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La caduta dei giganti
 
La caduta dei giganti 2011-09-28 17:37:24 Nothingman
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Nothingman Opinione inserita da Nothingman    28 Settembre, 2011
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La Caduta dei Giganti

Attraverso gli occhi dei protagonisti viviamo dall’interno le vicende che portano al primo conflitto mondiale, dai duri anni della guerra di trincea alla stesura del trattato di pace ‘guidato’ dai 14 punti di Wilson e al giungere dello spettro del nazifascismo; e intanto infuria la lotta delle suffragette, i drammatici eventi della rivoluzione russa con le sue speranze, illusioni e delusioni. I protagonisti sono numerosi, appartengono alle più varie classi sociali, a cinque famiglie emblema dei diversi paesi protagonisti dei grandi stravolgimenti mondiali del ‘900. Diventiamo testimoni dei drammi personali portati dalla guerra, dagli amori messi a dura prova, alle speranze di un futuro migliore, le vicende personali si intrecciano agli avvenimenti storici, e a questi danno consistenza e vita. La storia ci è presentata dai più vari punti di vista, da quelli di un conservatore aristocratico a quelli di un proletario rivoluzionario, sta poi al lettore immedesimarsi in uno o nell’altro, o assumere il ruolo di imparziale spettatore.

La storia non è più qualcosa di distante, freddo, che non ci appartiene, grazie a Ken Follett diventa qualcosa di vivo, si percepiscono gli odori e i sapori, possiamo sentire le voci, ascoltare le parole dei discorsi fatti allora così che arrivati a pagina 995 gli eventi sono noti non perché studiati ma perché vissuti (quasi) in prima persona. A conti fatti a cadere non sono solo i milioni di morti portati via dalla Grande Guerra, ma in modo più simbolico (e non) le grandi aristocrazie che agl’inizi del secolo scorso avevano ancora un certo potere e prestigio, nonché importanza politica: pensiamo agli aristocratici inglesi che a capo del partito conservatore vengono sconfitti alle elezioni politiche del ‘24 dagli avversari laburisti, i lavoratori delle fabbriche e delle miniere, o viaggiamo fino in Russia dove la fine del dominio zarista è assai più cruento e come assoluta protagonista ha la Morte.

Personalmente ritengo che il romanzo presenti troppi punti pesanti, non tanto quelli inerenti gli eventi storici quanto le numerose divagazioni da “romanzo rosa”, amori troppo sospirati, troppa attenzione per tradimenti prolungati nel tempo che rallentano il corso della narrazione. La firma d’autore Follettiana non manca, le scene di sesso sono numerose per tutta la lunghezza della narrazione, forse anche troppe, sebbene sia notevole la sensibilità dell’autore nel mettere in risalto i sentimenti (o la mancanza di essi) che vi sono a monte. La storia vi porterà a sostenere per i personaggi a voi più vicini e ad odiare gli altri, l’andamento della lettura sarà altalenante per questo stesso motivo.

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Troppe divagazioni da romanzo rosa, ma di serie B
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