Narrativa straniera Racconti Musica per organi caldi
 

Musica per organi caldi Musica per organi caldi

Musica per organi caldi

Letteratura straniera

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Musica per organi caldi raccoglie trentasei racconti di un Bukowski familiare e nuovo al contempo. Familiare perché, dopo essersi cimentato con le strutture del romanzo, egli torna al passo narrativo del racconto, che gli è particolarmente congeniale, ma anche nuovo, perché in queste pagine, spregiudicate ma anche feroci, egli crea le sintesi più felice del proprio repertorio formale e contenutistico.



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Musica per organi caldi 2020-07-05 15:45:05 Valery78
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    05 Luglio, 2020
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Alcol, corse, poesia

Che dire di uno scrittore che ha creato uno stile così originale e personale che quando sentiamo l'aggettivo "bukowskiano" capiamo esattamente l'universo letterario in cui stiamo per immergerci? Un autore che non è si è conformato a nessun genere letterario esistente, ma è andato oltre qualsiasi confine, originando un mondo nuovo fatto di personaggi sopra le righe, antieroi della vita quotidiana, dei sobborghi più malfamati delle città americane,
"Musica per organi caldi" è una raccolta di racconti molto brevi, una media di 6 pagine ciascuno. Generalmente preferisco i romanzi ai racconti, il romanzo mi rapisce e coinvolge completamente, permettendomi di leggere il libro tutto d'un fiato; nei racconti invece la conclusione di uno di essi e l'inizio del successivo, mi obbliga ad abbandonare i personaggi a cui mi ero appena affezionata e a far conoscenza velocemente con altri, facendomi perdere il ritmo e il coinvolgimento della narrazione. Questo libro è un'altra cosa. Tutti i personaggi descritti sono alla fine i mille volti di un unica persona, mi chiedo, il vero Charles Bukowski? Episodi di vita quotidiana, non si racconta mai avventure di particolare importanza, nella maggior parte dei casi sono poeti, alcolizzati, che non si prendono mai sul serio, con un linguaggio sboccato, osceno, indecente. Eppure c'è un che di poetico in queste pennellate di vita raccontate senza pudore, senza edulcorazioni, dalla parte dei reietti e degli emarginati. Sono sicura che uno stile così particolare e personale non lasci vie di mezzo, o piace o non piace per niente. Io l'ho amato, perché così lontano dal mio mondo, perché così coraggioso, come un pugno in pieno volto. Ma soprattutto perché mi sarebbe piaciuto da morire trovarmi con Charles Bukowski/Herry Kinaski (suo alter ego letterario) in un bar d'infima fama a parlare e a sentirgli dire la verità sulla vita, nuda, cruda, con un coraggio che non si incontra facilmente.

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Per la strada di jack Kerouac
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Musica per organi caldi 2011-12-14 23:16:00 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    15 Dicembre, 2011
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Ancora altri racconti.

Ancora racconti. Proseguo nel mio “viaggio Bukowskiano” e dopo il romanzo sulla sua infanzia, “Panino al prosciutto” , ecco ancora altri racconti. Premesso che personalmente amo più i romanzi del vecchio piouttosto che i racconti devo comunque dire che questo libro di racconti, dopo “Taccuino di un vecchio sporcaccione” (senza dubbio il miglior libro di racconti di Buk) e al pari di “Storie di ordinaria follia” è una delle raccolte più interessanti e divertenti del vecchio. I racconti, come anche negli altri libri, si dividono su larghe linee in tre “tipi” di racconti. I racconti con protagonista Hank Chinaski, suo alter ego e quindi molto biografici. I racconti con protagonisti totalmente inventati. Ed infine ci sono quelli che personalmente preferisco, e cioè quelli fantastici, con protagonisti uomini con quattro braccia, nani, uomini blu ed altro ancora. I racconti si susseguono senza un ordine o uno schema predefinito, ed un’altra cosa che ho notato è che spesso, delle vere e proprio perle letterarie (meraviglioso secondo me il racconto “colpi a vuoto”), sia preceduto o venga seguito da dei racconti senza significato. Ma anche questo è Bukowski. Alcuni racconti ti lasciano qualcosa e ti spingono a ritornare su quello che hai appena letto anche più di una volta, altri invece li leggi quasi a fatica. In sostanza bel libro, notevoli alcuni racconti, su tutti “Colpi a vuoto” e “L’uomo che amava gli ascensori”, ma anche molto belli “La strusciata del cane bianco” e “la mantide religiosa”. Per quello che riguarda lo stile, che dire, Bukowski è Bukowski. O lo odi o lo ami. Nè ho lette e sentite tante su di lui. E’ volgare, scurrile, maleducato, etc, etc, etc. Il punto è questo: se cercate la prosa o la bellezza dello stile, lasciate perdere. Se invece quello che vi interessa è il contenuto, beh, forse Bukowski potrebbe diventare uno dei vostri scrittori preferiti. D’altra parte, citando una frase che dice in questo libro:”La genialità sta nell’esprimere concetti profondi in modo semplice”. E Buk in questo è un maestro…

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"Taccuino di un vecchio sporcaccione" e "Storie di ordinaria follia"
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