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La ragazza che hai lasciato
 
La ragazza che hai lasciato 2014-08-20 15:02:47 Vanellope Von Schweetz
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Vanellope Von Schweetz Opinione inserita da Vanellope Von Schweetz    20 Agosto, 2014
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Fino alla fine del mondo

Al secondo romanzo (tralasciando il divertissement "Luna di miele a Parigi", un racconto che introduce i personaggio di questo secondo romanzo) Jojo Moyes diventa per me un dolce piacere! Una di quelle autrici che regalano emozioni attraverso le loro pagine e di cui mi riprometto di leggere ogni parola che scriverà in futuro.
Come nel caso del precedente romanzo "Io prima di te", inizio la lettura pensando di avere tra le mani uno sdolcinato romanzetto rosa da quattro soldi e invece mi ritrovo con un libro leggero, sì, ma che tratta grandi tematiche, nel primo caso era l'eutanasia, in questo l'occupazione tedesca in Francia durante la Prima Guerra Mondiale e la questione della restituzione delle opere d'arte trafugate durante la seconda guerra mondiale. Il tutto trattato con tale maestria e leggerezza da far divorare le pagine, far correre la mente ai protagonisti anche mentre il libro è chiuso ed emozionare fino alle lacrime.
Qui la storia ruota attorno a due protagoniste che vivono in epoche diverse. La prima è Sophie, giovane ragazza francese dei primi del '900, sposata con il pittore Edouard Lefevre, costretta a separarsi da lui a causa della guerra e a vivere in un paesino stretto dalla fame e dalle privazioni dell'occupazione tedesca.
La seconda è Liv, una donna del nostro tempo, vedova dell'architetto David Halston, che lotta contro il dolore per la perdita del marito e il desiderio di tornare a vivere la propria vita.
Ciò che le lega è un dipinto di Edouard che ritrae Sophie in tutta la sfrontatezza della giovinezza e che è finito in modo fortuito nelle mani di Liv.
Le vite delle due protagoniste, seppur divise da un secolo, sono ovviamente destinate ad incrociarsi.

Il libro appassiona, emoziona, commuove.
Se proprio dobbiamo trovare un difetto si può senza ombra di dubbio dire che la prima parte, interamente dedicata a Sophie, è di sicuro la più bella e accurata, non solo per la presenza della protagonista che ha una forza vitale da rimanere impressa nella mente, ma soprattuto per l'accurata ricostruzione storica di un periodo un po' dimenticato.
La parte dedicata a Liv è più lieve, ha più il sapore del classico chick-lit e la seconda protagonista tende ad impallidire e venir fagocitata ogni volta che Sophie fa la sua ricomparsa in scena.

Ad ogni modo è un gran bel romanzo nel caso si voglia riflettere attraverso una lettura ed uno stile leggeri.

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Io prima di te
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