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La mossa del cavallo
 
La mossa del cavallo 2015-12-25 20:54:37 FrancescoMirone
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
FrancescoMirone Opinione inserita da FrancescoMirone    25 Dicembre, 2015
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NOMI PARLANTI

Il romanzo tratta delle vicende di Giovanni Bovara,ispettore di polizia nato a Vigata(Sicilia) ma cresciuto a Genova,che ha prestato servizio già a Reggio Emilia,ma viene poi spedito a Vigata,nel cuore della Sicilia,per prendere il posto di un ispettore che è passato a miglior vita.
Partiamo dal titolo,che parla già da sé,la mossa del cavallo è ovviamente riferito al movimento a ''L'' che la figura del cavallo può compiere nel gioco degli scacchi,anche scavalcando altre pedine,è proprio ciò che il Bovara sarà costretto a fare per tirarsi fuori dalla congiura pianificata contro di lui.I nomi dei personaggi parlano da sé,il prete,che tutto è tranne che un prete,viene chiamato Padre Carnazza(inevitabile il riferimento ai piaceri della carne).Ma il vero protagonista del romanzo sembra essere,contro ogni previsione, il linguaggio.Il romanzo è scritto in tre lingue differenti: genovese,siciliano e italiano. All'inizio del romanzo il Bovara alterna italiano e genovese,ma la svolta dell'intreccio sembra coincidere con il recupero del dialetto siciliano da parte del protagonista,che decide di abbandonare l'italiano e il genovese per parlare solo siciliano,al fine di evitare fraintendimenti.Stupefacente è il fatto che il Bovara cambi anche la lingua che utilizza per pensare,egli passa dal genovese al siciliano,in questo caso è possibile parlare di 'ritorno alle origini'.Camilleri si è sicuramente cimentato in un'impresa più che titanica,sfido chiunque a utilizzare genovese,siciliano e italiano nello stesso romanzo.Camilleri immortala lo scenario dell' Italia postunitaria,paradossalmente,sembra non essere cambiato nulla fino ai giorni nostri,si tratta del solito gioco delle parti,grazie al quale il testimone diventa il colpevole,scenario che si ripete e si è ripetuto più volte anche nell'età contemporanea,un gioco basato sull'omertà,anche chi sa,non parla,fa finta di non sapere. Degno di nota è lo scambio epistolare tra i vari funzionari statali,simbolo di una burocratizzazione eccessiva che non porta a nulla,al contrario,danneggia solo il diretto interessato. Ci tengo inoltre a precisare che tale romanzo sembra appartenere alla classe dei romanzi '' a chiave'',i quali descrivono la realtà dietro una facciata di finzione,in questo caso la storia del Bovara sembra essere il simbolo dell'Italia postunitaria,un'Italia che ha ancora tanti passi da fare,ancora oggi.

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