Dettagli Recensione
Nighthawks at the diner
“Benjamin, sarebbe così gentile da servirmi un Southern Comfort, per favore?”
“Naturalmente, subito”
“Noto che non hai cambiato abitudini e sei rimasta fedele al Martini bianco”
“Si, sempre: vado matta per la forma del bicchiere in cui si serve il Martini, lo sai”
Un uomo e una donna in un bar, seduti accanto, forse amanti, o solo amici. Aspettano qualcuno, oppure sono da soli, perchè si sono dati appuntamento per lasciarsi. Invece no, si sono appena rivisti per caso al Phillies, bar molto fuori mano, in un malinconico pomeriggio di settembre.
Cogliere l’attimo è dei grandi artisti, materia esclusiva dei maestri. Un disegno, un’immagine, è la sintesi perfetta del momento che libera negli animi sensibili le emozioni, Edward Hopper ci è sicuramente riuscito con Nighthawks, superlativo olio su tela, uno dei quadri più famosi della pittura contemporanea americana.
Philip Besson invece è lo scrittore rapito dall’estasi pittorica che traendo ispirazione dal quadro immagina che la donna vestita di rosso sia Louise mentre aspetta Norman, bevendo il suo solito Martini.
Norman, l’uomo che Louise ama, sta lasciando la moglie e tra poco la raggiungerà. Norman però tarda ad arrivare e Louise aspetta paziente scambiando qualche parola con Benjamin il barman che la conosce da tanto tempo, che non ha bisogno più di osservarla per coglierne gli stati d’animo, basta una sfumatura nel suo viso per avvertire il quasi impercettibile nervosismo, la porta d’ingresso del bar sta per aprirsi.
La vita ti coglie di sorpresa quando meno te l’aspetti, ti porta in avanti per poi ricacciarti indietro, strade che si dividono, vie senza ritorno, quante volte abbiamo avuto una seconda possibilità? E quante volte l’abbiamo colta?
Fermiamoci qui con la storia, continuate a leggerla voi se volete saperne di più, con l’augurio che siate trasportati dallo stesso impetuoso flusso di emozioni che Philip Besson, sensibile e raffinato scrittore, ha saputo suscitare in me, con questo libro costruito con pochi e brevi dialoghi, pennellate secche e taglienti su una tela rigorosamente bianca.
O forse ho un inguaribile debole per le storie d’amore, e tutto quello che ho scritto qui sopra quando sono protagonisti i sentimenti finisce per valere sempre e comunque.