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La donna dai capelli rossi
 
La donna dai capelli rossi 2017-01-15 10:50:53 68
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68 Opinione inserita da 68    15 Gennaio, 2017
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Destino imperscrutabile e crudele verità

Il complicato e cruento legame padri-figli, tra mito, vita, letteratura, destino e psicanalisi sullo sfondo di trenta anni di storia in una Istanbul oggi profondamente mutata ed immersa nella contemporaneità.
Un radicale cambiamento di vita si abbatte sull' adolescente Cem, il disfacimento improvviso della propria famiglia, ( l' incarcerazione del padre per motivi politici ed il suo non ritorno ), l' inserimento prematuro nel mondo del lavoro ( in una libreria prima e come apprendista nello scavare pozzi alla ricerca di acqua poi ) tra sogni infranti e speranze negate fino a quel desiderio folle ed imperscrutabile di cambiare il proprio destino.
Da adolescente ha inseguito un amore irrinunciabile per una fascinosa ed irraggiungibile donna dai capelli rossi, solo un sogno o un retaggio della propria memoria, volto famigliare, ponte tra fanciullezza ed età adulta con cui vivere una intensa quanto fugace storia d' amore svanita nel soffio di una notte ed in una fuga improvvisa per una tragedia imprevista e forse mortale, almeno nella propria testa.
Un' idea, la scrittura, inseguita da sempre, abbandonata prematuramente, mai realizzata, ripresa da altri, e poi quel cambiamento di rotta, la facoltà di ingegneria, il successo imprenditoriale, un matrimonio quieto e rassicurante, la quotidianità, fino alla resa dei conti in uno spietato ritorno al passato ed agli irreparabili errori commessi.
Questa, per sommi capi, la traccia della " La donna dai capelli rossi ", romanzo che svela con lentezza un senso per lunghi tratti ovattato e solo a sprazzi percepito, in una ricostruzione meticolosa di fatti e realtà che lentamente riacquistano una compiutezza, riallineando microstorie apparentemente sfilacciate.
Ci insegue il mistero di una colpa legata ad egoismo e giovinezza ed alla paura che la vita possa improvvisamente svanire.
Ma i sogni in un attimo cambiano un' esistenza, si trasformano in incubo, la realtà si mostra per quello che è, somma di tempo ed azioni pregresse, e ci presenterà un conto salato, senza sconti o fughe possibili.
Siamo contemporaneamente figli, genitori, amanti, fratelli, in una compenetrazione di ruoli che sconfina nello psicologico, ( a volte nel patologico ) nella storia, nel mito, o semplicemente nella letteratura, testimonianza viva e imperitura della cultura e dei tempi.
E nella narrazione c'è molta letteratura, amata dal protagonista, studiata, ripercorsa, a partire da due testi fondamentali nella cultura greca-occidentale e persiana-orientale, " L' Edipo Re " di Sofocle e " Rostam e Sohrab " ( tratto dal " Libro dei re " ) di Ferdowsi che narrano la storia parallela di Edipo da una parte e di Sohrab dall' altra, e parlano di parricidio e figlicidio, in un tragico epilogo apparentemente antitetico ( da una parte il figlio uccide il padre, dall' altra è il padre ad uccidere il figlio ) che nasconde analogie sottese.
Cem, leggendo queste storie, crede di potere scovare il mistero della propria vita e di trovare la pace. Anch' egli è stato abbandonato dal padre, in tenera età, ne ha adottato un altro ( Mahmut Usta ) che pensa di avere ucciso, così come non è riuscito ad esserlo, come avrebbe voluto, e tutti abbiamo bisogno di un padre deciso, forte, che ci dica cosa fare e cosa non fare e ci insegni la differenza tra giusto e non giusto. " ...Chi cresce senza un padre non capisce che il mondo ha un centro, un confine e crede di potere fare tutto..."
Anche Edipo e Sohrab condividono una storia, sono cresciuti senza un padre, vivendo in esilio politico ed hanno cercato di modificare un destino ineluttabile che sfocerà in tragedia. Il senso di colpa accomuna padri e figli, sopravvisuti ma assassini , pur involontari, e ne sarà la condanna.
In questo la donna dai capelli rossi naviga tra lecito ed illecito, è moglie, amante, madre, presenta molteplici facce a nascondere una sola verità ( il proprio amore di madre ).
In lei c' è sempre stato un amore viscerale per il teatro, sa che le coincidenze non esistono ma che hanno un senso, conosce le debolezze e l' individualismo degli uomini così come sa che la vita non è che una imitazione delle leggende e delle favole.
Cem invece è sprofondato in un abisso di solitudine, ha smarrito il senso della storia ed il proprio se', vive con enormi sensi di colpa, in una noia ed angoscia protratta, tra situazioni e relazioni irrecuperabili e senza un senso, se non nella sua testa e nei suoi desideri ( egoistici ).
Ed allora è semplicemente giusto ed ovvio che i figli sopravvivano ai padri, come natura vorrebbe ( senza che il parricidio si compia), conservandone la memoria e la storia, tramandata da generazioni, così come le fiabe ed libri antichi, anche se abbandonati da tempo, hanno il potere di conservare e consegnare il proprio significato nel tempo.
Non sappiamo, in realtà, fino in fondo quale sia il senso di una vita che abbiamo voluto diversa, che abbiamo abbandonato, indirizzato altrove, dimenticato, ed un dubbio atroce rimane, quale il confine tra reale ed immaginario, bugia e verità. Forse solo il puro amore è destinato a sopravvivere e a durare nel tempo ( il legame madre- figlio, senza implicazioni psicoanalitiche freudiane ) o forse è tutto un inganno, non lo sapremo mai con certezza.
Pamuk ci dona un romanzo complesso, per temi, protagonisti, tra realtà e finzione, storia e leggenda, tragedia e commedia. Come è solito fare, parte dai personaggi per addentrarsi lentamente nella storia, da loro raccontata e costruita in prima persona, con pazienza e particolari espressione di un senso preciso, nulla è lasciato al caso.
La sua è anche denuncia e difesa della libertà di espressione e di pensiero, della dignità umana, dell' arte, in particolare della letteratura, forma espressiva universale che conserva la memoria e la tradizione di un popolo, perché pensieri e parole riguardano tutto il genere umano, incondizionatamente, senza preclusioni di parte, fanatismi ideologici e religiosi o tirannie dipinte di democrazia ( in riferimento alla Turchia odierna ).
Il romanzo è costruito su una struttura narrativa ben riconoscibile, la narrazione acquisisce vivacità nella seconda parte, più fluida, i temi trattati si prestano a molteplici approfondimenti, storico, politici, letterari, sociologici, in chiave psicologica, i personaggi sono estremamente complessi e multiformi, e nascondono tracce e significati sottesi, da meditare e metabolizzare con lentezza e profondità.

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Commenti

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Una recensione molto interessante ed esaustiva, Gianni.
Pamuk è sicuramente un autore che merita di essere letto, e anche questa sua ultima pubblicazione pare non essere inferiore alla precedente produzione. Una bella segnalazione !
In risposta ad un precedente commento
68
16 Gennaio, 2017
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Grazie Emilio, in verità mi è parsa assai azzeccata la comparazione e confronto tra occidente ed oriente ( su base letteraria ) anche se in assoluto ho trovato preferibile il precedente " La stranezza che ho nella testa ", di più ampio respiro e piu' addentro alla storia della Turchia, qui prevale l' intrigo romanzato e l' intreccio psicologico.
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