N. N.

N.

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di N., opera di Ernesto Ferrero edita da Einaudi. L'uomo grassocio che sbarca, nel maggio 1814, all'isola d'Elba sembra un commerciante qualsiasi: è Napoleone Bonaparte. Tra gli elbani che lo accolgono diffidenti e curiosi c'è Martino Aquabona, un letterato che non si rassegna all'inumanità degli uomini e che da anni cerca di decifrare il mistero dell'Eroe, o dell'Orco, che ha sconvolto l'Europa. Nominato bibliotecario dell'Imperatore, Martino diventa testimone e interprete dello strano interludio dei 300 giorni e dell'intera parabola napoleonica, di cui cercherà di deviare il percorso con un gesto estremo. Le sue memorie sono il dialogo su due modi di vivere: modificare il mondo attraverso l'azione eroica, o cercare di dargli un senso attraverso la scrittura.



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N. 2012-01-19 15:27:29 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    19 Gennaio, 2012
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Napoleone e il fido bibliotecario

Curiosando tra i titoli vincitori del Premio Strega sono rimasta attratta da N. scritto da Ernesto Ferrero nel 2000, in cui si narra dell'esilio di Napoleone all'Isola d'Elba.
Da cultrice del genere storico mi accingo entusiasta e piena di aspettative ad aggredire questa opera di cui ignoravo l'esistenza.

L'approccio si rivela fin da subito aspro e duro a livello stilistico, grazie all'utilizzo di un linguaggio ricercato e ottimamente consono al periodo storico trattato, tanto da far apparire l'autore come un professionista alquanto maturo, non un fuoco fatuo del panorama letterario.
Col procedere della lettura si fa strada un interrogativo dapprima esile poi sempre più consistente: quale è il ruolo riservato alla figura di Napoleone? O meglio, chi è il vero protagonista del romanzo, Napoleone o il suo bibliotecario elbano, voce narrante del racconto?
Infatti, i tormenti e le inquietudini del bibliotecario aumentano di intensità con lo scorrere delle pagine, fino a far scivolare l'Imperatore in secondo piano.
La figura del grande “corso” rimane evanescente e inconsistente, priva di spessore e di carica emotiva, tratteggiata così debolmente da perdersi in mezzo a quel mare di personaggi messi in scena dall'autore; quello mirabilmente rappresentato è un valzer convulso di uomini e donne dell'aristocrazia dell'isola e non, di cui si circondò Napoleone durante la sua permanenza.
Il contenuto del romanzo finisce per perdersi in tanti piccoli rivoli d'acqua, allontanandosi vieppiù dalla sua fonte d'ispirazione; un vero peccato.
Il romanzo talvolta raggiunge dei picchi di complessità e ricercatezza elevate, perfino stucchevoli, tanto da apparire come un mero esercizio di capacità stilistica, mal supportata dall'impianto narrativo.
Manca proprio ciò che si aspetta un lettore da un simile romanzo: un personaggio forte che esca prorompente dalle pagine, sentimenti e pensieri, paure, ricordi e aspettative, insomma coinvolgimento, pathos e tensione emotiva.
Siamo perfettamente consapevoli che l'intento sotteso non fosse quello di pubblicare un romanzo prettamente biografico bensì di più ampio respiro e proprio per questo, seppur valutando la volontà di Ferrero di descriverci l'Imperatore così come egli appariva agli occhi del suo fido bibliotecario, il risultato non lo si raggiunge comunque; la lettura non assume una forma compiuta e convincente.
Credo che l'estrema complessità di lettura del testo ne comprometta anche la fluidità e la giusta percezione da parte del pubblico.

Da questo romanzo nel 2006 è stata tratta la sceneggiatura del film N (Io e Napoleone) per la regia di Paolo Virzì.


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