Saggistica Storia e biografie Il secco e l'umido
 

Il secco e l'umido Il secco e l'umido

Il secco e l'umido

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La presentazione e le recensioni di Il secco e l'umido, saggio di Jonathan Littell edito da Einaudi. Il secco e l’umido è interamente dedicato al fascista belga Léon Degrelle (1906-1994), volontario nel 1941 nella Wehrmacht, e due anni piú tardi promosso sul campo nelle Waffen-SS, attivo sul fronte orientale nella legione «Wallonie». Léon Degrelle fu un uomo integrato perfettamente con il nazismo, un belga che fece carriera all’interno dell’esercito del Reich, morto a 88 anni in Spagna (dove si stabilí alla fine della guerra, accolto da Franco) e che non fu mai sfiorato dall’ombra del pentimento (nel libro ci sono foto che lo mostrano anziano in divisa da SS nel suo giardino a Malaga). Littell ritrova in lui la perfetta sintesi della mentalità fascista; lo descrive a partire da un suo libro di memorie dedicato agli anni della campagna di Russia, e alla luce dell’opera di Klaus Theweleit Fantasie virili, un saggio che definisce la struttura mentale di una personalità fascista contrapponendo la metafora del secco – la corazza integra, forte e impenetrabile del soldato tedesco – alle forze liquide, vischiose e umide del nemico: il fango, la donna impura, il pantano della democrazia o la marea rossa del comunismo. «Qualche precisazione. Questo testo è stato scritto nel 2002, mentre facevo ricerche per un altro libro, poi pubblicato. È nato dall'incontro fra le tesi di uno studioso tedesco brillante e fuori dagli schemi, Klaus Theweleit, e l'opera di un fascista belga, Léon Degrelle, in cui il gioco delle immagini e della lingua fa emergere la struttura stessa del pensiero del suo autore.
Poiché il testo è scritto in francese, ho potuto tentare un'analisi più approfondita di alcune intuizioni; effettuare una verifica sperimentale di una particolare teoria del fascismo, proposta appunto da Theweleit. Una teoria che, come si potrà vedere, contiene la sua parte di verità, così come altre linee di pensiero che del resto ho avuto modo di esplorare, ampie vie maestre, semplici sgrossature, vicoli ciechi o rapide incursioni nell'oscurità, che quella teoria incrocia senza mai ricalcarle. L'argomento è infatti tale che, per quanto rigorosamente si cerchi di delimitarlo, sfugge sempre per qualche suo aspetto; sempre le sue profondità, messe a nudo, nasconderanno altre profondità insospettate, e talvolta ripiegate su se stesse, a formare un'unica superficie liscia, piatta, banale, ma sempre pronta a cedere di nuovo sotto i piedi di chi vi si avventura».



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Il secco e l'umido 2012-04-18 12:53:03 misu
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misu Opinione inserita da misu    18 Aprile, 2012
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Combattere per il Führer

Prima di avventurarci nella lettura di questo libro è utile chiederici chi erano le SS? In Breve le SS erano delle fromazioni militari schelte preposte non solo a garantire la sicurezza di Hitler ma anche ad essere i custodi della sicurezza del Terzo Reich e dell’Europa occupata. In pratica possimo considerarle un esercito parallelo alla Wehrmacht con funzioni anche di polizia e repressione. Chi entrava in questi reparti effetuava una scelta ideologica e razziale.
Il libro che abbiamo di fronte affronta questo argomento. In sotanza ci spiega le ragioni che avevano portato il giovane belga Léon Degrelle ad aruolarsi volontariamente nella divisione blindata SS Wallonie.
Giunti a questo punto dobbiamo però fremarci ed aprire una parentesi storica: nella sua ideologia razzista Hitler aveva in mente una precisa scala rezziale dei popoli in Europa . In sostanza razzialmete i popoli europei non erano tutti uguali. Chi era ritenuto più vicino alla razza germanica ovvero ariana poteva aspirare ad un destino meno infausto, perciò non tutti erano ugualmente degni ad entrare a far parte delle SS. Essere fiamminghi o valloni in Belgio, secondo la logica hitleriana, significava innanzitutto essere simili alla razza germanica oppure appartenere ad una razza inferiore destinata ad diventare schiava od a essere sopressa.
Chiarito questo punto possimo intraprendere la nostra lettura. Il racconto ci mostra la guerra vista dal punto di vista di chi combatteva per l ‘oridine europeo hitleriano, dunque né condivideva il fine e i mezzi di attuazione ( eccidi e stremini inclusi). Questa idea di di fondo emrege lampate nelle pagine dell’ libro in questione. Al fattore personale si aggiunge il fattore ideologico ed razziale. Infatti Léon Degrelle non combatté in occidente ma fu mandato a est, dunque per sua scelta combatté il cosiddetto bolscevismo giudaico considerato dal nazismo il menico numero uno. Si trattò dunque di uno scotro tra civiltà e barbarie.
Il libro è in pratica il ritratto di chi fino all’ultimo avvalò senza rimorso o spirito critico un‘ idea di dominio razzista ritenendo giusta una guerra di sterminio portata avanti fino all’estremo da Hitler e dai suoi seguaci in Europa. Senza dubbio si tratta di un punto di vista di parte che giustifica il suo e l’ operato dei suoi commilitoni in guerra aducendo come giustifcazione teoremi ideolgici e riflessioni del tutto personali.
Una pagina di storia diversa dal solito che però si presta ad una lettura riflessiva da parte di chi avrà deciso di prendere in mano qusto testo.
In conclusione un libro da leggere con attenzione per riflettere su una pagina di storia dolorosa del recente passato europeo.

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Si consiglia di leggere testi sulla storia della Germania, sulla storia del nazismo, in particolare sul ruolo avuto della Wehrmacht e delle SS nel confiltto e in patria.
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Il secco e l'umido 2011-01-02 14:09:08 Jan
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Jan Opinione inserita da Jan    02 Gennaio, 2011
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Anatomia del rexismo.

Ho letto a suo tempo questo saggio di Littell in francese.
Ne sono rimasto positivamente colpito per la grande capacità psicointrospettiva dell'autore e, soprattutto, per la sua competenza nel trattare il tema angoloso del rexismo belga.
Questo movimento prettamente francofono non era equiparabile al fascismo, bensì al nazionalsocialismo, ed aveva numerosi adepti soprattutto fra i valloni.
Léon Degrelle, uno dei più sbilanciati alfieri di questa ideologia, è il personaggio principale di questo libro.
Interessante sotto il profilo clinico la differenziazione del mondo eseguita all'interno del reggimento Wallonie.Esiste il "secco", ovvero l'ariano : duro, puro, crudo. Esiste il Nemico (con la N capitale) che si identifica con la feccia: umida, sgusciante, fetida, molliccia come la pelle di un serpente.
Su questa esile ma decisa pseudofilosofia si muove tutto l'impianto del reportage di Littell.
Non facile, certamente, ma direi unico nel suo genere.
Léon Degrelle non si pentì mai degli atti efferati che compì insieme ai suoi durante l'operazione Barbarossa, nell'Europa orientale.
Morì nel suo letto, convinto di aver fatto la cosa giusta.

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