viene fermato dalla polizia un tassista afroamericano di nome Rodney King. Nonostante il tassista non faccia alcuna resistenza all'arresto viene comunque pestato, ed il tutto è ripreso da un videoamatore che poi vende il video alle TV nazionali. I poliziotti vengono processati ma, come spesso accade in America in queste situazioni, le fanno franca. La gente afroamericana così decide di reagire all'ennesimo sopruso da parte delle forze dell'ordine e per diversi giorni mette a ferro e fuoco la città.

Questo è il contesto in cui si dirama il romanzo di Ryan Gattis, scrittore noir emergente della scena americana. Logicamente questo è solo l'ambiente circostante (solo è un eufemismo....) perché poi all'interno di LA, così come in molte altre città americane, la scena gang criminali è sempre purtroppo molto presente. E quindi quale migliore occasione per risolvere un pò di conti in sospeso?

E così ecco che capitolo dopo capitolo (ogni capitolo si apre con un nuovo personaggio narratore) entrano in scena i vari: Payasa, Momo, Ernie, Rivera, Lil Creeper, etc etc. Ognuno con il suo obiettivo da compiere, ognuno con i suoi uomini da uccidere, ognuno con i suoi cari da vendicare. Los Angeles è un campo di battaglia e la polizia è impegnata a mantenere l'ordine pubblico, quindi è il momento adatto per regolare i conti in sospeso.

Nello scorrere di tutte queste storie incrociate non manca verso la fine del libro una denuncia ai comportamenti "fuori legge" della polizia americana, giusta e puntuale visto anche lo scenario (e non solo).

Il libro è di 400 pagine e si legge che è una meraviglia, leggero e scorrevole. Viene usato un linguaggio comune con ampio uso di termini in slang e alla fine è anche compreso un piccolo glossario per i termini spagnolo. Sempre alla fine è anche incluso un piccolo post scriptum dove vengono menzionate le fonti ma anche le persone che hanno aiutato l'autore nella ricostruzione dei fatti di quei giorni.

Insomma avevo sentito parlare molto bene di Ryan Gattis e devo dire a ragione, era il primo suo libro che leggevo e di sicuro non sarà l'ultimo.

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