Il diavolo nella cattedrale Il diavolo nella cattedrale

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LolloP Opinione inserita da LolloP    16 Mag, 2014
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Approssimazione ovunque.

Prima Premessa: Questo libro non mi ispirava fin da quando ho avuto modo di vederlo in libreria. Mi è stato regalato. Tendo a leggere sempre tutto ciò che ricevo e a dare una chance anche alla lettura che meno mi attrae. Forse non dovrei farlo più.
Seconda Premessa: L'idea di fondo da cui è partito l'autore, una serie di crimini efferati commessi all'ombra di una cattedrale nel pieno medioevo, con lo sfondo di una Colonia brulicante di vita, di nobili e di lebbrosi , di peccato e di fervore religioso, poteva anche essere intrigante. Poteva.
Passiamo alla recensione vera e propria.
Dalla prima pagina alla conclusione del romanzo ho sempre avuto in mente un unico sostantivo " approssimazione".
L'intera vicenda è narrata, descritta e sviluppata in maniera estremamente approssimativa, imprecisa e poco curata.
I dialoghi sono poveri, non aggiungono quasi nulla al racconto e tendono spesso a sviare l'attenzione da quello che dovrebbe essere il fulcro dell'intreccio, la ricerca dell'assassinio, per perdersi dietro inutili dissertazioni, frasi fatte e banalità di ogni sorta. Sembrano essere frutto della penna di un bambino della prima media piuttosto che di un autore che ha vinto il premio Bancarella.
Le descrizioni sono del medesimo tenore e tendono di frequente a dare un resoconto dettagliato dell'urbanistica della città di Colonia che, per quanto utile nell'intreccio, appesantisce molto la lettura.
I personaggi sono anch'essi scialbi e sanno di già visto.
Il protagonista è il solito buono a nulla che trovandosi al posto sbagliato al momento sbagliato finisce con lo scoprire il suo nascosto spirito eroico.
C'è il vecchietto buono e saggio che guida e aiuta il primo in tutta la vicenda, traendolo d'impiccio con idee semi-geniali.
C'è il cattivo, forse l'unico che ha un minimo di fascino e di vivacità in tutta la vicenda, che è avvolto in un passato ( anche qui, che originalità!) oscuro e violento.
Ci sono decine di altri insignificanti personaggi che si muovono sullo sfondo e non brillano di luce alcuna.
La mancanza più grave è stata, a mio personale parere, non aver prestato un minimo di attenzione nel donare loro una qualche caratterizzazione psicologica, una qualche nota in grado di destare l'interesse del lettore. Sembrano semplici marionette costrette a relazionarsi l'un l'altra senza mai fuoriuscire dai ruoli impartiti. Grigiore ovunque.
Chiudo con un accenno allo stile di scrittura. Tremendo.
Frasi spezzate, periodi privi di mordente, parole che danno l'impressione di essere messe lì tanto per sfinire il lettore. Penso che in parte ciò sia dovuto alla traduzione che dà l'impressione di essere di pessima fattura. Un esempio per tutti la parola " spallatura" usata per descrivere l'ampiezza delle spalle. Non c'è nemmeno sul vocabolario.
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Baba Opinione inserita da Baba    11 Settembre, 2012
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Colonia, 1260

Innanzitutto il libro ha vinto il premio Bancarella e poi Schätzing mi aveva parzialmente incuriosito con 'il quinto giorno': ero curiossimo di leggere qualcosa di diverso di questo autore. Il libro è scritto benissimo, la Colonia medioevale è descritta egregiamente con piglio storico ma... i meriti finiscono qua (anche perchè di sapere i nomi delle vie di Colonia può essere una conoscenza superflua se non studi storia medioevale tedesca). La storia è quantomeno inverosimile non tanto nelle lotte tra fazioni nobiliari o ecclesiastiche che stanno alla base del racconto ma nella vitalità di Jacop il ladruncolo che riesce a fermare queste forze e addirittura un crociato (non voglio entrare nei dettagli): poi Richmodis probabilmente l'unica donna del medioevo ad essere autonoma... la narrazione è stancante sono riuscito ad arrivare alla fine con difficoltà.
Non consiglio questa lettura e ancora non capisco che scrittore sia Schätzing (e credo che a lui interessi poco...)

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Ken Follett
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GabriCremo Opinione inserita da GabriCremo    05 Ottobre, 2011
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Buonissimo libro

Dopo aver letto "i Pilastri della Terra" di Ken Follett e "la Cattedrale sul Mare" di Falcones, mi sono ritrovato di fronte a un altro libro che ha come uno dei punti focali la costruzione di una grande chiesa. Tuttavia in questo caso il racconto è piuttosto differente; infatti negli altri due casi la costruzione della cattedrale seguiva parallelamente la crescita dei personaggi principali del racconto, mentre nel caso de "Il diavolo della cattedrale" la chiesa funge da punto di partenza per lo sviluppo della vicenda, mediante l'omicidio del costruttore, in un vero e proprio thriller medioevale. Ho trovato la storia molto coinvolgente anche se a tratti i ragionamenti con cui i personaggi vengono a capo della vicenda sono un po' troppo sofisticati; lo stile ottimo, con parti di azione rapida intervallate da parti più tranquille in cui l'autore, come voce narrante o per bocca di alcuni personaggi, contestualizza in maniera puntuale (a volte forse un po' troppo prolissa) il racconto nel periodo storico in cui esso si colloca. Bellissimi i personaggi e le loro descrizioni; molto bello anche il modo in cui l'autore esprime alcune opinioni che probabilmente condivide su tematiche importanti, mediante la bocca del decano Jaspar.
Nel complesso un bel romanzo che mi ha tenuto incollato sulle sue pagine per circa una settimana!

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Adelina Opinione inserita da Adelina    02 Agosto, 2010
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Deludente.

Per l'acquisto di questo libro mi sono lasciata tentare dalla copertina, ma posso ammettere di avere sbagliato in pieno. Quello che si preannunciava un capolavoro dei thriller storici con 800.000 copie vendute è in realtà un romanzetto dalla trama neanche troppo interessante e con una stesura noiosissima.
A quanto ho potuto vedere a molti lettori di questo sito è piaciuto il libro, non so come sia possibile, ma questo conferma il detto che il mondo è bello perchè vario.
Io personalmente ne sconsiglierei la lettura a chiunque.

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    08 Aprile, 2010
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La Volpe e il Diavolo

Piacevolissimo romanzo storico, un thriller avvincente e seppur l'assassino si scopra nelle prime pagine, l'intrigo tiene incollato il lettore fino all' ultimo capitolo. Ottima ricostruzione, molto accurata. Una Colonia in pieno subbuglio economico e sociale, la nobiltà è stata messa da parte e si fanno avanti i nuovi potenti.
Il nostro eroe stavolta è un ladruncolo che solitamente sta ai margini della società, ma che suo malgrado dovrà affrontare "il diavolo" per sopravvivere.
Non ai livelli del "quinto giorno", comunque un ottimo romanzo che si lascia leggere in velocità.
Consigliato.

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Tutto Schatzing, Ken Follett, il nome della Rosa e simili
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