Perché i tedeschi? Perché gli ebrei?
Götz Aly (Heidelberg 1947) insegna al Fritz Bauer Institut presso l'Università di Francoforte. Giornalista tra i piú noti, ha pubblicato numerosi studi sul nazionalsocialismo e sullo sterminio ebraico. Per Einaudi ha pubblicato Lo stato sociale di Hitler (2007) e Perchè i tedeschi? Perchè gli ebrei? (2013).
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Le radici dell’odio
Il libro che è comparso di recente nelle librerie affronta il tema del antisemitismo sviluppatosi in Germania. L’autore non affronta nel suo testo il periodo del nazismo, ma fa un passo indietro è ci mostra il processo di evoluzione dei rapporti tra tedeschi e ebrei prima dell’avvento della dittatura hiltleriana.
Guardando le date impresse sulla copertina sotto il titolo e il sottotitolo risulata chiaro al lettore che il periodo storico preso in esame dall’autore, esperto internazionale del settore spazia dal 1800 al 1933.
In sotanza si parte dall’epoca nella quale la Germania non era ancora unificata in uno stato, poi si passa al periodo dell’unificazione tedesca sotto l’aquila prussiana per alla fine finire il percorso storico con il crollo dell’impero del Kaiser e la crisi della debole Repubblica di Weimar, timido esperimento di edificazione di uno stato tedesco democratico e non autoritario .
Il percorso di lettura è strutturato in tappe scadenzate struttrate in cicli temporali.
- 1800- 1870 gli amici e i nemici degli ebrei
- 1880 l’antisemitismo è una questione sociale
- l’avventura del collettivismo popolare
- guerra, declino e odio antiebraico
- masse deboli, razza forte
- il partito nazionalsocialista del popolo
- una storia senza fine
Ogni ciclo temporale coincide con una tappa precisa del percorso storico tedesco in termini culturali, sociali, politici, economici e militari. Lo sviluppo dell' antisemitismo in Germania è dunque legato ad un percorso attuato dalla società e dalla politica tedesca che era legato a doppio filo all ‘idea del militarismo ed all’ espansionismo economico ed idustrale della nazione. In sostanza la cumunità ebraica ad un certo punto si era trovata ad avere in mano una cospicua parte delle richezze finaziarie ed imprendiitoriali del paese. Questo fatto contribuì ad alimentare in certi strati della società tedesca sentimenti di invidia che alla fine finirono per tramutarsi in odio che sfociò nell’ideologia nazista. La sconfita bellica nella Grande Guerra diventò una prefetta cassa di risonanza di tutto il revanscismo retrogrado tedsco che trovò nel ebreo la valvola di sfogo.
L’Olocausto fu dunque l’ultima tappa di un percorso di evoluzione storico, economico, politico e sociale nonché anche culturale in Germania.
Di conseguenza, per la natura complessa del argomento trattato si tratta nel suo complesso di una lettura impegativa ma senza alcun dubbio interessante per un lettore attento ad ogni particolare storico e sempre alla ricerca di approfondimenti dei processi storici sviluppatisi nel corso dei secoli. L’ autore offere al lettore una visione chiara, lineare e limpida delle dinamiche sociali, economiche, culturali e politiche della società tedesca dell’epoca presa in esame. I dettagli e le informazioni veicolate sono sempre dosate in modo tale da non stancare il lettore intento a carpire il filo del discorso. I fatti esposti sono chiari e le tesi dell’autore sono sempre accompagnate da riscontri storici.
Il libro può essere considerato un testo di approfondimento, perciò richiede dal lettore delle nozioni storiche di base. Chiramente non si tratta di un testo di divulgazione storica di massa, al contrario, abbiamo di fronte un libro di alto spessore scientifico scritto in modo magistrale da un autore di spessore internazionale.
In conclusione un libro sicuramente da leggere per capire le radici dell’odio.