Sulle regole Sulle regole

Sulle regole

Saggistica

Editore

Casa editrice

Nell'amministrare la giustizia conta la legge scritta. Se facessimo delle deroghe al codice, non saremmo ingiusti? Diciamo che la giustizia deve essere uguale per tutti, ma forse non abbiamo mai riflettuto sul significato di questo principio: la legge per essere giusta deve essere applicata senza eccezioni. Ma la legge scritta dai parlamenti può contemplare ogni singolo caso umano? La legge è una macchina impersonale, che non guarda in faccia a nessuno. Eppure, per altro verso, proprio il fatto che la legge non guarda in faccia a nessuno, ci protegge dai soprusi dei potenti. La bilancia, come immagine della giustizia, rappresenta proprio questo: gli uomini sono tutti uguali di fronte alla legge. La mia convinzione profonda è che in uno stato di diritto e in uno stato in cui tutti partecipano, anche se indirettamente, alla gestione della cosa pubblica e in cui esistono delle strade per modificare le regole che si ritengono ingiuste, le regole esistenti vanno osservate e basta. Ma è anche necessario fare una specie di gerarchia delle regole, perché ci sono delle regole che hanno un rilievo particolarissimo, un rilievo eccezionale per la convivenza e ci sono altre regole che invece hanno un rilievo molto più limitato.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 2

Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.5  (2)
Contenuti 
 
4.5  (2)
Approfondimento 
 
4.0  (2)
Piacevolezza 
 
3.5  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Scorrevolezza della lettura
Contenuti*  
Interesse suscitato
Approfondimento*  
Grado di approfondimento dei temi trattati
Piacevolezza*  
Grado di soddisfazione al termine della lettura
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Sulle regole 2009-03-21 19:04:06 Sydbar
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
4.0
Approfondimento 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Sydbar Opinione inserita da Sydbar    21 Marzo, 2009
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La società orizzontale...

Ho acquistato il libro ad una serata durante la quale l'autore presentava l'opera, davvero una gran persona, competente di sicuro nel suo ex lavoro, ma forse la sociologia lasciamola ad altri.

Mi spiace dirlo ma il contenuto è utopico, a volte mi sembra anche un po' eccessivamente di parte (politicamente parlando), ma in fondo un autore nella sua opera ci mette del suo e quindi non posso criticare l'opinione, ma il sogno irrealizzabile di una società orizzontale si.

Il libro nel complesso è scorrevole ma troppo utopico nei contenuti che rimangono di buon livello.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Sulle regole 2008-08-11 02:56:12 Luciana
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Luciana Opinione inserita da Luciana    11 Agosto, 2008
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Sulle regole

Il libro, veloce e di facile lettura (solo 156 pagine), non è in realtà di facile comprensione.

Già l'introduzione è interessantissima:
La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perchè delle regole. Se non lo comprendono tendono a eludere le norme, quando le vedono faticose, e a violarle, quando non rispondono alla loro volontà.

Nella prima parte, Colombo riflette sulla differenza tra la legalità e la giustizia. Mostra in che modo la gente confonde i due concetti, e si chiede se può esistere un principio universale in base al quale stabilire delle leggi giuste, facendo l'esempio (fra i tanti) delle leggi razziali emanate dall'Iatlia nel 1938 - e tutti consideravano quella legge giusta, e la applicavano seguendo il principio di giustizia in vigore in quel momento (Qualunque sia il fine, e al di là dei mezzi per raggiungerlo, ciascuno si presenta come persona giusta che intende realizzare la giustizia. In nome di questo principio sono scoppiate rivoluzioni, sono state represse sommosse, praticati genocidi, commessi crimini orrendi. Pag. 24); salvo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, la stessa Italia ha abolito quelle stesse leggi razziali del 1938, - e tutti trovavano quella legge giusta, e la applicavano seguendo i principi di giustizia in vigore allora (in vigore tuttora).
A tal proposito, l'autore riflette che La giustizia, anzichè essere motivo del diritto, ne diventa una conseguenza: giusto è quel che la legge dichiara tale, indipendentemente dalla coerenza con principi (o con ragioni) che stiano al di fuori della legge medesima. La giustizia, perciò, perde qualsiasi valore di universalità e si ammette che possano esistere, anche contemporaneamente, più diritti diversi, ciascuno dei quali è "giusto" nel momento in cui esiste ed è applicato su un determinato territorio. (Pag. 34)

Dopodichè l'autore mostra i modelli di società verticale e orizzontale, analizzandoli anche dal punto di vista storico.
Successivamente arriva ad analizzare il concetto di "pena" nell'una società, come nell'altra. Mi trovo perfettamente d'accordo, come già descritto in altro topic, sull'idea che Il carcere non soddisfa gli obiettivi per cui è utilizzato: salvo impedire che chi vi è recluso commetta reati (per il solo periodo della detenzione), non svolge funzioni di prevenzione speciale (in quanto non contribuisce a evitare che chi ha già violato le regole torni a farlo), non svolge funzioni di prevenzione generale ( di fatto, il più delle volte la sua minaccia non costituisce un deterrente alla violazione delle regole) e, come si è visto, costa molto in termini economici alla società. [Precedentemente, Colombo sottolineava il costo di circa € 151,00 al giorno per detenuto.] (Pag. 82-83) ... Ecco allora mettere dietro le sbarre chi ha violato la legge. E poichè queste persone sono cattive come il lupo (ma al contrario di lui capiscono), bisogna anche far sentire loro che il delitto non solo non paga, am addirittura fa soffrire. Essenso questo il modo di pensare comune, non ci si accorge, anzi si rifiuta di credere che possano esistere alternative. Ma anche prima di Niccolò Copernico a nessuno passava per la mente che potesse essere la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa. (Pag. 85)

Gerardo Colombo conclude il suo libro con una riflessione tra libertà e responsabilità (v. pag. 139).
A mio parere dovrebbe essere un libro da adottare come libro di teso di educazione civica e educazione alla convivenza civile nelle scuole di ogni ordine e grado.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
61
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Complici e colpevoli
Cacciatore di mafiosi
L'ultima notte di Raul Gardini
Donbass. La guerra fantasma nel cuore d'Europa
Una terra promessa
Jenin. Un campo palestinese
La società signorile di massa
Dio odia le donne
Stai zitta
I cantieri della storia
Oriente e Occidente
Lo scontro degli Stati civiltà
Manuale del boia
Red mirror
Invisibili
Discorso della servitù volontaria