Dio non ha la barba Dio non ha la barba

Dio non ha la barba

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Il titolo di questo libro "Dio non ha la barba" vuole esprimere principalmente due concetti: il primo è che Dio esiste. Noi non siamo soli, abbandonati su questo piccolo pianeta circondato dall'infinito. Dio, ci è sempre vicino e l'unico linguaggio con il quale possiamo interagire con lui è l'amore. Un amore senza condizioni, un amore che ci lascia liberi, infatti se Dio si manifestasse, si imponesse con la sua presenza, noi non saremmo liberi di credere in lui. Seconda riflessione che emerge dal titolo del libro è che il Dio che ci ha generato non è quello che alcuni di noi abbiamo creato e che molti di noi credono sia. Il Dio senza barba è il Dio dei poveri, dei semplici, dei deboli, di chi soffre perché schiacciato dalla prepotenza dei potenti, dalla loro arroganza, dal loro egoismo che li acceca a tal punto da non vedere i volti dei crocifissi del terzo mondo.



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Dio non ha la barba 2008-04-23 04:35:14 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    23 Aprile, 2008
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Dio non ha la barba

Il titolo può far sorridere, ma questo saggio di Gianluca Ferrara non ne ha assolutamente l’intenzione, anzi è un’opera in cui la serietà deriva dalla presa di coscienza sul perché dell’esistenza.

Preceduto da una bellissima introduzione di Padre Alex Zanotelli, che consiglio di leggere per apprezzare le pagine successive, è un libro indirizzato ai credenti di qualsiasi confessione, ai non credenti, agli atei e perfino agli agnostici.

Al riguardo, basti pensare che non c’è bisogno di essere un fervente cattolico per condividere quanto Ferrara espone con una scrittura semplice, ma efficace.

Diviso in brevi capitoli, affronta tutti i temi dell’esistenza, il perché siamo al mondo, il perché moriamo, tanto per citare gli argomenti più rilevanti.

Ci sono dei passi che potranno sembrare rivoluzionari, ma sono invece propri di chi crede nell’uomo e nel messaggio di Cristo. Mi riferisco all’immagine di una Chiesa della semplicità e della genuinità, che, come indicato da Padre Zanotelli, dovrebbe rinunciare a essere religione civile e diventare invece una coscienza critica per la società.

In questo saggio, al di là della profonda fede dell’autore, c’è una ricerca a tutto campo della spiritualità, con quel perseguire lo scopo di comprendere perché ci siamo e come dovrebbe essere l’umanità.

Le idee enunciate collimano quasi del tutto con le mie e soprattutto quel concetto di passaggio breve sulla terra dove, anziché azzuffarci, dovremmo darci una mano, perché il vero tempo è quello dell’eternità.

Quindi raccomando vivamente la lettura di queste pagine, non imperative, non categoriche, ma rette da una forza che sembra prorompere dall’anima.

E a proposito del titolo, il Dio con la barba, accigliato, vendicativo è quello creato dagli uomini, è il dio degli eserciti, dei potenti, dei padroni, degli affamatori, mentre quello glabro è il Dio che ha fatto dono all’umanità di esseri celestiali come Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King e Gandhi, tanto per citare i più noti, ma la lista comprende tutti quelli che calpestano il suolo del pianeta con l’animo puro e con la bontà del tutto disinteressata.

Non è un testo teologico e nemmeno religioso, è un volume la cui lettura, mano mano che procede, riesce a donare un senso di vitale e appagante serenità.

Un’ultima annotazione, doverosa, a riprova della coerenza dell’autore: i proventi della vendita saranno devoluti all’Associazione Tam Tam per Korogocho per il sostegno dei bambini della baraccopoli che, per attutire la fame, sniffano la colla.

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