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Che tu sia per me il coltello
 
Che tu sia per me il coltello 2016-09-06 19:10:51 Amante di Libri
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    06 Settembre, 2016
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“Amore è il fatto che tu sei per me il coltello co

“Ma io credo, con tutti il cuore, che ci sia un luogo, forse non il giardino dell’Eden, in cui potremo stare insieme. Un luogo che nella realtà non è più grande di una capocchia di spillo, per via delle inevitabili restrizioni; ma per noi sarà grande abbastanza, e lì potrai essere te stesso, chiunque tu sia. Solo di una cosa non sono ancora sicura, ed è questo che mi frena: forse non sei in grado di credere che esista al mondo un luogo in cui tu possa essere te stesso, e sentirti amato. (Perchè, se è così, non crederai mai che qualcuno possa amarti.)”

Ho portato questo libro con me ovunque in questo mese: al mare, in gelateria ma non riuscivo proprio a finirlo. Un agonia assurda, sia per le emozioni che mi scaturiva sia per la storia. Ho provato nei suoi confronti sentimenti contrastanti.
Frasi come questa che apre la mia recensione mi spinsero a decidere di acquistare e leggere questo libro. Frasi, che a mio modesto parere, lasciano il tempo che trovano ora che ho finito il romanzo. Devo partire con l’affermare che la mia non sarà una recensione positiva del romanzo. Partiamo con ordine.

Che tu sia per me il coltello è un romanzo scritto da David Grossman nel 1998. Il titolo riporta a mio parere un chiaro riferimento alla frase scritta da Kafka in una lettera indirizzata alla sua amata Milena: “Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso”. Alquanto sublime e profonda. Credo, difatti, che l’autore con tale titolo e palese riferimento più volte nel romanzo, egli volesse sottolineare la stessa natura del rapporto che vi era tra Kafka e Milena con quello tra Yair e Myriam. Assistiamo da entrambe le parti ad un rapporto platonico alimentato solo da lettere confuse e molto spesso inviate da un solo destinatario. La prima parte del libro si concentra su Yair, egli descrive come in un gruppo di persone la figura di Myriam si fosse elevata e fatta notare, portando ad isolare il suo sguardo. Così le scrive una lettera proponendole un rapporto profondo, aperto ed intenso senza vincoli. Ovviamente, si parla di un rapporto epistolario che si presenta sotto forma di supplica accolta da Myriam, la quale si sente sedotta ed incuriosita. Inizialmente, sarà un rapporto unidirezionale in quanto Yair inizia a scrivere ed inviare in maniera ossessiva lettere a Myriam, raccontandogli tutto ciò che fa. Successivamente, questo rapporto per lui si trasforma inizia a sentire il bisogno di scriverle, di aprirsi a lei. Sente che solo lei lo comprende (nonostante l’appagante rapporto con la moglie Maya) aprendo in lui un varco profondo, squarciando la sua anima e frugando dentro di lui come appunto fa un coltello. Pian piano Myriam diventa indispensabile nella sua vita.
“I tuoi occhi così tristi-magari sapessi il motivo-che tuttavia, in ogni lettera, sento pronti a illuminarsi, a spalancarsi. I tuoi occhi alla Giulietta Masina. E con quello sguardo mi chiedi ancora: chi sei? Non so, vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me. Sì, se solo non avrai paura di vedere- forse sarò.” La seconda parte si apre con lo sfogo di Myriam racchiuso in un quaderno dove inizia a ricopiare le lettere ricevute da lui prendendo coscienza di esserne innamorata, grazie all’intuizione del marito Amos. Tuttavia, la sua condizione di madre di un figlio affetto da una malattia che non viene specificata nel libro la porta a non vivere pienamente la sua condizione di donna confusa. Le mie impressioni sul romanzo sono queste: Innanzitutto, trovo abbastanza pedante e noioso il fatto che il libro si basi per buona parte sulle lettere di Yair. Trovo che il suo interesse nei confronti di Myriam ossessivo e soprattutto carnale (difatti, non fa che ripetere nelle prime lettere quanto desideri averla fisicamente e giacere gridando il suo nome), non rivedo nelle sue parole, parole d’amore. Il linguaggio utilizzato dall’autore tutto sommato è molto semplice ma la struttura del libro provoca confusione al lettore. Non si comprende a cosa si riferisca, in quanto non abbiamo la presenza delle lettere di Myriam. Trovo anche ingiusto il fatto che il confronto tra i due personaggi avvenga solo alla fine del personaggio e che non ci sia un chiarimento e dialogo aperto sui loro reali sentimenti.

Il personaggio di Myriam è ciò che salva il libro è una donna forte che riesce a fronteggiare le difficoltà della vita e anche se dalle lettere di lui traspare una figura altezzosa, essa in realtà non lo è. E’ affettuosa, magnanima e benevola non solo nei confronti del figlio ma anche nei confronti di Yair. Tuttavia, comprendo e non comprendo nello stesso tempo il perchè non abbandoni tutto e viva appieno i suoi sentimenti. Il senso di responsabilità nei confronti della sua famiglia la fa apparire una martire costretta a reprimere tutto.

La pioggia finale è abbastanza simbolica, un fiume di lacrime per un rapporto non vissuto. Molte persone hanno trovato questo libro un capolavoro, per carità ognuno di noi ha gusti differenti ma devo dissentire. E’ un libro logorroico, poco avvincente e per nulla accattivante, sorretto e salvato dalle geniali frasi buttate qui e lì che ti penetrano lentamente nell’animo. Ne consiglio la lettura a tutti coloro che non hanno fretta e hanno la pazienza di arrivare sino alla fine. Bisogna essere di uno stato d’animo tranquillo, forse è quello che mi ha fregato o il totale disprezzo per le lettere di adorazione del protagonista. Ciò non toglie che il titolo del libro e la copertina rimangono le cose più affascinanti e che tutt’ora oggi alla sola vista mi emozionano. Il detto mai giudicare il libro dalla copertina, mi sembra quanto più possibile da applicare a tale romanzo.

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Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Per chi ha letto Lettera a Milena di Kafka
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Commenti

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La tua recensione è davvero molto bella.
Dell'autore ho letto solamente "Qualcuno con cui correre", che non mi è piaciuto, tanto che per il momento mi tengo lontano dai suoi libri.
In risposta ad un precedente commento
Amante di Libri
07 Settembre, 2016
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Grazie mille per aver apprezzato la mia recensione, Emilio :)
Devo dire che mi aspettavo di più da questo autore e questo libro, forse l'avevo sopravvalutato troppo.
Riproverò più in là a leggere altro.
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