Dettagli Recensione
McEwan, maestro dell'armonia
Il background è la Londra della guerra fredda: il clima tetro e diffidente pervade ogni pagina.
La protagonista, Serena Frome, nonostante sia di nota bellezza, rimane quasi sempre insipida nelle serie vicende di famiglia, nelle sue relazioni clandestine, nelle menzogne del suo ufficio. Un personaggio mite, ma in cerca di attenzioni, priva di sicurezza, sebbene assertiva nei suoi obbiettivi, in particolar modo nel cercare di ottenere l'approvazione del prossimo.
La spy story è insolita, non è amore ostacolato, non è ardente: l'autore non ne decanta le gesta, ma ne riporta i fatti magistralmente, come un cronista. A causa della sua "mancanza di tatto", le azioni sono immediate, senza troppi giri di parole, fronzoli o palpitazioni eccessive: uno stile semplice e disarmante, eppure raffinato, che rende il racconto scorrevole, che ti spinge a leggerlo fino all'ultima pagina.
L'ultima pagina: l'essenza di Ian McEwan.
Autore anche di "Espiazione", simile nella prosa, oltre che nella struttura: una stesura lineare che giunge ad un finale sorprendente, che mette in discussione tutte le "certezze" ,delineatesi nel lettore sino a quel momento.
Inoltre, avete presente il metateatro? Il teatro nel teatro? Ebbene, è ciò che accade qui: storie nelle storie.
Ma queste storie hanno un sottile legame con la realtà, non destinato a rimanere invisibile.
Certamente non lo annovero nella lista dei miei libri preferiti, perché preferisco generi più travolgenti e sopratutto coinvolgenti, aggettivi che a mio modesto parere non gli appartengono; lo consiglio per la purezza e la nitidezza della scrittura.