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L'uomo che amava troppo le donne
L'uomo che amava troppo le donne
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La trama e le recensioni di L'uomo che amava troppo le donne, romanzo di Tahar Ben Jelloun edito da Bompiani. Donne, successo, viaggi, denaro... È questa la vita del protagonista del nuovo romanzo di Tahar Ben Jelloun, un pittore ormai famoso in tutto il mondo, noto e invidiato tanto per la sua fama quanto per il suo successo con le donne. Solo una donna non apprezza il suo fascino, ed è sua moglie, stanca dei continui tradimenti e di doversi fare carico della famiglia e dei figli da sola. Il loro matrimonio è ormai un incubo: lui vorrebbe lasciarla ma non trova il coraggio per decidersi, lei vorrebbe tenerlo legato a sé ma riesce solo a fargli pagare il prezzo delle sue ferite. All'ennesimo litigio, però, il cuore di lui non regge e un ictus, paralizzandolo, lo costringe al letto e alla dipendenza. Dal letto e dalla poltrona della sua malattia, tutto assume un altro aspetto, la verità del suo matrimonio emerge con più evidenza e il pittore ripensa al suo passato, ce ne racconta illusioni e delusioni, tradimenti e fedeltà. Chissà, però, se tutto quel che racconta è vero... Di certo non corrisponde a quel che ne dice la moglie.
Tahar Ben Jelloun è nato a Fès (Marocco) nel 1944, e vive a Parigi. Poeta, romanziere e giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. È noto in Italia per i suoi numerosi libri, tra cui Creatura di sabbia, 1987; L’amicizia, 1994; Corrotto, 1994; L’ultimo amore è sempre il primo?, 1995; Nadia, 1996; Il razzismo spiegato a mia figlia, 1998, giunto alla quarantottesima edizione (e ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); L’estrema solitudine, 1999; L’albergo dei poveri, 1999; La scuola o la scarpa, 2000; Il libro del buio, 2001 (International IMPAC Dublin Literary Award 2004); L’Islam spiegato ai nostri figli, 2001 (ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); Jenin, 2002; Amori stregati, 2003; L’ultimo amico, 2004; “La fatalità della bellezza”, in Amin Maalouf, Tahar Ben Jelloun, Hanif Kureishi, Notte senza fine, 2004; Non capisco il mondo arabo, 2006; Partire, 2007. Per il profondo messaggio contenuto nel volume Il razzismo spiegato a mia figlia, il 16 novembre 1998 gli è stato conferito dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”. Nel 2002 ha ricevuto dal Centro Pio Manzù la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana.
Tahar Ben Jelloun è nato a Fès (Marocco) nel 1944, e vive a Parigi. Poeta, romanziere e giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. È noto in Italia per i suoi numerosi libri, tra cui Creatura di sabbia, 1987; L’amicizia, 1994; Corrotto, 1994; L’ultimo amore è sempre il primo?, 1995; Nadia, 1996; Il razzismo spiegato a mia figlia, 1998, giunto alla quarantottesima edizione (e ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); L’estrema solitudine, 1999; L’albergo dei poveri, 1999; La scuola o la scarpa, 2000; Il libro del buio, 2001 (International IMPAC Dublin Literary Award 2004); L’Islam spiegato ai nostri figli, 2001 (ripubblicato nel 2010 in una nuova edizione accresciuta); Jenin, 2002; Amori stregati, 2003; L’ultimo amico, 2004; “La fatalità della bellezza”, in Amin Maalouf, Tahar Ben Jelloun, Hanif Kureishi, Notte senza fine, 2004; Non capisco il mondo arabo, 2006; Partire, 2007. Per il profondo messaggio contenuto nel volume Il razzismo spiegato a mia figlia, il 16 novembre 1998 gli è stato conferito dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il “Global Tolerance Award”. Nel 2002 ha ricevuto dal Centro Pio Manzù la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana.
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